Essere confusi e pensare troppo al futuro per cambiarlo: come fare?
Buonasera, sono una ragazza di 20 anni al primo anno di università. Quest'ultimo periodo è al momento molto confuso e particolare e non mi permette di farmi concentrare realmente sulla mia vita attuale. Ma partiamo con ordine in quanto penso che possa tutto essere un po’ interconnesso. Ottobre: ho iniziato l’università in una facoltà che non mi interessava in quanto non sono subito entrata a quella che desideravo: questo periodo è stato frustrante perché mi sentivo fallita, “avessi fatto quel punticino in più” “se solo avessi avuto quella certificazione di lingua” ecc ecc.
1 mese e mezzo dopo, finalmente, entro nella facoltà che desideravo. Inizio contentissima e super gasata, faccio subito un sacco di amicizie con tante persone con le quali mi sembra di trovarmi bene e tutto un po’. Poi, arriva l’Ansia con la A maiuscola. Mi sembra che il mio metodo di studio delle scuole superiori non si adatti più a degli esami universitari, e da lì inizia la mia estenuante ricerca su diversi metodi di studio per trovare quello adatto, studio tantissimo ma vivo nell’ansia, di quella che arriva in ogni singolo momento, anche in quelli più inusuali, è l’ansia di fallimento, è tutt’ un po’. Dopo essermi ritirata da un esame per il quale avevo studiato mesi essendo molto preparata, (siamo a dicembre) scoppio a piangere e mi sembra di essere un fallimento, soprattutto per i miei. Fortunatamente, decido di prendere in mano questa situazione e mi rivolgo a un Naturopata (so che non è né un medico né uno psicologo ma, personalmente, i rimedi naturali, l’alimentazione corretta ed i suoi consigli mi hanno aiutato tantissimo per la gestione dell’ansia e insuccesso scolastico, tanto da avermi portato a migliorare il rendimento ed essere generalmente più serena nella mia organizzazione). Verso febbraio la terapia a livello di rendimento scolastico e gestione dell’ansia universitaria aveva dato tantissimi frutti, visibili tutt’ora. Spunta, però, un altro terribile tarlo: sotto sotto penso di averlo sempre un po’ avuto, ma ha iniziato a mostrarsi sempre di più, finché non ha iniziato ad urlare dentro di me. Come ho detto, ho iniziato l’università che desideravo... ma non nel posto che desideravo. Infatti in tutto ciò, la mia sede universitaria è a 20 minuti di treno da casa mia, mentre la sede che fin da bambina (senza esagerare) sognavo era a Torino. Ho sempre pensato di finire le superiori ed andare a vivere in un alloggio li, uscire per una città che amo, fare nuove esperienze ed entrare un po’ nel mondo dei grandi..ed invece ciò non è avvenuto. Mi sono resa conto che questo pensiero fosse diventato incontrollabile nel momento in cui uscivo per i dintorni della mia città pensando di averli visti e stravisti, pensando che avevano fatto parte di un felice momento della mia vita ma ora non li apprezzavo più, mi sentivo quasi stretta in quella cittadina che ormai non rappresentava alcun più rapporto con me, se non i ricordi bellissimi delle superiori e uscite sporadiche con i miei amici di quegli anni. (Nb la città in cui faccio l'università ora è vicina a casa mia,ma non ci ero mai stata e non penso di averci “rapporti”). Questo pensiero l’Ho tenuto nascosto, mi ripetevo “ma cosa vuoi che sia, sono solo lagne, ti fai troppi problemi”... ma allo stesso tempo pensarmi ancora 5 anni in questa città mi fa stare male, e pensare di vivere ancora con i miei (penso,soprattutto negli ultimi mesi, di aver instaurato un buon rapporto con loro, ma sento che senza andarmene non proverei mai quel “brio”, quel “tassello in più” di crescita, consapevolezza a “pace” interiore). Poi questo pensiero si è fatto tanto forte e l’ho espresso a mia madre esplicitamente. Inizialmente molto scocciata in quanto lo considerava solo un capriccio, solo un far spendere soldi ecc... poi ha capito abbastanza e mi ha proposto di impegnarmi abbastanza per ottenere una borsa di studio ed ottenere un posto in collegio, per poi provare a chiedere il trasferimento a Torino (non è detto che me lo accettino in quanto, essendo una facoltà a numero chiuso, i posti sono stati assegnati in base alla disponibilità di aule; inoltre, ho molti torinesi ripescati nella città dove vado io che probabilmente lo richiederanno per essere più vicini a casa, ma già il fatto che mi sia stata aperta questa possibilità mi ha portato ad impegnarmi molto, cosa che sto continuando a fare per avere la media alta ed una maggiore possibilità che tutto ciò si avveri.)
