Comportamento e funzione dell’attaccamento nell’età adulta

È ormai chiaro che i legami d’attaccamento adulto, al pari di quelli infantili, siano necessari per comprendere modalità, dinamiche e situazioni con cui l’individuo viene in contatto nel corso della propria vita.

16 FEB 2023 · Tempo di lettura: min.
Comportamento e funzione dell’attaccamento nell’età adulta

È ormai chiaro che i legami d'attaccamento adulto, al pari di quelli infantili, siano necessari per comprendere modalità, dinamiche e situazioni con cui l'individuo viene in contatto nel corso della propria vita. Inoltre, è stato stabilito che non avviene durante lo sviluppo un cambio repentino tra le figure di attaccamento, bensì un processo graduale e consapevole. Resta, dunque, da chiarire quali siano i comportamenti e le funzioni e le con cui l'attaccamento nell'età adulta si dispiega e si articola.

Mary Ainsworth (1991) evidenzia la funzione del sistema di comportamento d'attaccamento nell'età adulta, suggerendo che un rapporto affettivo d'attaccamento sicuro facilita il funzionamento e la competenza al di fuori della relazione stessa. Ella osserva che esiste, tramite il rapporto con il proprio partner, una ricerca attua al fine di ottenere un'esperienza di sicurezza e di conforto, che ha lo scopo di rendere l'individuo sicuro e nella condizione di potersi dedicare ad altre attività (Ainsworth, 1991). Dunque, non si parla più di un attaccamento con il solo fine di far sopravvivere l'individuo attraverso le cure del caregiver, ma di un conforto in grado di porre l'adulto nella condizione di potersi occupare di altro.

Weiss (1982), a tal proposito, suggerisce ed aggiunge che le figure d'attaccamento nell'età adulta non necessitano di essere figure protettive, ma piuttosto possono essere viste come figure che incoraggiano l'individuo a dominare la sfida con le proprie capacità (Ainsworth, 1985; Weiss, 1974). Insomma, non si tratta più di un legame che permette la sopravvivenza e propone il nutrimento all'individuo, ma di un rapporto che incoraggia, conforta e rincuora il soggetto, incentivandolo a superare gli ostacoli tramite le capacità che già possiede.

Le risposte alle domande sui cambiamenti dello sviluppo nell'attaccamento e sul ruolo del sistema dell'attaccamento comportamentale richiedono un esame del ruolo della base sicura e di altri comportamenti legati all'attaccamento nei rapporti affettivi nell'età adulta e le loro connessioni con le manifestazioni d'attaccamento. Gli elementi comportamentali dell'attaccamento nell'età adulti dovrebbero essere simile a quelli osservati nell'infanzia, ed infatti, da numerosi studi emerge che gli adulti mostrano un desiderio di prossimità alle figure d'attaccamento quando sono stressati, un aumento del conforto in presenza della figura d'attaccamento, e sperimentano ansia quando la figura d'attaccamento è inaccessibile (Weiss, 1982).

Una volta chiarita l'esistenza di un attaccamento in età adulta, che spesso presenta le medesime caratteristiche di quello infantile, ma che comporta situazioni e modalità differenti, è necessario capire come questo sviluppo si distenda lungo un continuum temporale. Hazan & Shaver (1994), a tal proposito, suggeriscono una progressione dello sviluppo nell'acquisizione di questi elementi nel corso dell'adolescenza. Partendo dalla prima adolescenza, essi chiariscono e spiegano come in tale asso di tempo, le relazioni intime siano marcate da una ricerca di prossimità o da un desiderio di vicinanza fisica della figura di riferimento (Fisher, 1992). È da tenere in considerazione perché, sebbene la vicinanza fisica e gli stimoli sessuali siano tipici di tale fascia d'età per fattori prettamente fisiologici, la vicinanza morale e di conforto, invece, rappresenta un fattore inusuale. Infatti, la prima infanzia è caratterizzata tipicamente da comportamenti di ribellione, introversione, distacco e a tratti solitudine da tutte quelle figure che rincuorano ed incoraggiano. Al contrario, qui emerge che individui molto giovani ricercano prossimità e vicinanza da una figura di riferimento.

Crescendo, l'individuo sperimenta e comprende che la ricerca del proprio partner in un momento di bisogno od emergenza rappresenta il successivo passo di sviluppo, ossia capisce che può utilizzare tale persona come oasi sicura, come appiglio tra i problemi. Infine, il partner è utilizzato come base sicura nella tarda adolescenza, forse perché è relativamente difficile sostenere e supportare una relazione senza tregua (Crowell & Waters, 1994).

