Abusi sessuali infantili e rapporto di coppia in età adulta

Inviata da Micaela Lorenzato · 12 ott 2023 Terapia di coppia

Buongiorno a tutti. Sono una donna di 43 anni. Vi scrivo perchè sto vivendo un periodo davvero tosto, dopo che da anni avevo ritrovato un mio equilibrio.
La mia storia parte dall' infanzia. Abusi sessuali ripetuti da parte di mio nonno. Avevo tar i 5 e gli 8/9 anni credo...
lo dissi a mia madre dopo che mi vide angosciata durante la visione di un programma tv dove si parlava di malattie sessualmente trasmissibili. Le dissi tutto. Le mi rispose che faceva così perchè mi voleva bene ma quella risposta non mi convinse gran che. aggiunse di non satre da sola mai, ma con mio fratello.
Così feci e quando mi cercò io mi difesi da sola. Lo ricordo ancora. Ammiro il coraggio e la forza di quella bambina.
Gli anni passarono. La mia educazione era tosta. Molta rigidità, severità, giudizio. Regole, imposizione, dogmi. Ero una bambina che era stata catapultata nel mondo adulto, fatto di responsabilità, mansioni da svolgere (stirare, lavare, pulire).
Facevo tutto, pur di ottenere le atenzioni e il benestare di mia madre. La temevo, temevo il suo giudizio, ma allo stesso tempo la cercavo perchè volevo fosse fiera di me.
Lei lavorava tanto, era sempre nervosa e ha pure avuto un periodo di depressione forte. Mio padre era paziente, coccolone e buono, ma anche lui spesso era in trasferta e lavorava fuori (anche turni notturni)
I complimenti di mia madre erano per gli altri. Diceva che se ne aceva a noi temeva ci montassimo la testa.
A volte venivo punita anche senza motivo (per colpa di altri)
Sono cresciuta sempre con il terrore di sbagliare o non fare la cosa giusta. Esami di scuola, competizioni sportive erano fonte di ansia e angoscia...temevo il giudizio!
Passa il tempo...la mai autostima resta molto bassa. Mi sentivo bruttina rispetto le mie compagne che avevano intrecciato le prime avventurine amorose...ma io no. Come se non interessassi a nessuno.
Finchè inizio ad essere probabilmetne "piacente"...assumo un atteggiamento fastidioso di "ti catturo, ti faccio credere che mi interessi, ma poi ti dico ciao", senza che accadesse mai nulla. Illudevo. Attiravo. Forse per cercare conferme sulla mai capacità seduttiva. Finchè arriva il primo amorino (tra i 16 e 20 anni). Niente rapporti perchè la verginità mi era stata trasmessa come un valore importante dalla famiglia, finchè questo castello cade, quando un altro ragazzo mi corteggia e mi fa sentire bella. Lascio il mio fidanzatino e cedo a quest' altro. Con la masturbazione perdo la virginità e così mi lascio al mio primo rapporto. Non mi è piaciuto. Deludente.
Passa il tempo...trovo un altro ragazzo con cui ho avuto una storia un anno. TRAVAGLIATA! era un ragazzo padre e i miei genitori mi hanno ostacolata in tutti i modi, mio fratello compreso. Perchè avendo un figlio sarei arrivata sempre per seconda. E loro per me volevano di più. E' stato un inferno. Mi avevano tolto quasi il saluto, paingevano di continuo la notte sul letto o sul divano (mia madre in particolare)...mi dicevano se ci vuoi bene lascialo..ci stai facendo soffrire...ma io non trovavo giusto scegliere tra loro e lui...e sono andata avanti. Finchè da sola ho capito che non funzionava...forse entrambi eravamo logorati da quell' ostruzionismo...
Passa ancora tempo e conosco il mio attuale compagno, nonchè marito.
Siamo stati fidanzati 4 anni...poi il matrimonio.
In quel tempo io ho concluso l' università, lui iniziato a studiare benchè lavorasse...poi io ho intrapreso un lavoro e poi un altro ancora. Quando cambiai lavoro fu un disastro da subito. Mobbing psicologico duro. Ma avevo appena aperto il mutuo e si basava sul mio stipendio...dovevamo sposarci io e mio marito e quella era la fonte di sicurezza. .
Ero sola, smarrita. sfiduciata e molto triste perchè per me il lavoro era tutto. Volevo rifarmi di tanti anni di studi da cui non avevo tratto grandi successi...volevo valorizzarmi, e ancora una volta avere approvazione del mio operato e di me.
