Paure incontrollabili

Inviata da Alice · 15 set 2023 Psicologia infantile

Buonasera, mio figlio di 5 anni da alcuni mesi ha iniziato a manifestare degli attacchi di ansia quando doveva andare a pattinaggio e al corso di inglese. Solo una volta è capitato che per un imprevisto sono arrivata due minuti in ritardo ed è rimasto ad aspettarmi. L'ho trovato in lacrime e le volte successive non ne ha voluto sapere. Ho chiesto di essere presente durante la lezione ma non è bastato. Si aggrappa, piange in modo inconsolabile, inizia a battere i piedi contemporaneamente e a volte a darsi pugni. Sembra proprio non ascoltare in quei momenti. Frequenta la scuola senza problemi e le maestre mi dicono essere molto collaborativo e ha fatto amicizia con tutti. Ha iniziato però a manifestare tante paure nei miei confronti (mi rubano, cado, mi succede qualcosa e non torno). Sono sempre stata la figura di riferimento. Il papà c'è ma lavora fino a tardi. Come posso aiutarlo visto che non ora non ne vuole saperne di riprendere le attività che ha sempre fatto volentieri e divertendosi?

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Miglior risposta IERI, 22 SET 2023

Buonasera Alice,
Spesso i bambini vivono le situazioni differentemente dagli adulti e, quello che a noi può sembrare di poco conto, per loro rappresenta qualcosa di insormontabile.
Dal suo racconto mi pare di comprendere che abbia avuto tutto inizio dal ritardo. Ritardo che poteva accadere a tutti noi. Questo potrebbe, però, aver creato un piccolo spazietto nel suo bimbo, dove sentirsi abbandonato, perso, in pericolo; sebbene tutto questo non sia realmente accaduto.
Chissà, però, se nella sua testa sì.
Ecco che, quel pericolo è talmente preoccupante ed intollerabile per lui, da poterlo tenere a distanza da tutte quelle attività che comportano un distacco ed un possibile ritardo di qualcuno.
Ci tengo a precisare che, un ritardo, non comporta per tutti i bimbi una paura simile e non rappresenta motivo di terrore per sempre. Perciò, personalmente, le consiglio di accogliere questo disagio che vostro figlio vi sta mostrando e capire da dove originano tali preoccupazioni (es. chi parla/dove ha sentito di bimbi rubati; cosa gli ha fatto pensare che fosse possibile esser abbandonato; ...).

Resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Bottazzi

Dott.ssa Francesca Bottazzi Psicologo a Taggia

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18 SET 2023

Gentile Alice,
parrebbe, dalla descrizione che lei ha reso, che suo figlio stia passando una fase nella quale trova complesso distaccarsi dalla figura genitoriale, più materna a quanto pare che paterna; circa il papà sembra che il bimbo sia già abituato ad una certa assenza.
Io direi che, al di là di mostrare sensibilità verso questo timore del bambino e NON sovrapporci ulteriori ansie e paure, alcune strategie da adottare potrebbero essere relative a: anticipare al bambino le attività della giornata e quindi i momenti che vi vedranno separati, rassicurandolo circa il fatto che tornerà, come, quando, etc; abituarlo gradualmente alla separazione con fasi di distacco progressivamente più lunghe; al contempo, creare dei momenti di attività familiari nelle quali TUTTI (marito compreso) dovete partecipare, attività gradevoli all'aperto, per dire.
Queste sono solo tre dritte che potrebbero avere un valido impatto in situazioni di questo genere.
Inoltre, più che portare il bimbo in terapia, io cercherei di capire, parlando con lei e/o il padre il perché il bimbo ha questo timore della separazione; nel caso volessimo sentirci mi rendo disponibile.
Spero di averle offerto qualche spunto interessante
In bocca al lupo per tutto
Alessandro Pedrazzi

dott. Alessandro Pedrazzi Psicologo a Settimo Milanese

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17 SET 2023

Gentile Alice,
Mi dispiace leggere che in questo momento sta affrontando queste difficoltà legate a suo figlio. La prima cosa che mi sono chiesto durante la lettura è stata: ma papà è stato informato dell’ansia del bambino? Cosa ne pensa?

Dott. Cristian Conforti Psicologo a Rende

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16 SET 2023

Gentile Alice,

Mi dispiace per la situazione che sta vivendo con suo figlio. La manifestazione di ansia nei bambini può derivare da vari fattori. Potrebbe essere utile parlare con suo figlio in un momento in cui si sente rilassato e sicuro, cercando di comprendere se ci sono particolari preoccupazioni o paure legate alle attività o ad altre situazioni. Rassicurarlo sul fatto che è sempre lì per lui e che farà di tutto per garantire la sua sicurezza potrebbe aiutarlo a sentirsi più a suo agio. Se le preoccupazioni persistono, potrebbe essere utile consultare uno psicologo infantile per avere una comprensione più approfondita della situazione e ricevere consigli su come gestirla al meglio. Grazie per la condivisione e spero che la situazione possa migliorare presto.

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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16 SET 2023

Mi dispiace sentire che tuo figlio sta attraversando questi attacchi di ansia. È importante affrontare questa situazione con comprensione e supporto. Ecco alcuni suggerimenti su come potresti aiutare tuo figlio:

1. Comunicazione aperta: Parla con tuo figlio in modo calmo e rassicurante. Fagli sapere che sei lì per lui e che comprendi le sue paure. Chiedigli se può spiegarti cosa lo preoccupa o cosa lo fa sentire ansioso. Ascoltare attentamente le sue preoccupazioni può aiutarti a comprendere meglio la sua ansia.