Più volte sono stati delineati i punti di rottura e di differenza tra l'attaccamento che si instaura tra un genitore ed un figlio e quello che si delinea fra due adulti, in particolar modo il rapporto di reciprocità che si instaura ed il fatto che la figura di attaccamento rappresenta anche un partner sessuale per l'individuo; ma ciò che bisogna anche riconoscere in tali differenze è che all'interno del rapporto di coppia i due ruoli (aiutante/aiutato) possono cambiare rapidamente a seconda delle esigenze e delle situazioni. Inoltre, il partner è sì oggetto curante e sessuale, ma spesso fornisce anche un'varietà di altre funzioni, includendo i legami di compagnia, senso di competenza, e condivisione di propositi o esperienza (Ainsworth, 1985; Weiss, 1974). Insomma, è evidente che quello che nell'infanzia appare inizialmente come un supporto alla sopravvivenza dell'individuo, con l'emergere di situazioni nuove, dello sviluppo fisico, emotivo e cognitivo, diviene l'insieme delle cure, delle consapevolezze, del conforto che un individuo necessita e può fornire; una sorta di valigia con tutto l'occorrente per il viaggio, proprio ed altrui.

Hazan e Shaver, in una loro ricerca (Hazan & Shaver, 1990), inoltre, verificarono l'idea di Bowlby e Ainsworth secondo la quale il sistema comportamentale di esplorazione è strettamente collegato al sistema di attaccamento. L'amore e il lavoro venivano considerati concettualmente come le forme adulte rispettivamente dell'attaccamento e dell'esplorazione. I risultati indicarono che le differenze individuali nel modo in cui i soggetti si rapportavano al lavoro (se amavano il proprio lavoro, se avevano successo nell'attività, se facevano vacanze piacevoli, se si impegnavano nel lavoro per evitare l'interazione sociale o gli scambi affettivi) potevano esser ricondotte alla qualità delle loro relazioni di attaccamento. I dati mostrano che l'equilibrio tra attaccamento ed esplorazione, associato ad un funzionamento adeguato dell'individuo nel corso dell'infanzia, è simile all'equilibrio tra l'amore e il lavoro, considerato un elemento caratteristico dell'adattamento ottimale nell'età adulta. In particolare, lo studio ha riscontrato che coloro che hanno un attaccamento sicuro possiedono più alti livelli di soddisfazione lavorativa, più fiducia nel fatto che gli altri li valutino positivamente, mentre gli ansiosi si aspettano di essere sottovalutati dai colleghi. Tali modalità sono generalizzabili a tutte le organizzazioni, non solo sul versante lavorativo, ma dunque a tutte quelle situazioni in cui l'individuo si trova a dover rivolgersi e a fare i conti con persone a lui più o meno estranee. Il fatto che la qualità del proprio attaccamento sia così indicativo e si riversi anche in altri ambiti, da idea di quella che è la necessità e l'importanza di stabilire legami di attaccamento sicuri, sani, coinvolgenti, rassicuranti ed incoraggianti. Al contrario, Hardy e Barkham (1994) hanno analizzato, all'interno di un campione di persone in trattamento per la riduzione dello stress- lavoro correlato, che i soggetti con uno stile di attaccamento ansioso avevano un livello maggiore di ansia riguardo le proprie relazioni al lavoro e la performance lavorativa, mentre le persone con attaccamento evitante hanno riportato più conflitti con i colleghi, problemi riguardo le ore di lavoro e difficoltà nelle relazioni fuori dal lavoro (Desivilya, et al., 2006). È chiaro che, una volta definito l'attaccamento evitante come un rapporto privo di orientamento prosociale, con scarse abilità e know-how nel fornire aiuto al partner e mancanza di interdipendenza; allora è facile pensare che tali soggetti, non essendo in grado di fornire le cure al proprio partner, non sapranno fare diversamente in ambito organizzativo e sociale (cosa che, invece, cambierebbe potendo far fronte ad un attaccamento sicuro, con le conseguenti buone capacità di fornire aiuto, orientamento prosociale e un senso di interdipendenza relazionale). Per tali motivi, i ricercatori ipotizzano e riscontrano associazioni negative tra evitamento e ansia come predittori ed OCB (Comportamenti di Cittadinanza Organizzativa).

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Scritto da

Dott.ssa Francesca Bottazzi

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