Accade che...un collega finalmente mi dimostra la sua vicinanza, il suo sostegno. All 'inizio lo sento un grande amico, un fratello..ma inizia poi un gioco di corteggiamento che ci avvicina. Lui brutto periodo, si stava separando...io dovevo sposarmi...
Lui più grande di me di 16 anni.
Di fatto mi fa sentire bella, importante, donna, seduttiva...
Non cedo...ma mi confonde.
Inizia ansia, panico...mi chiedo cosa stia succedendo...ne parlo a casa e mi dicono sarà stress pre matrimoniale e lavorativo...prendo anche xanax..ma non funziona.
Mi sposo. E dopo poco...cedo. Cado tra le braccia di questo collega. Dopo un forte senso di colpa, mi prometto che non accadrà più e invece...ci ricasco...lui non mollava la presa...e io cado in trappola. Mi piaceva come mi faceva sentire quella situazione: libera dalle regole, finalmente qualcosa per me, mi sentivo viva, bella, desiderata! donna!
La storia proseguì per 5 anni...
La cosa triste e di cui provo grande vergogna è che questa persona io l' ho introdotta in casa, ho presentato tutti, frequentava i nostri ambienti, era con noi nei week end, alle feste...e è capitato pure in vacanza. Sembrava tutto normale. Come se io mi fossi costruita un mio mondo, ognuno col suo ruolo. Ero forse malata?
Poi iniziai a mollare la presa. I sensi di colpa per ciò che stavo facendo si sono fatti sentire, sapevo che non mi avrebbe portato a nulla quella storia...
Presi le distanze da lui e mi riavvicinai a mio marito. Ero di nuovo "innamorata"...lo vedevo con ammirazione, con stima, sentivo la sua presenza, il suo supporto (nel frattempo aveva preso tre lauree e aveva fato dei percorsi di consapevolezza). Lo sentivo diverso, maturo...meno nervoso e...meno preso dalla sua famiglia e dal suo lavoro.
Lasciai lil mio lavoro...ero stanca dopo 10 anni di mobbing, senza ottenere nulla...se non zero tempo per me e la mia famiglia.
Mi sono rimessa a studiare, ho preso diplomi sportivi e altro...ed è iniziata una nuova vita. Anche con lui.
Sono passati circa 10 anni..ma oggi, causa evento scatenante, sono tornata a rivedere quei 5 anni di mio totale egoismo e mi sento male. Ansia, vergogna, sensi di colpa, di sporcizia, di falsità. Presa da tutto questo ho detto a mio marito sia degli abusi che del tradimento (anche se non ho parlato dei 5 anni ma di una sola volta). Ho rivelato con chi avevo tradito.
Lui dopo un colpo ricevuto così, si è dimostrato un tesoro, mi incoraggia e mi da forza, ma io...mi sento uno schifo. Non so se sia perchè non gli ho detto la verità in toto o perchè io non riesca a riveder quella vecchia me da cui ho preso largamente le distanze...o per entrambi i motivi. Sto facendo un percorso psicoterapeutico con EMDR...ma...è dura. Non riesco ad accettare ciò che ho combinato. Mi sento una brutta persona.
Oggi non lo rifarei di certo più. Mio marito è prezioso...e non meritava quanto io ho fatto. Ma cosa mi è preso al tempo? Può il mio passato aver influenzato la mia età adulta? So che dire o non dire a mio marito cosa ho combinato dipende da me, ma io davvero non so che fare...Mi sembra (anzi l'ho fatto) di aver deciso anche per lui...se sapeva come stavano le cose poteva scegliersi una persona diversa, essere libera di decidere il da farsi a quel tempo...), Dire tutta la verità oggi, potrebbe avere un senso? lo ferirei e basta o che? e' sufficiente ciò che ho detto oppure sarebbe corretto dirgli tutto quanto?? mi sento davvero una pessima moglie.

Questi 10 anni siamo stati bene...(lui dice che è sempre stato bene)...abbiamo fatto tante cose, intrapreso percorsi insieme, condiviso molte situazioni. Con maturità, responsabilità, fiducia.
Forse io avevo idealizzato il matrimonio, lui, l' altro...forse avevo idealizzato l' amore?...forse non ero pronta ancora perchè dovevo fare i conti con il mio passato e lasciare andare molte cose?...so solo che sto male...

Grazie...e mi scuso per lo scritto lungo...volevo essere esaustiva il più possibile.

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