Ho amato in maniera ambigua e adesso sono distrutta dai sensi di colpa
Buongiorno.
Mi rivolgo alla comunità per avere un riscontro più ampio.
Purtroppo non posso permettermi uno psicologo in questo momento.
Da due anni sto con l’uomo della mia vita. Stessi valori, mi ha insegnato tante cose tra cui vedere il mondo sotto la luce dell’amore e della giustizia. Quando sono in sua compagnia tutto è armonia, amore, sensualità intensa e pura, senza nessun pensiero. Attualmente viviamo insieme e non litighiamo mai. Quando c’è un contrasto parliamo, parliamo. È bellissimo in ogni suo modo. Rido e sorrido realmente quando c’è lui. Le ore procedono fluenti e mi sembra di iniziare a vivere solo quando sto con lui. Non c’è nulla che io non farei con lui, mi accetta con ogni mia idea, ogni mio pensiero. Ma ogni volta che lui è lontano anche solo per poco tempo sono disperata e in preda a sensi di colpa. Succede da un anno a questa parte. Sto male perché mi ricordo quando due anni fa ero al principio del mio rapporto con lui e non ero pazzamente innamorata a prima vista, come invece è successo a lui. Avevo appena terminato una relazione con un uomo che mi aveva demolita mentalmente e avevo solo bisogno di tranquillizzarmi e stare libera per un po’, fare esperienze e svagarmi. Però ho incontrato lui e mi ha ispirato subito fiducia e serenità. E così è stato sempre, sono stata sempre bene con lui. Non l’ho mai ingannato. Abbiamo avuto esperienze differenti fino a condividere tutto. Mi ha resa una persona migliore e felice. Così io per lui. Siamo molto innamorati. E allora perché sto male? Perché poco prima che lui mi chiedesse di uscire, mi ero presa una cotta esagerata a prima vista e impetuosa per un compagno di lavoro completamente contrastante. Matto, intelligente, di bell’aspetto, sfacciato, vittima di un possibile disturbo di personalità, che lo rendeva imprevedibile ma affascinante. Molto manipolatore, non capivi mai davvero che cosa volesse, che cosa tacesse, a volte quasi aggressivo e terribile, altre volte simpaticissimo e di una educazione estrema. I nostri valori erano completamente contrastanti. Ma avevamo una grande empatia e facevamo tante cavolate insieme. Non saprei spiegare, c’era uno strano gusto della seduzione nello stare vicino a qualcuno di così estremo. Follie in giro, sentirsi liberi. Una sensazione di libertà diversa da quella che può darmi il mio uomo attuale. Brutto da dire, ma il pazzo era il diavolo, mentre il mio attuale uomo è un angelo. Ovviamente non esistono divisioni così nette, ma così è stato per me. Ammetto che ho provato interesse per l’uomo matto, chiamiamolo così, e l’ho visto come una valida alternativa al ragazzo con cui stavo uscendo. Ci amoreggiavo senza voler però arrivare mai a un punto d'arrivo. Un giorno ha cercato di portarmi a letto e io sono fuggita, poi lui ha smentito di aver mai voluto fare una cosa simile. Con il tempo, e con una rilevante problematicità (litigi, scenate, sensi di colpa) ho allontanato l’amico pazzo perché l’amicizia stava diventando troppo stretta e indefinibile, e la mia relazione stava diventando adulta. In aggiunta, mi preoccupava sempre di più la personalità malata dell’altro uomo, e questo è stata anche la ragione principale per cui mi sono sempre trattenuta dal mettere in pratica le mie fantasie su di lui. Oggi sono soddisfatta con il mio partner ma sono perseguitata da questi pensieri: mi sento in colpa perché oggi non farei mai una cosa simile, questa specie di tradimento soft. Mi fa schifo pensare che l’abbia fatto. Mi faccio schifo perché mi sono comportata stomachevolmente e il mio amore non ne sa niente, l’ha immaginato qualche volta ma ho sempre contraddetto, se glielo dicessi lo perderei, mi lascerebbe e tutto quello che abbiamo costruito sfumerebbe, lo conosco, lo so, questo è sicuro. E io non sarei felice senza di lui, come lui non lo sarebbe senza di me. Lo amo nel profondo. Mi sento in colpa perché proseguendo nel tenere nascosto questo fatto mi considero scorretta e bugiarda, mentre parliamo tra di noi di fiducia illimitata. Il mio amore mi ha chiesto con ostinazione se mi piacesse il pazzo e io l’ho sempre smentito. Mi difendo con me stessa ponderando che sono cambiata e che non lo farei mai oggi. E che se tengo nascosto questo, è solo perché se glielo dicessi non muterebbe niente in meglio: farei la vigliaccheria di ripulirmi la coscienza facendo un male crudele all’uomo che amo, e butterei via tutto questo tempo bellissimo insieme, i progetti e tutto. E poi non ho commesso alcun tradimento, mi dico. Quando penso all’uomo che amo, penso al paradiso in terra e a tanta luce. Ma quando penso al pazzo penso che l’amore dovrebbe essere proprio così: un’esplosione di colori, la determinazione di tralasciare i difetti, infervorarsi a prima vista, pensare ossessivamente a quella persona. Sono distrutta. Ringrazio in anticipo chi potrà darmi un consiglio, un’opinione. Mi vergogno a raccontarlo a chiunque altro.