Dubbio su abuso sessuale infantile rimosso. Aiutatemi.

Inviata da Aiuto · 8 dic 2020

Buonasera, sono un ragazzo di 23 anni. Negli ultimi mesi sto maturando il dubbio di aver subito abusi sessuali da mio padre mai registrati nella memoria a causa della giovane età.
Vivo in una famiglia di 6 persone io sono l'ultimo. Ho problemi di stipsi da quando sono bambino, negli ultimi 5 anni ho avuto episosi di defecazione ostruita e relativa necessità di sbloccare le feci con le dita fino ad arrivare a defecare compulsivamente nel bidet. Tutt'ora nel momento successivo alla defecazione ho delle ripetute contrazioni dei muscoli rettali che non riesco a evitare e una grande insoddisfazione come fossi sempre sporco o non avessi finito. Quando ero bambino fino circa alle medie, masticavo con una sola parte della mandibola, cosa che mi ha portato a sviluppare un viso leggermente asimmetrico. Il mio rapporto con le donne è sempre stato molto travagliato. tendo ad assumere comportamenti supini e a regredire a una condizione infantile ogni volta che mi trovo sull'incipit di una possibile relazione, che non ho mai avuto, con dichiarazione d'amore spropositate e conseguente ricerca di affetto. Non ho una calligrafia, o meglio, ho la sensazione che la mia calligrafia non sia mai definita, come se avessi tanti tipi di scrittura tutti molto sgraziati e in continuo cambiamento. non sono vergine ma ho sempre avuto problemi di erezione nel momento del rapporto, quasi tutte le volte non andato a buon fine. Sono etero anche se ho avuto molti dubbi sul mio orientamento sessuale in passato. Ho problemi di depressione, altalenante da dopo le superiori, che ho finito estremamente in ritardo rispetto ai miei coetanei. Iniziano a riaffiorare memorie di stimolazioni sessuali con le feci, come a riprodurre una penetrazione con tanto di posizione corporea. Da quando ho iniziato a masturbarmi non ho usato le mani per molto tempo ma piuttosto frizione e strusciamento contro oggetti (rimessa in atto dell'episodio?) che è risultato in un pene storto e in un'erezione quasi verticale. fumo molto, anche erba e ho un umore estremamente instabile. Ho due blandi tentativi di suicidio alle spalle uno dei quali mi ha lasciato indelebili cicatrici sulle braccia.
Ricordo anche diversi episodi di "estraneità dalla realtà", come di allontanamento visivo dalle cose, come se la mia visione diventasse un tunnel e gli oggetti si facessere lontani e irraggiungibili nonostante immobili o ancora sensazioni di estraneità dal mio corpo, come se non fossi reale, una sensazione terrificante e spaventosa.
Per quanto riguarda mio padre è sempre stato molto affettuoso e presente, ma non credo che questo significhi molto. una volta, tornato a casa dopo qualche mese di lontananza a causa di una relazione extraconiugale ha sfondato la porta del bagno a calci dove mi ero chiuso dentro perché non volevo abbracciarlo. Ad oggi, ogni volta che mi abbraccia ho la sensazione che la sua mano scivoli ad accarezzarmi il sedere, sono disgustato. Lui ha avuto un padre molto distaccato che definisce sessofobico e che lo ha segnato molto, lo odia e non perde occasione di sottolinearne i difetti e gli errori. Ora non vivo più in casa e se non fosse per mia madre, sempre molto preoccupata per me lui non mi cercherebbe. Anche quando sto palesemente male, quando vengono a trovarmi e mi vedono fatto e incarognito a mia madre si spezza il cuore, lui invece è sempre estremamente allegro e positivo, come se vivesse in una realtà a parte o non volesse vedere. Sono stabile attualmente ma ho questo tarlo che mi sta mangiando vivo, anche una risposta affermativa sarebbe migliore del dubbio di dover vivere con un genitore pedofilo senza mai averne la certezza, anche fosse stato un solo episodio, ho valutato più la possibilità di frequentare uno psicologo ma non me la sento ancora, ci deve essere un motivo per questa condizione, non riesco a credere di essere così e basta.
Mi serve qualcuno che abbia avuto in cura abusati e abusanti, qualcuno che capisca queste dinamiche.
Vi prego, aiutatemi.

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Miglior risposta 9 DIC 2020

Buongiorno,
il suo desiderio di conoscere a cosa sia dovuto il suo stato di salute mentale è legittimo. Può darsi che nel corso di una psicoterapia si riesca a far emergere ricordi, ma può anche darsi che non ci sia stato abuso.
Sicuramente c'è il bisogno di una psicoterapia. Quindi non psicologo, ma psicoterapeuta con esperienza è quello che deve cercare.
Scrivere qui potrebbe aiutarla, ma potrebbe anche essere un modo per illudersi di aver fatto qualcosa per se stesso, mentre si impedisce di farlo. Questo è caratteristico di quello che sembra essere il suo disturbo. Senza averla incontrata, non posso azzardare a dire di più se non che una psicoterapia è il solo modo per provare a risolvere.
Mi stupisce però, che con due tentativi di suicidio, non le sia stato offerto un percorso. Veramente mi stupisce molto. Lei poi è molto consapevole di stare male e da molto tempo.
Forse lei che ha sempre avuto difficoltà a relazionarsi con le altre persone, teme che una relazione con un professionista, col quale dovrebbe confidarsi, possa risultare in qualcosa che lei non controlla. Che possa in qualche modo riprodurre la relazione che ha con suo padre (che sfonda la porta per imporle un abbraccio) o sua madre ( che si dispera per lei ...e poi?).
Se questo è il caso, provo a dirle che, almeno i terapeuti di area psicoanalitica, sono molto attenti a mantenere una relazione di aiuto sì, ma con il dovuto rispetto e libertà.
Rispetto e libertà che anche io le lascio nella sua scelta.
dott.ssa Giuliana Gibellini

