Il tradimento e le responsabilità nella relazione di coppia

Il tradimento rappresenta una delle esperienze più dolorose, nella vita a due, poiché mette in discussione dignità, rispetto, lealtà nella relazione con l’altro. Si può superarlo?

7 SET 2015 · Tempo di lettura: min.
Il tradimento e le responsabilità nella relazione di coppia

Il tradimento è una delle esperienze più dolorose che si possono vivere in una relazione. Stravolge anche la percezione di sé, del partner, e della coppia. Statistiche piuttosto recenti (2010), rivelano che la maggior parte dei tradimenti, anche se scoperti, non portano alla rottura della relazione a causa del valore intrinseco costituito dall'istituzione familiare in sé e dal fatto che la colpa non è mai tutta solo da una parte.

Se ciò può risultare confortante, dall'altro canto, si renderebbe necessaria una profonda e reciproca chiarificazione di che cosa abbia innescato questo evento, attraverso un reciproco chiarimento, anche se doloroso.

Quando una coppia accusa dei malesseri, prima ancora che questi vengano agiti, vi è sempre una "corresponsabilità", e nessuno dei due , può sentirsi solo "vittima" o solo "aguzzino".

La confessione di un tradimento come messaggio di disagio

Il processo del tradimento comporta destabilizzazione nella coppia, e spesso percezione dell'altro come se fosse un estraneo, uno sconosciuto, un traditore, come una pugnalata inattesa e non sospetta.

Tradire mette a rischio le basi di una relazione soddisfacente: fiducia, sicurezza, stima, lealtà, progetti comuni, ed espone il legame al timore di nuove ricadute, con compromissione della stabilità della stessa. In altri contesti, questa esperienza, può divenire occasione per riflessioni individuali, e reciproche, divenendo presupposto di chiarimenti per proseguire il cammino su basi diverse. Rendere esplicito un tradimento o fare in modo che divenga noto all'altro, è molto simile ad inviare "un messaggio di disagio" al pari degli adolescenti, quando lasciano il loro diario ben in vista ai genitori! Ma questo significa che ogni coppia è esposta al rischio di tradimento?

Il rischio del tradimento

Non escludo possano esserci coppie predisposte, ma ritengo che, nella scelta del partner, ognuno di noi sia esposto a dei meccanismi psicologici, che il primis, risulta difficile capire. Tali aspetti, di solito, sono molto meno presenti, in successive unioni, se il soggetto è stato sufficientemente onesto con sé, da comprendere le motivazioni del precedente insuccesso, anziché seguire la strategia del chiodo schiaccia chiodo.

Nel precisare questo, non faccio riferimento né a flirt, né a storie di breve durata ed intensità, ma a situazione dove ciascuno dei due arriva a maturare e condividere un progetto di vita comune con qualcuno di diverso dal partner.

Disfunzionalità nella costituzione della coppia

Quando l'innamoramento finisce (e gli studi parlano di un tempo massimo entro i primi due anni) quando si progetta una vita insieme per sottrarsi ai conflitti familiari, piuttosto che continuare a restare perennemente attaccati al cordone ombelicale, con tanto di vacanze condivise, pranzi domenicali prefissati e quant'altro, qualche problema sorgerà inevitabilmente!

In più altra situazione pericolosa è quella generata dallo stereotipo mentale che il "giorno del matrimonio" si identifichi con il matrimonio, ritenendo di essere arrivati a quanto si desiderava, anziché considerare il giorno delle nozze, un giorno di festa.

Al risveglio dal "fiabesco torpore" la realtà risulta diversa: deludente, noiosa, insignificante, poiché distorte erano le aspettative originarie.

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Se, le parti coinvolte sono portatrici di valori comuni, di sufficiente flessibilità mentale, di interessi da condividere, di voglia di "crescere insieme" nel rispetto delle caratteristiche e dei tempi di ognuno, credo si possa approdare a qualcosa di gratificante, e volutamente conquistato.

Nella scelta del partner, spesso , noi non vediamo, o meglio non vogliamo vedere la realtà, immersi nell'idealizzazione dell'altro.

L'idealizzazione, cede poi il passo all'identificazione, ovvero al "voler vedere" l'altro come simile a noi. In questa logica si collocano affermazioni-tipo: " lo cambierò". Altra illusione!

