Perché ti ostini a tenere insieme i pezzi di una relazione che non funziona?

Attenzione: articolo diretto e senza edulcoranti. Cosa non stiamo vedendo quando ci ostiniamo a tenere insieme pezzi di una relazione che non ci fa stare bene?

11 GEN 2022 · Tempo di lettura: min.
Perché ti ostini a tenere insieme i pezzi di una relazione che non funziona?

Ogni volta che investi energie per tenere insieme i pezzi di una relazione che non funziona stai prolungando la tua sofferenza in nome di qualcosa che forse non arriverà mai per come la desideri.

Ho lavorato con moltissime persone (prevalentemente con donne) che, abbagliate dal desiderio di soddisfare i propri bisogni, smettevano di vedere l'altra persona per come fosse veramente ostinandosi a volerla vedere per come desideravano che fosse.

Quando ci imbarchiamo in questa faticosissima strada ci ostiniamo ad appiccicare addosso all'altra persona la nostra idea di come vorremmo che fosse per soddisfare i nostri bisogni, per poi sentirci delusi e arrabbiati quando le cose vanno diversamente e l'altra persona si dimostra invece diversa da ciò che desidereremmo.

Così, per tenere insieme questi pezzi, iniziamo a "raccontarcela" creando degli alibi dicendoci, ad esempio, che lui/lei è la persona perfetta per noi solo che nella sua vita ha sofferto troppo e per colpa di quella sofferenza fa cose che ci fanno stare male. Altre volte ci diamo la colpa dicendoci che lui/lei è l'uomo/la donna della vita; sì a volte è un po' giudicante, però anche noi con i nostri modi di fare lo/a induciamo ad allontanarsi (altro alibi molto frequente). In altri casi ancora ci diciamo che ora è una persona troppo tormentata per rendersene conto ma prima o poi si accorgerà di quanto la nostra storia lo faccia stare bene così resterà. Potrei andare avanti; negli anni di alibi ne ho sentiti di ogni forma e dimensione.

Quando ti ostini a tenere insieme i pezzi di una relazione che non funziona e che non ti rende felice, ci sono diverse cose che forse non stai vedendo.

  • Ti trovi in un circolo vizioso che ti esaurisce le energie. Quando sembra che la persona facia cose o si dimostri per come la desideriamo poi succeede qualcosa che ci fa piombare di nuovo nella delusione. Però, avendo dato prova di sapere come renderti felice, vivi nell'attesa che possa ancora succedere.
  • Vivi nella speranza di un futuro felice insieme ma il tuo presente è pieno di dolore. In quello sbattere la testa contro un vetro che non ne vuole sapere di rompersi c'è un sacco di dolore nella speranza di un future sereno. Ma intanto stai male.
  • Non vedi l'altra persona per come è. La vedi per come vorresti che fosse o per come ti ricordi essere stata in passato; così consideri autentici quei comportamenti dell'altro in linea con i tuoi bisogni e desideri mentre tendi a minimizzare o a "scusare" quelli che ti rendono infelice.

Può essere che tu sia terrorizzato/a dalla possibilità di ammettere a te stesso/a che quella relazione non ti rende felice. Magari hai lottato per quella persona, sei andato/a contro quello che ti dicevano gli altri, hai combattuto per quella relazione anche se la tua famiglia ti diceva che non era una relazione adatta a te e adesso ti vergogni ad ammettere che quella relazione proprio non fa per te. Magari hai paura di ammettere a te stesso/a che ti eri sbagliato/a e tenere insieme i pezzi è un modo per evitare la paura di ammettere che hai sbagliato, perso tempo o che hai fallito.

Se ti succede questo c'è un'altra cosa che forse non stai vedendo: rimani in una relazione che non ti rende felice per paura del giudizio degli altri, ma anche per paura del tuo giudizio su di te per non ammettere di esserti sbagliato/a. In altre parole cerchi di proteggere la tua autostima dall'occhio giudicante tuo e degli altri.

Ma vale davvero la pena continuare a vivere un presente infelice nella speranza (che a volte assume le tinte di una convinzione ostinata) che nel futuro la persona sia come la desideri?

Oltre a continuare a restare in uno stato di infelicità, corri il rischio che passino giorni, mesi o addirittura anni in una situazione che non cambia; e più passa il tempo, più guardandoti indietro rischi di avere paura a chiudere. Lì subentra, di solito, un altro alibi: "se chiudo è come ammettere di aver buttato via tutti questi anni". Così, ancora una volta, resti.

Magari la paura di fare scelte sbagliate e la paura del giudizio degli altri sono tue fragilità ma il tuo valore è indipendente dalle tue scelte. Vali anche se sbagli, anche se hai investito anni in una relazione che non faceva per te.

Come M., una donna che da anni si sentiva insoddisfatta del suo matrimonio ma che si ostinava a portare avanti perché "essendo già il secondo non posso permettermi di lasciarlo" e che è riuscita a dirsi che no, quel matrimonio (anche se era il secondo) non la rendeva felice e non faceva per lei. I suoi genitori se ne sarebbero fatti una ragione.

Oppure C.. una donna che da mesi si ostinava a voler far andare bene a tutti i costi una relazione con un uomo che alternava momenti di grande coinvolgimento a momenti di screditamento e abbandono. Dopo l'ennesima ferita ha messo a fuoco che per quanto lei potesse impegnarsi a renderlo felice, lui comunque non rendeva felice lei che desiderava una storia diversa che lui non poteva darle.

Raramente da una relazione non si impara qualcosa o non ci si porta via qualcosa di bello. Le persone, così come le relazioni, non sono osservabili da una prospettiva di bianco o nero. Anche una storia che ci ha ferito può averci insegnato qualcosa o averci lasciato dei bei ricordi in certi momenti altrimenti non ci saremmo rimaste.

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Scritto da

Dott.ssa Luisa Fossati

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Bibliografia

  • Quando la giraffa balla col lupo - Serena Rust - Libro - Macro Edizioni - I Macro tascabili della felicità | laFeltrinelli
  • Dipendenza e controdipendenza affettiva: dalle passioni scriteriate all'indifferenza vuota - Massimo Borgioni - Libro - Alpes Italia - La persona al centro | laFeltrinelli
  • Donne che amano troppo - Robin Norwood - Libro - Feltrinelli - Universale economica. Saggi | laFeltrinelli

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