Comportamento distruttivo nella coppia - ho davvero bisogno di un sessuologo?
Spero possiate aiutarmi in questo momento di estrema confusione mentale e dolore psicologico per qualcosa che io ho stessa ho provocato. Vivo a Londra e sto da 3 anni con un ragazzo con cui c'e' stato sempre un rapporto di 'amore e odio', un puro sentimento di forte amore contrastato da incompatibilita' caratteriali che, attraverso tragici litigi, abbiamo cercato di superare. Con lui mi sono sempre sentita come davanti a un dio censore, che a differenza di altri, non e' stato mai indulgente verso le mie idisiosincrasie caratteriali. Sono una donna che ha sempre evitato le relazioni 'normali', per paura di sentirsi soffocata, uno spirito libero piu' a parole che a fatti, perche ho avuto poche relazioni e sono sempre stata fedele. Con lui ho imparato a superare queste paure, chel lui, giustamente, non tollerava. Venivo da una relazione lunghissima e fortemente ambigua, dove l'uomo con cui stavo non mi desiderava piu' da tempo e con cui abbiamo continuato il rapporto vista la nostra profonda affinita', nonostante la frustrazione che ne derivasse per la sua mancanza di desiderio sessuale. Il mio attuale ragazzo ha sempre sofferto quando andavamo a ballare perche sono una persona naturalmente socievole, che ama stare al centro dell'attenzione, un po' esibizionista e sopra le righe. Purtroppo eravamo amici prima di stare insieme e ha assistito a scene in cui, da single, flirtavo con gli uomini e magari li baciavo, senza mai andare oltre perche non mi interessava. Premetto che sono sempre stata fedele e devota a lui, ho dato la mia anima alla relazione e non mi sarei mai sognata di tradirlo. Diceva che gli uomini mi guardavano come un oggetto quando ballavo e in quei momenti lui provava disgusto per me, anche se vedeva che non me ne accorgevo. L'anno scorso mi stava lasciando perche due ragazzi mi avevano seguito fuori da un negozio e lui era convinto che fossi stata io a provocarli, cosa che non era vera e mi portava a estrema frustrazione. Io vivevo il suo come un trauma e mi sentivo impotente, cercando sempre di mediare tra l'essere me stessa e il non reprimermi e evitare di farlo stare male. Ho sempre pensato che fosse lui soltanto a non accettarmi, considerata anche la mia innata paura dei pregiudizi maschilisti e della repressione immotivata della propria liberta'. Nel corso della relazione ho cercato di correggermi in alcune cose, riconoscendo il mio comportamento istrionico, come ad esempio alcuni aspetti dell'abbigliamento avendo la sensazione di fare tutto il possibile. La nostra attivita' sessuale era quasi inesistente negli ultimi mesi, ma lui l'attribuiva alla sua depressione e mi chiedeva di avere pazienza, il che mi generava frustrazione e mi portava indietro nel tempo. Ultimamente si e' presentata la possibilita' di vivere insieme che ha portato a galla molte delle nostre dolorose diversita'. Sabato sera ho bevuto troppo dopo avere assunto ansiolitici (lo faccio al bisogno, dopo una cura che ho fatto tempo fa per attacchi di panico, ma non ne sono dipendente ne' esagero) e per irrazionale dispetto e ansia accumulata mi sono comportata come non avrei dovuto, pur sapendo, o meglio, sapendo che gli avrei fatto male e avrei confremato le sue paure. Ero fuori controllo, ho baciato il mio ragazzo quasi denudandomi, un ragazzo mi ha preso la mano e lui ci ha visti (non avevo intenzione di fare niente). Mi ha lasciata dicendo che i suoi problemi sessuali derivano dal fatto che mi vedeva come una cagna alla merce' di tutti e che prima devo curarmi. E' convinto che gli abbia sempre mentito quando non e'vero! Ho sbagliato e e mi odio. Nell'oblio dell'alcool e dei tranquillanti, mi sono comportata cosi credo per boicottare il nostro rapporto, che mi sembrava essere arrivato a un punto di stallo, con lui depresso e passivo (per motivi di lavoro e non solo) e inattivo sessualmente, nonostante le mie richieste di una spiegazione. Riconosco di avere avuto un comportamento lesionista e ho gia contattato uno psicologo in zona da cui andro' a breve. Il problema e' che ora lui sostiene e si e' convinto che io sia malata (disturbo di personalita'!) e soprattutto pensa che abbia mal riposto la sua fiducia in me e mi offende con accuse assurde e volgari. Le mie domande sono due: - come posso aiutarlo a reltivizzare il problema e assicurarlo sulla mia serieta' - dopo le sue accuse, temo di soffrire del disturno istrionico di personalita'. Quali sono gli elementi per identificarlo? Non vorrei fosse la mia fragilita' del momento a farmi vedere qualcosa che non e'. Vi prego, aiutatemi a fare chiarezza perche mi sembra di impazzire.