Gestione flusso di pensieri costante

Gentile ragazzo,
come giustamente hai osservato, il parlare da solo a voce alta non è di per sè un problema. Il nostro dialogo interiore, caratterizzato da un flusso incessante di pensieri è una delle caratteristiche proprie e fondanti della mente. Tutti noi siamo immersi in questo dialogo interiore, poniamo domande e cerchiamo risposte in maniera circolare, spesso siamo nella dimensione nostalgica del passato o nell'angoscia anticipatoria del futuro. Poche volte viviamo realmente il qui ed ora del momento presente. Questo flusso potrebbe diventare un problema se percepito come intrusivo e se portatore di uno stato di disagio e sofferenza. E' possibile immaginare i pensieri come se questi fossero delle nuvole in un cielo azzurro e allo stesso modo delle nuvole, così come queste arrivano e stazionano un certo tempo per poi allontanarsi, nello stesso modo operano i nostri pensieri. E' possibile imparare ad osservare i nostri pensieri così come osserviamo le nuvole nel cielo, imparando a riconoscere che noi non siamo quelle nuvole, non siamo i nostri pensieri, siamo il cielo azzurro nel quale queste si muovono. Percorsi di consapevolezza e mindfulness potrebbero aiutarti ad allenare l'osservazione disidentificata, mentre potrebbe essere utile un percorso di sostegno psicologico per scandagliare il senso di solitudine che trapela dalla tua richiesta e approfondire quelle situazioni in cui hai vissuti di forte ansia. A disposizione, disponibile anche online.
Un caro saluto
Dott. Giuseppe Alessandro Dinoia

M123P, la necessità di dire le cose a voce alta esprime il bisogno di dare corpo al pensiero. Lo spazio di terapia le permette questo e, soprattutto, la possibilità di riflettere insieme al terapeuta su ciò che altrimenti rimarrebbe un monologo fine a se stesso, da qui la malinconia che deriva dal non venirne a capo. Un caro saluto e a disposizione anche on line, Maria dr. Zaupa

Caro ragazzo,
Il parlare ad alta voce altro non è che un'esternalizzazione del dialogo interiore, ossia di tutti quei pensieri che sentiamo di sottofondo che ci parlano di quello che stiamo facendo, che fanno previsioni sul futuro o ci riportano al passato. Di base il nostro dialogo interiore c'è sempre anche se a volte non ce ne rendiamo conto perchè impegnati a vivere il presente.
Più che eliminare questo dialogo tra se e se ha pensato di apprendere nuove e più solide strategie per la gestione dell'ansia e dello stress?
Apprendere strategie più utili alla gestione emotiva potrebbero aiutarla man mano a sotituire il suo dialogo con qualcosa di diverso.
Spero di esserLe stata utile.
Se vuole può prenotare una consulenza online con me completamente gratuita.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Buongiorno, la situazione che riporta sarebbe da approfondire a partire dal fatto che non sembra essere molto chiaro cosa le procuri sofferenza o disagio. Ovvero sia se il parlare da solo, o tra sé e sé (che non è mai un parlare da solo perché non si può non parlare che all’altro), sia qualcosa di intrusivo o una sua caratteristica particolare e intima. In ogni caso sembra che ultimamente si sia autonomizzato e, senza controllo, superi il limite trasformandosi in rimuginio oppressivo. Le consiglio di condividere il suo soliloquio nella cornice di una psicoterapia per capirci meglio e trovare il modo di dargli, se necessario, dei confini. Un saluto

Caro M,
nelle sue parole colgo la sua fatica nella gestione di questi pensieri. Allo stesso modo, è comprensibile che questi momenti possano essere anche funzionali nel gestire la sua ansia. Sarebbe consigliabile intraprendere un percorso psicologico per trasformare il suo monologo in un dialogo e cogliere l'occasione per imparare modi più creativi per gestire l'ansia.
Rimango a disposizione qualora ne avesse bisogno.