Affetto mal riposto

Inviata da Ste · 24 ago 2023 Depressione

Buongiorno Dottori,
Innanzitutto grazie a chiunque vorrà darmi anche solo una breve risposta.
Ho 53 anni e da tre soffro di una profonda depressione. Sono in cura presso un CSM, seguita da una psichiatra e da una psicologa. Vi chiederete come mai io scriva qui nonostante sia già seguita. In realtà io sono seguita in un ambulatorio pubblico, e per la depressione. Non riesco a porre questa domanda alla mia terapeuta.
Se devo essere sincera so già quelle che saranno le risposte. Ma sto soffrendo moltissimo, vorrei poter parlare di tutto con qualcuno che provasse a capirmi senza risposte esclusivamente da manuale...
È molto molto molto difficile e imbarazzante parlarne...
Nonostante sia sposata e madre, ultimamente sto provando una certa attrazione verso il mondo femminile. Desiderio di contatto psichico ma anche fisico. Potrà essere strano, ma è così... L'attrazione è inizialmente mentale. C'é stata una persona verso la quale provavo grandissimo coinvolgimento.
Putroppo, sottolineo la parola purtroppo, una seconda persona mi ha generato sensazioni identiche, la mia psichiatra...
Lo so, c'è il transfert. Ho letto e riletto articoli e brani da libri che ne parlano. Ho cercato di razionalizzare il tutto, di vedere tutto nella giusta prospettiva. Tutto inutile.
Certe emozioni e certi sentimenti non possono essere gestiti facilmente con la ragione.
Non sono mai riuscita a parlargliene sotto la vera luce. Gliel'ho accennato, ma solo come richiesta di avvicinamento. Sarei anche disposta a cambiare medico pur di poter entrare in contatto con lei almeno in amicizia. È una persona con cui condivido molto, a volte si esce un po' dal seminato parlando, e mi trovo talmente bene che non vorrei che la seduta finisse.
La sua risposta alla mia richiesta è stata quella del transfert, delle regole, dello spazio istituzionale in cui ci troviamo durante le sedute.
Ho chiesto quindi un allontanamento, salvo poi stare ancora peggio e desiderare di tornare a parlare con lei.
Perché non è lecito un sentimento del genere? Perché non può esistere?
Cosa c'è di così sbagliato, così negativo?
Cosa ci posso fare se è nato in me?
Non provo assolutamente nulla del genere nei confronti della psicologa che mi segue. In me quindi si genera un senso di sconfitta che va a sommarsi al mio umore già deflesso...
Solo perché sono una paziente, non sono degna di attenzione? Perché sono in cura psichiatrica? Ma lo sono per depressione non per psicosi differenti..
Perché la dottoressa non pare accettare il sentimento? Perché lo tratta come un disturbo psicologico? Lo deve essere per forza?
Sono "pazza"?
Oltretutto mi ha detto che avremmo potuto parlarne, in realtà ogni volta che l'accenno mi taccia dicendo che c'è poco di cui parlare, è così e basta.
Come posso parlarne alla terapeuta che lavora nello stesso posto e per giunta in équipe con lei?
Perché mi devo sentire così sbagliata e sciocca?
Spero in una vostra cortese risposta e ringrazio.

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Miglior risposta 25 AGO 2023

Grazie per aver condiviso la sua situazione con tanta apertura e sincerità. Non sono un medico, ma posso offrirle alcune considerazioni generali sulla sua situazione.

Innanzitutto, non è "pazza" o "sbagliata" per provare questi sentimenti. Le emozioni e le attrazioni che descrive sono complesse e possono essere molto intense. Il transfert, come lei ha menzionato, è un fenomeno comune nella terapia e può manifestarsi in molti modi diversi.

Tuttavia, è importante riconoscere che le relazioni terapeutiche hanno dei confini chiari e definiti per proteggere sia il paziente che il terapeuta. Questi confini sono essenziali per mantenere l'integrità del processo terapeutico.

Capisco che possa sentirsi frustrata e confusa dalla risposta della sua psichiatra. Potrebbe essere utile cercare un terapeuta esterno con cui discutere di questi sentimenti, qualcuno che non sia collegato all'attuale équipe di cura. Un nuovo terapeuta potrebbe offrirle una prospettiva diversa e aiutarla a esplorare questi sentimenti in un ambiente sicuro e confidenziale.

Infine, è importante ricordare che la terapia è un processo, e può essere doloroso e difficile a volte. Ma è anche un'opportunità per crescere e comprendere se stessi in modi nuovi e profondi. Continuare a lavorare con un professionista di cui si fida può essere un passo importante verso la comprensione e l'accettazione di sé.

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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