Il vuoto dentro : Perché lo sperimentiamo?

La chiusura di una relazione, il licenziamento dal lavoro, il cambiamento di casa, qualsiasi "abbandono" della vecchia vita per iniziarne una nuova provoca uno stato di malinconia. Non è sofferenza, è una sensazione particolare.

22 MAR 2024 · Tempo di lettura: min.
Il vuoto dentro : Perché lo sperimentiamo?

E' risaputo: le parole muovono delle sensazioni. Mi rendo conto che la parola "vuoto" possa risuonare dentro di noi in modo cupo e triste, e che tale termine sia collegato erroneamente all'idea di mancanza.

Perché ci sentiamo vuoti?

La mancanza è un sentimento ben chiaro, il quale si innesca in seguito alla perdita di "qualcosa o qualcuno". Il sentimento di vuoto invece inizia esattamente quando la mancanza lascia maggior spazio alla consapevolezza di aver attuato le scelte corrette per sé stessi, alla consapevolezza di aver abbandonato situazioni e percorsi che ormai non erano più a noi idonei, senza alcun tipo di ripensamento. Non vi è la nostalgia del passato, non vi è la sensazione di perdita nel senso stretto del termine.

Vista da questo lato, la sensazione di vuoto sembra molto meno "brutta" di quello che immaginiamo, ma nonostante questo, se si dovesse rappresentare in un disegno questo raffigurerebbe, generalmente, un cerchio colorato di nero all'interno. Insomma, l'immagine che viene data non è esattamente quello che per definizione indichiamo quando parliamo di "bell'immagine".

Sentirsi vuoti non è piacevole ma, ampliando la visione della situazione, la sensazione che ne deriva non sempre ha una sola connotazione. Chiudere una relazione, chiudere un contratto di lavoro, chiudere con dei progetti, porta questa sensazione difficile da definire in termini corretti. Proprio questa sensazione è uno step obbligatorio, necessario per ripartire, per riprendere le attività abbandonate o addirittura per intraprendere nuovi percorsi.

"Guarda che passa! Basta stare così!", eppure in quel momento sembra che nulla possa passare. Il senso di vuoto prende la gola, ti riempie di lacrime, chiude lo stomaco e sembra non passi mai, la testa sembra piena di pensieri dei quali non si comprendere molto ma allo stesso tempo catapulta in una situazione ibrida. Non è mancanza del passato e nemmeno ansia del futuro.

No, la sensazione di vuoto è la sensazione di mezzo, quella che serve per fermarsi da tutto ciò che si stava facendo prima e dalla vita che ci si era immaginati precedentemente; serve per reinventarsi mantenendo però intatte quelle caratteristiche e peculiarità di se stessi che tanto ci piacciono. Ora, siamo li. Con la testa vuota e con la certezza di aver fatto la cosa giusta, ma, allo stesso tempo, con una sensazione fastidiosa: non è un peso, non è rabbia, è vuoto.

Perché ci sentiamo vuoti?

Questa sensazione poco piacevole dura sino ad un momento ben preciso: alla rinascita ovvero il momento in cui finalmente ci si accorge che questo vuoto è in realtà spazio libero; libero per se stessi, libero per il futuro, libero per le persone che si conosceranno, libero per i lavori che si troveranno, libero per concedersi la lettura di quei libri comprati e mai più presi in mano, libero per tutto ciò che da quel momento in poi diventerà davvero importante.

Quando la sensazione di vuoto si trasformerà in sensazione di libertà: è proprio in quel preciso momento che tutto passerà. Non lo si può imporre, non lo si può evitare, non lo si può gestire. L'unica vera soluzione è accettare la situazione, lasciarsi tempo per soffrire, viversi tutte le emozioni.

Qualora il senso di vuoto permanga per un tempo eccessivo, farsi aiutare è un dovere nei confronti di se stessi e di chi è vicino. Il vuoto se protratto eccessivamente nel tempo conduce a quegli stati definiti in termine tecnico con "anedonia", ovvero la perdita di interesse o incapacità di provare piacere nello svolgere attività per cui prima si provava piacere, questo può condurre a stati ben peggiori quali depressione, ansia, etc. Come tutte le sensazioni anche il vuoto deve, con i dovuti tempi, essere elaborato e superato correttamente, quando questo avviene, la rinascita è meravigliosa.

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Scritto da

Dott.ssa Patrizi Chiara

Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.).
  • World Health Organization (1992). International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems, 10th Revision (ICD-10)

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