Ora, giungono finalmente i miei pensieri “attuali”. Se inizialmente non riuscivo a passare le mie giornate senza che questo pensiero mi controllasse, portandomi a livelli di stress elevatissimi , portandomi a tremare di notte e dormire faticosamente, rendendomi sempre stanchissima in quanto impiegavo ogni mia energia mentale per alimentare questo pensiero e tutti i pensieri negativi a seguire, ora la situazione a livello di gestione pensieri è abbastanza migliorata... ciò che non migliora è la terribile confusione che ho in testa.
Inizio a pensare che sia normale pensare tanto a questa età, avere tanti dubbi e quant’altro, perché sono anni di transizione ed un avvicinamento sempre più veloce al mondo degli adulti. Ma questo mio pensare sta diventando davvero impegnativo, e non riesco a capire come colmare qualche mia ipotetica mancanza o come perlomeno placare questi continui pensieri. Ho delle costanti che alle volte si intensificano, anche spaventandomi parecchio, tutte indirizzate al futuro perché è come se volessi assolutamente cambiarlo, come se non volessi mancare nessuna esperienza in questo periodo universitario. Faccio pensieri come “ok, magari passo in collegio , ma se non mi accettano il trasferimento? Se poi ripiego sull’erasmus ma non capisco nulla della lingua? E se gli altri (altri ipotetici perché non ho amici che penso penserebbero ciò, eppure faccio anche questo tipo di pensieri) pensassero che io sia sfigata a vivere ancora con i miei? E se mi stessi perdendo tanto? (A questo proposito, sono anche arrivata più volte a cancellare l’app di Instagram per smetterla di vedere gente in giro per il centro a vivere la sua vita allegramente, mentre a me sembra solo di fare una vita monotona con assolutamente nulla di speciale e nulla di possibile da fare) e se poi magari invece passo a Torino ma per la mia insoddisfazione perenne (un po’ come mi definisco perché alle volte mi alimento da sola questi pensieri perché sono molto confusa e non so cosa fare della mia vita nonostante sia continuamente a pensare cosa fare per andarmene e permettermi di avere nuove esperienze) non mi trovo e rovino tutto? E se i miei compagni attuali mi piacessero davvero ed abbia iniziato a considerarli sfigati solo perché forse penso a qualcosa di meglio? E se alla fine stessi meglio con i miei compagni che comunque mi piacciono rispetto agli altri compagni che potrei avere? E l’ultimo, che è quello che mi ha fatto più paura in assoluto, è: ma se poi da grande finito tutto ciò, guardassi indietro e non mi piacesse? E se ciò mi frustasse così tanto da rendermi una mamma e ipotetica infelice magari finita per lavoro in un posto che la scoccia? E tutte cose così,pensieri alimentati solamente da me stessa, senza un perché (e dal punto di vista sentimentale senza un motivo, in quanto i miei amici del periodo delle superiori e il mio ragazzo sono i miei punti fissi che mi sostengono sempre e lo stanno facendo anche in questo momento.)
Ultime considerazioni: mi sembra di non star facendo nulla di importante nella mia vita ma proprio nulla, ma non so neanche che cosa di importante potrei fare (pensavo di lanciarmi un po’ sul volontariato a fine quarantena, ma non so neanche se possa risolvere il caso mio). E vorrei trovare qualcosa di importante, darle un senso, che forse è tutto ciò che alimenta i miei pensieri.
So che è tutto molto confuso in questo messaggio ma è perché i miei pensieri sono molto, molto confusi: sto iniziando a fare caso a cose alle quali prima non davo la benché minima importanza, sto iniziando a cercare di modificare il futuro ma pensandolo eccessivamente in ogni sua variabile, impedendomi in parte di vivere a pieno nel presente in quanto faccio molte azioni indirizzate ad un futuro e scavando molto in un passato che da “sicurezza”,mi stufo di girare nella mia città e alle volte mi sento a disagio a starci perché mi piacerebbe essere altrove, ma non so quando nè per quando. Non pensavo di avere tutta questa confusione a 20 anni quando ormai mi sembrava di avere tutto saldo nella vita, ma ciò mi ha anche mostrato quanto la vita sia particolare.
Spero possiate aiutarmi un po’ in questa confusione generale e darmi qualche consiglio su come vivere un po’ più serenamente il presente, ma comunque non perdendomi possibilità bellezze per il futuro :).