Il centro
Partita IVA:
Titolo universitario e università
Specializzazione in Psicoterapia
Esercito la professione:
Come libero professionista
Consulenze e/o appoggio psicologico:
Specializzazioni
Effettuo colloqui di consulenza e sostegno, psicoterapie individuali, di coppia e familiari, occupandomi prevalentemente delle seguenti aree
• Disagio relazionale
• Dinamiche familiari e di coppia;
• Disturbi d’ansia
• Disturbi alimentari
• Difficoltà correlate allo sviluppo personale;
• Elaborazione di perdite
• Elaborazione di eventi traumatici o comunque stressanti
• Gestione di conflitti personali e interpersonali
• Gestione di eventi normativi e paranormativi del ciclo di vita
• Dipendenze
La prima consulenza è gratuita?
No, la prima consulenza è a pagamento
Tipo di terapia:
Psicoterapia Sistemico- Relazionale (terapia familiare)
Pazienti:
Adulti
Bambini
Adolescenti
Terza età
Coppie
Servizio di aiuto psicologico d'urgenza:
Consulenze nel fine settimana
Prezzo medio orientativo per seduta:
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Descrizioni
Sono la Dottoressa Daniela Raffa, Psicologa e Psicoterapeuta di orientamento sisermico- relazionale. Effettuo, optando laddove possibiile per l' erogazione della prestazione in modalità telematica, colloqui di consulenza e sostegno, psicoterapie individuali, di coppia e familiari, occupandomi prevalentemente delle seguenti aree
Disagio relazionale
Dinamiche familiari e di coppia;
Disturbi d'ansia
Disturbi alimentari
Elaborazione di perdite
Elaborazione di eventi traumatici o comunque stressanti
Gestione di eventi normativi e paranormativi del ciclo di vita
Dipendenze
Sintesi del mio percorso professionale
Ho conseguito la Laurea in Psicologia (Vecchio Ordinamento) il 13 Dicembre del 2003. Nel corso degli anni universitari ho sviluppato uno spiccato interesse per la prospettiva sistemico- relazionale: mi appassionava, infatti, notare quanto le relazioni intra ed extrafamiliari potessero incidere nello sviluppo della personalità e, soprattutto, quanto l'influenza interpersonale fosse reciproca. La mia tesi di Laurea concerneva una problematica delicata quale quella dell'abuso sessuale intrafamiliare: ho analizzato le possibili cause che sottostavano a tale fenomeno, prendendo in considerazione i possibili ruoli svolti dai componenti della famiglia e le tecniche terapeutiche che potevano rivelarsi più idonee; ho dedicato una parte di essa agli aspetti legali riguardanti l'abuso, con particolari riferimenti all'importanza rivestita dalla Legge 66/96 che, finalmente, concepiva la violenza sessuale come reato contro la persona e non più soltanto contro la moralità pubblica e il buon costume. Dopo aver conseguito l'Abilitazione (prima Sessione del 2005) mi sono iscritta alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Famiglia presso l'Istituto Italiano di Psicoterapia Relazionale (sede di Palermo) e, al contempo ho iniziato a lavorare sporadicamente in qualità di esperta esterna presso alcune Scuole che organizzavano progetti P.O.N e P.O.R: talora i destinatari erano gli allievi, altre volte i docenti, talora i genitori. Nel corso di tali esperienze cercavo di trattare i contenuti previsti da ogni specifico progetto (che potevano concernere la comunicazione intesa nella molteplice accezione di verbale, paraverbale e non verbale, l'orientamento alle scelte scolastiche o professionali, la dispersione scolastica, le problematiche riguardanti il mondo del lavoro, etc.) adoperando, prevalentemente, la metodologia della lezione partecipata, al fine di stimolare l'interesse dei corsisti e di avere, al contempo, un feedback relativo al loro grado di apprendimento. Anche nel corso di alcune docenze tenute presso Enti di Formazione mi sono mossa, in linea di massima, guidata da tali principi. Lavorare come Psicologa presso sportelli d'ascolto attivati da alcune Scuole e Comuni mi ha dato la possibilità