2. Rassicurazione: Assicuragli che sei al sicuro e che tornerai dopo le lezioni. Spiega che le tue assenze sono temporanee e che tornerai sempre per lui. La rassicurazione può essere molto importante per i bambini che affrontano l'ansia di separazione.

3. Gradualità: Potresti provare a reintrodurre le attività gradualmente. Ad esempio, inizia con sessioni più brevi o momenti in cui rimani vicina mentre svolge l'attività. Man mano che si sente più a suo agio, puoi allontanarti gradualmente.

4. Consulenza professionale: Se l'ansia di tuo figlio continua a essere problematica o interfere con la sua partecipazione alle attività, potrebbe essere utile consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta specializzato nell'infanzia. Questi professionisti possono lavorare con tuo figlio per aiutarlo a gestire l'ansia in modi appropriati per la sua età.

5. Coinvolgi il padre: Anche se il padre lavora fino a tardi, cerca di coinvolgerlo nei momenti in cui può passare del tempo con vostro figlio. Un rapporto sano e di supporto con entrambi i genitori può essere benefico per il benessere emotivo del bambino.

6. Routine e prevedibilità: Mantenere una routine stabile può aiutare a fornire una sensazione di sicurezza al tuo bambino. Assicurati che lui sappia cosa aspettarsi e quando accadrà. Le routine quotidiane possono aiutare a ridurre l'ansia.

7. Lode e incoraggiamento: Riconosci e premia il suo coraggio quando affronta le situazioni che lo spaventano. L'incoraggiamento positivo può aiutare a rafforzare la sua fiducia in se stesso.

Ricorda che ogni bambino è diverso, e potrebbe essere necessario del tempo per affrontare l'ansia. Con pazienza, supporto e, se necessario, consulenza professionale, è possibile aiutare tuo figlio a superare questa fase di ansia e tornare a godersi le attività che ama.

Dott. Fabrizio Toti Psicologo a Todi

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16 SET 2023

Buongiorno signora
Porti il bambino in Ludodeca.
E lei con suo marito fate dei colloqui con uno psicoterapeuta
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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16 SET 2023

Gentile Alice, potrebbe essere accaduto che proprio quell'unica volta suo figlio abbia vissuto l'attesa in modo traumatico, con un senso di abbandono (ansia da separazione). È importante prendersi cura di questi momenti ed accompagnare il suo bambino ad affidarsi ancora alle situazioni che lo divertivano. Mi sento di suggerirle delle consulenze psicopedagogiche per aiutarla con strumenti e strategie. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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16 SET 2023

Buongiorno, quando un figlio manifesta delle reazioni simili il genitore si trova in una situazione difficile che non vorrebbe accadesse mai, gli dispiace e talvolta si sente impreparato. È comprensibile, ma non sempre c'è da preoccuparsi. Talvolta i bambini hanno bisogno di sperimentare la solitudine, la noia, anche la rabbia verso il genitore può essere costruttiva, può essere usata per sentirsi meno dipendente. È chiaro che ogni caso andrebbe analizzato in modo specifico e più approfondito, contestualizzato. Un intervento empatico, dove la mamma traduce come lui si sta sentendo, per esempio arrabbiato perché l'ha dovuta aspettare un pochino, che in effetti lui ha ragione e non è bello star lì, può avere effetti contenitivi. D'altra parte un imprevisto può capitare, ma meglio se non capiti, provi ad organizzarsi per arrivare sempre con qualche minuto di anticipo. Se aveste la possibilità di introdurre nella vita di suo figlio altre figure costanti, come un/una tata sarebbe utile, così anche se il papà riuscisse a ritagliarsi in settimana qualche momento dal lavoro per stare con lui, come portarlo a scuola o un pomeriggio in cui riesce a tornare prima da lavoro. Infine, può anche essere che il pattinaggio non sia per lui lo sport più indicato, forse ci sono bambini più grandi molto vivaci o che sono più bravi, o forse vuole fare altro, proverei a indagare. Ad ogni modo consiglio sempre uno sport di gruppo. A volte questi comportamenti sono reazioni momentanee che rientrano e che fanno parte del suo sviluppo. Però se lei, che è la mamma, pensa che sotto sotto ci sia dell'altro, sarebbe utile andare a colloquio con una collega (neuropsichiatra infantile o psicoterapeuta infantile) per analizzare bene tutto. Un caro saluto. Dr Pilia

Dott. Simone Pilia Psicologo a Roma

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16 SET 2023

Cara Alice
grazie per la sua condivisione in questo spazio dedicato, comprendo a pieno la sua preoccupazione a riguardo.
Tutto ciò che descrive andrebbe elaborato e compreso alla luce di un quadro più ampio poiché non credo sia corretto ricondurre degli stati ansiosi ad un’unica circostanza (le attività di inglese e pattinaggio) che non necessariamente può essere la causa scatenante.
Al contrario, spesso sono più fattori concatenati a provocare determinati stati emotivi nei piccoli.
Nel corso della mia pratica clinica mi è capitato numerose volte di confrontarmi con mamme rispetto ad un problema dei loro bambini e capire poi insieme che le cause erano molteplici, che riguardavano anche il sistema familiare nel suo complesso ed erano spesso lontane dal fattore che sembrava essere scatenante.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista per poter far luce sulla situazione specifica.
Resto a disposizione, anche online, qualora avesse bisogno di un consulto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Tempesta

Dott.ssa Ilaria Tempesta Psicologo a Roma

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