Dott.ssa Giuliana Gibellini Psicologo a Carpi

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15 DIC 2020

Buongiorno. La situazione da lei descritta, i sintomi ed i vissuti carichi d'angoscia, riflettono sicuramente un disagio con cui è costretto a convivere da tempo. La sua è una storia dolorosa a cui giustamente cerca di dare un senso e delle risposte. Avendo lavorato con storie di abuso posso dirle che stabilire con certezza la veridicità dell'episodio è difficile, ma si può lavorare sull'elaborazione del trauma che si è generato. Una psicoterapia familiare potrebbe essere utile a ricostruire le relazioni significative da lei avvertite come disfunzionali, rileggere i sintomi in chiave sistemica e "liberarla" dall'impotenza che lei avverte rispetto alla sua vita. Lavorando su di sè, su come si è sentito in relazione agli altri e a se stesso, potrà elaborare il dolore che l'ha portata a diventare la persona che è oggi. C'è sempre la possibilità di stare meglio, non cambiando il passato, ma ripartendo dal presente per poter finalmente guardare al futuro. Spero di esserle stata utile e resto a disposizione per ulteriori informazioni.
Dott.ssa Valentina Padolecchia

Dott.ssa Valentina Padolecchia Psicologo a Bari

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9 DIC 2020

Caro anonimo,
Il tuo racconto è davvero toccante. Mi chiedo quanto deve essere difficile vivere con questi pensieri e queste sensazioni.
I ricordi hanno due aspetti: da una parte fondano una grossa fetta della nostra personalità, dall'altra hanno la caratteristica di essere impalpabili, spesso indefiniti e pur sempre una produzione della nostra mente. Infatti essi sono ricostruiti da noi stessi sulla base della nostra percezione, in base a ciò che abbiamo vissuto e "sentito" sulla pelle. Per questo a volte è difficile capire se lo ricordiamo perché è successo realmente o perché è "come se" fosse successo.
Esistono delle tecniche come l'ipnosi o L'EMDR che potrebbero aiutare a rivivere quei ricordi, puoi fare delle ricerche se vuoi, ma io vorrei soffermarmi un attimo su ciò che la tua mente e i tuoi sentimenti ci stanno e ti stanno dicendo.
Mi sembra che le tue difficoltà derivino da una ricerca di definizione di te stesso (nella calligrafia, nell'orientamento sessuale), dalla sensazione di avere qualcosa di storto (il viso, il pene) e dalla difficoltà nel lasciarsi andare (la defecazione e il sesso). Freud ci insegna come la fase anale sia direttamente collegata al piacere e alla rabbia, ed è possibile che tu abbia questi due sentimenti nei confronti del piacere: godimento e rabbia allo stesso tempo. Questo diventa un blocco importante nella tua soddisfazione personale, che si manifesta concretamente nella mancanza di soddisfazione quando defechi.
Sarebbe importante capire se sia possibile trovare un ponte con il tuo mondo del piacere, non solo quindi col tuo mondo della rabbia, analizzando la tua storia e i tuoi vissuti presenti.
Mi rendo conto di quanto possa essere difficile parlare con qualcuno di queste cose, ma i significati che sono nel mondo di ognuno di noi sono davvero vasti e trovare una risposta così importante per te con questo metodo, credo sia non solo impossibile, ma anche irrispettoso nei tuoi confronti e di tutto il tuo vissuto.
Ti auguro di trovare la forza di fidarti di te stesso e di quella parte che ti ha fatto scegliere di firmarti con una richiesta: Aiuto.


Dr.ssa
Michaela Mortera

Dr.ssa Michaela Mortera Psicologo a Civitanova Marche

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9 DIC 2020

Buongiorno,
dalle sue parole si percepisce la sua insofferenza e paura di aver subito qualcosa di grave e mi dispiace molto, ha dimostrato un gran coraggio nello scrivere tutto qui.
In generale, il bambino/a che viene abusato/a prova senso di colpa per aver "attirato" l'abusante, per sentirsi in un certo senso complice e vergogna, mentre l'abusante sceglie le vittime più "deboli", cioè più chiuse, timide, che non parlerebbero mai. Come crea la ragnatela per attirare a sé? solitamente con un ricatto emotivo, "se lo dici, la mamma non ti vorrà più bene" oppure "è un nostro segreto", facendo leva sul sentimento di colpa e sugli altri sentimenti messi in atto dal bambino (es. affetto per l'abusante). Queste sono informazioni generali, ovviamente ogni caso ha una specifica a sé, ma si è visto da diversi studi che le dinamiche principali tendono ad essere quelle sopra esposte.
Per capire meglio se c'è stato un abuso oppure no, e nel caso rielaborarlo, ha bisogno di un percorso psicologico. Quello che può fare nel frattempo è di fare caso quando le vengono questi dubbi: cosa fa? cosa pensa? sente delle risonanze nel suo corpo? I traumi hanno memoria corporea, quindi ascolti ciò che il corpo gli comunica (ad es., nausea, blocchi sul petto, stomaco, e via dicendo).
Spero di esserle stata di aiuto, resto a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Dott.ssa Antonella Bascià

Dott.ssa Antonella Bascià Psicologo a Milano

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9 DIC 2020

Buongiorno,
le consiglio di chiedere un aiuto psicoterapeutico a orientamento psicoanalitico per conoscere e affrontare i suoi problemi.
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia

Dott.ssa Elisabetta Ciaccia Psicologo a Milano

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