di coltivare quella che era ed è la mia maggiore passione: interfacciarmi agli utenti tentando di fornire supporto psicologico tramite l'ascolto empatico, laddove l'empatia va intesa come una sorta di oscillazione tra la prossimità e il distacco e, in un secondo momento, tramite una restituzione psicologica che prevedeva una rielaborazione di quanto espresso. Nel 2007 ho frequentato un corso di Criminologia presso l'Ente di Formazione Eureka di Palermo e grazie ad esso ho avuto modo di approfondire tematiche e fenomeni che da tempo suscitavano in me un certo interesse, quali, ad esempio, il black number, la vittimizzazione secondaria, il dovere, da parte di alcuni operatori, di rendere i rei consapevoli dell'orripilanza delle azioni commesse, astenendosi, al contempo, da giudizi sulla persona, la distinzione tra norme giuridiche e sociali. La maggior parte dei docenti non si limitava ad enucleare concetti teorici, ma ci rendeva partecipi attraverso richiesta di interventi e simulate; analoga metodologia era adoperata dai docenti della Scuola di Specializzazione che frequentavo. In particolare dal terzo anno in poi, inoltre, essi stimolavano noi specializzandi a riflettere sui nostri vissuti personali, familiari e relazionali e su quanto e come essi potessero influenzare lo svolgimento della professione . Quanto apprendevo in quegli anni si rivelava e si è rivelato via via più prezioso nello svolgimento del lavoro presso gli sportelli d'ascolto e nel portare avanti quella che tuttora rappresenta la mia principale attività: nel 2008 ho iniziato infatti a lavorare come psicologa domiciliare presso il settore dell'Assistenza Domiciliare Integrata Palliativa, prendendo in carico i pazienti oncologici e le loro famiglie. Si tratta di un incarico molto delicato sotto tanti punti di vista: si ha a che fare con persone la cui vita è spesso stata quasi totalmente sconvolta dall'evento cancro, che ha alterato abitudini, distrutto progetti, richiesto una ridistribuzione di ruoli. In tali contesti risulta pertanto fondamentale lavorare non solo con il paziente, sovente desideroso di narrarsi e talora di esprimere le preoccupazioni concernenti il momento più tragico della sua esistenza, ma anche con i suoi familiari, supportandoli nel non sempre semplice ruolo di caregivers, talora avviando l'elaborazione di un lutto "annunciato". Importantissimo è altresì il confronto tra i componenti dell'èquipe (Medico, Psicologo, Assistente Sociale, Infermiere, Fisioterapista, Operatore Sociosanitario) che consente di avere una visione più ampia di ogni situazione e di poter beneficiare, laddove necessario, del supporto reciproco nella gestione di casi difficili. Qualche mese dopo il conseguimento della Specializzazione in Psicoterapia della Famiglia (10-06-2010) mi sono iscritta ad un Master di secondo livello in Psico-oncologia, che mi ha permesso di approfondire maggiormente tale branca, fornendomi spunti teorici che facevano capo alla prospettiva gestaltica e innescando un ulteriore percorso di riflessione concernente l'importanza che per noi "curanti" rivestono il confronto a la formazione. La formazione sistemico relazionale mi è stata di grande aiuto anche nella collaborazione come Consulente Psicologa presso l' Ufficio Servizi Sociali Minorili di Messina (marzo 2014-marzo 2015). Anche l'atto deviante è spesso infatti da intendersi come "sintomo" di dinamiche familiari e sociorelazionali disfunzionali: nell'esplorare la personalità dell'adolescente-o, in qualche caso, del giovane adulto- attraverso specifiche tecniche psicodiagnostiche (colloqui, test carta e matita, test strutturati, etc) mi prefiggevo infatti di valutare anche la presenza di problematiche correlate al contesto sociofamiliare ed, eventualmente, il loro grado di influenza sul suo benessere e, quindi, sul suo funzionamento "normale".
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