Ipotetica convivenza
Salve, io e il mio ragazzo stiamo insieme da qualche anno, anche se per qualche mese la relazione era stata interrotta da me a causa di alcuni comportamenti immaturi per la nostra età (circa 30 anni).
I comportamenti di cui parlo riguardano principalmente il rapporto che il mio ragazzo ha nei confronti dei suoi genitori, ai quali è molto legato e continuamente in cerca di approvazione.
Da quando siamo tornati insieme alcune cose sono migliorate: è andato a vivere da solo e ha risolto alcune situazioni che lo hanno frenato in questi anni. Resta però ancora indietro su alcuni fattori riguardanti la sua indipendenza e l'organizzazione, per la quale ancora si appoggia molto all'aiuto dei suoi. Un esempio è la pulizia della casa e l'organizzazione degli impegni, trovandosi spesso nella situazione di dover sistemare per un'intera giornata i piatti/vestiti/pulizie accumulate durante i giorni della settimana.
Da qualche mese è avanzata l'ipotesi di andare a convivere. Ormai è sempre più complicato organizzarsi tra i mille impegni che abbiamo e la mancanza quando siamo distanti è evidente.
Abbiamo così iniziato a pensarci, solo che ogni volta che questa viene tirata fuori (principalmente da me) lui si inibisce pensando all'idea di dirlo ai suoi. Non voglio assolutamente forzare la cosa, anche perché entrambi già viviamo da soli, lui sembra averne davvero voglia, però poi è come se si "scordasse" di parlarne o di guardare insieme qualcosa in maniera più concreta.
Iniziano così le mie mille ansie, del lasciare il mio appartamento (comunque un posto sicuro), del mettersi in gioco, del dover gestire quel suo lato più difficile e poco organizzato.
A breve andremo a vedere un appartamento, ma sento che non c'è la partecipazione che richiede questo tipo di passo.
Grazie