Sono troppo intollerante, rigido e diffidente

Inviata da Alessandro · 9 mar 2023 Relazioni sociali

Buongiorno,
vi scrivo per parlarvi di un problema che da diversi anni mi affligge: mi sono reso conto che negli ultimi 6-7 anni sono diventato intollerante a tutto, quasi come se fosse un'allergia. Non è una novità: è sempre stato così. Anche nell'infanzia ero abbastanza selettivo, ma tutto sommato avevo un mio lato tollerante e stavo bene.
Questa intolleranza è cominciata a crescere intorno ai 13-14 anni perché ho visto crollare alcune mie certezze.
Il primo caso è stato il gruppo di vacanza. Non è stata una grande perdita, ma io e i miei genitori abbiamo deciso di lasciarlo perché non ci trovavamo più bene (sono rimasto in buoni rapporti con i ragazzi del gruppo) solo che da allora non ho fatto più vacanze al mare (se non nella casa al mare che ho da sempre) e soprattutto con persone della mia età. Mi vergogno a scriverlo, ma devo: vado ancora in vacanza con i miei. E vado in città estere (o d'Italia) nel mese di agosto perché l'unica vacanza al mare coi miei (a 14 anni) è stata un fiasco enorme e quindi i viaggi all'estero servivano per sfuggire a quella dinamica.
Il secondo caso è stato il cambio della casa. A 13 anni i miei genitori mi hanno detto che avevano intenzione di cambiare casa e quindi di lasciare la casa dove ero nato e cresciuto. Per me è stato un duro colpo e ciò si è realizzato 4 anni dopo. Non era il tipo di casa e quartiere che volevo ma alla fine ho dovuto accettare. Quella casa l'ho lasciata un paio d'anni fa.
Il terzo caso, è stato a 14 anni quando ho iniziato il liceo. La classe era quasi tutta al femminile e di ragazzi ce ne erano solo tre. Mi ha fatto molto male e da allora ogni volta che mi trovo in compagnie a larga maggioranza femminile mi sento a disagio. Mi piacciono le compagnie miste. Purtroppo tale dinamica si è riverificata altre volte. A volte accetto con riserva, altre volte no.
Tra i 17 e i 19 anni sono diventato più tollerante e ho vissuto uno dei periodi più belli della mia vita tra sogni, fantasie e il prosperarsi di tante idee. Quando ho iniziato l'Università l'intolleranza è un po'ripresa. Frutto di altri episodi che posso anche tralasciare.
Poi a 25 anni ho raggiunto l'apice dell'intolleranza: mi sono trovato in un gruppo di un corso di teatro (la mia passione) in cui eravamo solo 3 uomini e quasi tutte donne (tra 35 e 70 anni) e mi sono annoiato a morte e ho fatto fatica per quasi 1 anno a trovarmi degli amici.
Poi mi sono trovato male nella casa al mare dove vado da sempre.
Ho visto crollare tante altre certezze.
Non penso di essere solo io il responsabile, ma anche gli altri o la situazione circostante. Faccio alcuni esempi
1) Due persone che conosco da anni (non si conoscono tra di loro) si sono comportati in modo che mi ha deluso: hanno dimostrato di avere tanti pregiudizi su tante cose e hanno preteso pure di avere ragione e per questo io non mi fido più di loro
2) Quando sono con mia zia al mare (è un nostro rituale) parla male delle persone che ci sono intorno mi si infonde tanto pessimismo, provo angoscia e comincio a credere di essere circondato da belve che mi vogliono male e che il luogo dove vado da sempre e a cui tengo non esista più
3) Un tempo facevamo io e i miei genitori la festa di Natale, invitando gente di varie nazionalità e andavamo in tanti bar della città. Ora tutte queste cose non le facciamo più: mio padre, che è di origine anglosassoni, lega solo con gli italiani (non è proprio così, ma l'aria che ciò possa accadere si può percepire), la festa di Natale a casa nostra si può fare ma con meno gente essendo più piccola e per quanto riguarda i bar i miei vanno solo in quelli del quartiere.
E poi potrei fare tanti altri esempi.
In questi ultimi 6-7 anni, la tolleranza, la spensieratezza, l'indifferenza, l'ottimismo e la fiducia non hanno fatto altro che restringersi. Ormai sembra fin troppo facile e scontato parlare male piuttosto che parlare bene. Questo mi delude molto e finisco col credere che in ogni cosa che rappresenta per me una certezza o una soddisfazione ci sia sempre una delusione e che i miei modi di vivere bene e la mia creatività siano ormai improponibili e addirittura anacronistici. Mi sembra che tutto sia irreversibilmente cambiato e non in meglio. A volte arrivo addirittura a rivalutare in negativo certe cose su cui un tempo ci ridevo sopra.
Non sono così pessimista, ma vorrei superare questa intolleranza. Da una parte vorrei mantenere le mie preferenze, senza essere ovviamente troppo esigente, ma al tempo stesso lasciarmi più andare e non ancorarmi troppo a certe dinamiche negative.