Fra i rischi più comuni di quando il legame si crea ci sono quelli di creare personali economie emotive malsane. Pensare di staccarsi dalla famiglia di origine; rientrare negli standard sociali, fruire di una miglior posizione economica; realizzare una famiglia propria; credere che il partner assolva a pregresse funzioni genitoriali offrendo protezione e rassicurazione costanti, sono fra le più pericolose.

Finita la fase dell'innamoramento difficoltà a chiedere aiuto, ad esprimere i propri sentimenti, insoddisfazioni negate, aspetti narcisistici che richiedono conferme di essere piacenti e di aver successo, può condurre alla ricerca di partner sempre diversi, per colmare la vulnerabilità e la fragilità individuale, che si interfaccia con un'amata che si nutre di fantasie e sogni che non troveranno corrispondenza nella realtà.

In questo stato d'immaturitàaffettiva, in assenza di un ascolto di sé, il tradimento, dapprima ammiccante ed adrenalinico, va ad intaccare il patto di fiducia e fedeltà originario, presupposto della stabilità e continuità della coppia.

Cosa succede in chi tradisce?

Chi tradisce cerca di fuggire dal legame costituito, anche perché gli risulta faticoso avere un rapporto intimo, esclusivo con una persona. Spesso non viene fatta menzione al partner dell' insoddisfazione relazionale, schermandosi dietro una facciata di stabilità e coerenza.

L'evento dirompente insito nel tradimento, mette a nudo le carenze comunicative all'interno della coppia, cui può seguire distacco ed allontanamento, sul piano cognitivo, emotivo, sensoriale.

Il disagio che aleggia all'interno della coppia, anche se silente, può sfociare o nella passiva accettazione dell'altro, pur di non restare soli; piuttosto che ricercare qualcun'altro che lenisca la delusione e il vuoto. In alcuni casi, l'effetto è così destabilizzante, che l'unione si spezza in modo irreversibile. Altri invece, attraverso un sofferto percorso, anche con eventuale aiuto psicologico, riescono a "ripartire", pur nella consapevolezza che quanto accaduto, lascia una profonda ferita.

Ne derivano le incapacità di prendersi responsabilità, operare scelte impegnative e vincolanti, sia lavorative che familiari.

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Foto da lovvy.it

Dalla crisi si può uscire

La crisi di coppia, a seguito di un tradimento, può divenire occasione per un confronto e per costituire la relazione su nuove e diverse basi, rispondenti a bisogni nuovi per entrambi.

Quando non è il timore della solitudine e della riorganizzazione della vita, ma sono i sentimenti di ognuno e l' interesse, si può pensare se questi presupposti possono divenire prodromici di un "nuovo inizio".

Lasciare conflitti irrisolti, negarli, nascondere segreti, che poi verranno alla luce, è quanto di peggio, in quanto apporta malessere, insoddisfazione, distanza emotiva e fisica, sottraendo vitalità e opportunità di aiuto. Prediligere costanti presenze familiari, piuttosto che amicali, spesso è un modo per limitare le occasioni di "rimanere soli".

Necessita flessibilità, fermezza, comprensione reciproca per "rivedere e ridiscutere" quanto considerato "scontato". Dare per scontato quanto mai chiaramente comunicato, è una trappola della mente, un terribile nemico che espone alla corrosione del rapporto, e alla sua possibile disgregazione.

Nuovi incontri sociali, cambiamenti esterni, sede di lavoro, di abitazione, lutti, nascite, malattie, sono fattori precipitanti, che portano a modificazioni nell'equilibrio della coppia e che non possono essere ignorate, in quanto parte della vita.L'eventuale percorso psicologico della coppia

L'intervento psicologico, laddove accettato e richiesto da entrambi, mira a comprendere le modalità comunicative tra i partner, l'intimità emotiva e fisica esistente e pregressa, la capacità di gestire i conflitti, svelare aspettative desiderate ma mai dichiarate, le modalità di ognuno a far fronte agli eventi critici, a ripotare alla mente ricordi comuni di vita, ricostruendo la loro storia affettiva, per apportare chiarezza, sciogliere nodi.

Obbiettivo non è necessariamente ed esclusivamente la riconciliazione, ma almeno la possibilità di un confronto onesto e schietto, che non lasci sospesi e consenta, un processo trasformativo e maturativo, in cui anche l'amarezza, la delusione, il dolore prendano "senso" e "significato".

Dott.ssa Annalisa Orsenigo psicologa e psicoterapeuta

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Scritto da

Dott.ssa Annalisa Orsenigo

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