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Miglior risposta 10 MAR 2023

Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Sembra che tu stia lottando con un problema di intolleranza che ti ha accompagnato per diversi anni, causandoti disagio e limitazioni nella tua vita quotidiana.
Vorrei sottolineare che l'intolleranza può essere un sintomo di un problema più ampio, come l'ansia o la depressione. È importante che tu cerchi l'aiuto di un professionista per esplorare le cause sottostanti del tuo problema di intolleranza e sviluppare strategie efficaci per gestirlo.
La terapia potrebbe essere un'opzione utile per affrontare la tua intolleranza e dove imparerai a identificare i pensieri, i comportamenti che stanno alimentando la tua intolleranza e a sviluppare strategie per affrontarli in modo più costruttivo. Ad esempio, potresti imparare a ristrutturare i tuoi pensieri negativi in modo più realistico e positivo, a praticare tecniche di rilassamento e a sviluppare abilità di problem solving per affrontare le situazioni difficili.
Inoltre, la terapia potrebbe aiutarti a capire meglio il tuo passato e le esperienze che hanno contribuito alla tua intolleranza. Potresti lavorare insieme a un terapeuta per esplorare questi eventi e sviluppare una maggiore consapevolezza di come queste esperienze ti hanno influenzato.
Ricorda che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di forza. Scegliere di fare terapia potrebbe essere un passo importante verso una vita più felice e soddisfacente. Se desideri parlare di più sulla possibilità di iniziare un percorso terapeutico, sono qui per te.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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10 MAR 2023

Gentile Alessandro,
quando le esperienze della vita segnano restringere la tolleranza, la spensieratezza, l'indifferenza, l'ottimismo e la fiducia è quasi qualcosa di direttamente proporzionale. E questo crea in noi percezioni future, sporche della macchia dell'esperienza passata, perciò tutto le sembra che sia irreversibilmente cambiato, ma non in meglio.
E' giusto quel che dice, da un lato vuole mantenere le sue preferenze, perchè fondamentalmente essere "intolleranti" significa conoscere i propri confini, sapere cosa ci fa bene e cosa ci fa male, significa saper dare agli altri degli argini per preservare la nostra dignità individuale, confini che però devono essere particolarmente flessibili, proprio per evitare di ancorarsi troppo a certe dinamiche negative.
Tutto ciò è realizzabile all'interno di un percorso psicologico, nel quale l'equilibrio tra questi due poli è la parola chiave per andare a costruire strategie funzionali, per risolvere situazioni simili a quelle passate e per avere una visione meno negativa di quelle che potrebbero essere le opportunità future.
Spero di esserle stata utile e resto a sua completa disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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10 MAR 2023

Caro Alessandro,
Capisco quanto sia difficile per te ora gestire le emozioni che stai provando.
Da quanto scrivi sembra che le aspettative che nutrivi nei confronti di alcune persone siano state disattese e che ciò ti abbia particolarmente destabilizzato.
Dici anche "mi sembra che tutto sia cambiato, ma non in meglio". Tu stesso sei consapevole del fatto di focalizzare il tuo sguardo solo su alcuni aspetti delle tue esperienze di vita, i più negativi come riporti.
Ma questo è un "esercizio" mentale che non può certo farti provare emozioni positive. E se questa tua capacità di analisi la utilizzassi a trovare quegli aspetti che ancora non vedi? Quelli maggiormente utili per il tuo benessere emotivo?
Potresti ampliare il tuo Zoom ed inglobare fatti, pensieri ed emozioni, che potrebbero farti rivalutare la situazione e scoprire mondi altri.
Spesso da soli è difficile rompere schemi di pensiero e comportamentali abituali, per questo ti consiglio un confronto con un@ psicolog@ che possa accompagnarti ed approffondire assieme a te alcuni temi.
Un abbraccio
Dr.ssa Ornella Peloso - Psicologa Pedavena (Belluno)

Dott.ssa Ornella Peloso Psicologo a Pedavena

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10 MAR 2023

Buongiorno
Comprendo il suo disagio nelle varie situazioni.
Le sarebbe utile dei colloqui con uno pdicoterapeuta per analizzare le varie problematiche.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roms

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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10 MAR 2023

Gentile Alessandro,
dall'analisi che lei ha fatto e descrive sembrano esserci molti eventi della sua vita che le hanno provocato delle ferite mai del tutto guarite e questo tende a condizionare la sua vita attuale. Se oggi si pone queste domande forse è perché una parte di lei sente la necessità di affrontarle. Non dice nulla sulla sua vita affettiva? Io le suggerisco di rivolgersi ad un esperto per riuscire ad elaborare alcuni aspetti e poter proseguire la sua vita con maggiore consapevolezza e serenità.
Cordiali saluti.
Luisa Festini

Dr.ssa Luisa Festini Psicologo a Verona

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10 MAR 2023

Caro Alessandro, il suo racconto è ricco di eventi importanti, anche a livello emotivo. Comprendo la sua volontà di superare questa intolleranza che l'accompagna da anni. Per farlo un consulto psicologico può essere un valido supporto, così da cercare di capire da dove è nata e che significato ha.
Se ne ha piacere, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto, dott.ssa Sara Manzoni.

Dott.ssa Sara Manzoni Psicologo a Treviglio

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