Atteggiamento passivo-aggressivo o cattiveria cronica?
Ciao sono una ragazza di 21 anni e nutro profondi dubbi riguardo la mia migliore amica.
Classico rapporto tra amica estroversa, io, ottimista ed orgogliosa e lei introversa, mite e altrettanto orgogliosa.
Ci siamo conosciute in ambito scolastico, ormai 6 anni fa e quasi fin da subito un rapporto profondo: uscivamo insieme o in compagnia, frequentavamo casa vicendevolmente e avevamo passioni in comune.
Lei rimane indietro un anno, ma nonostante questo rimanemmo sempre in contatto e ci frequentavamo ugualmente anche se meno spesso.
Nonostante la sua introversione, la sua timidezza e la sua bassa autostima, mi confidava di sentirsi apatica sempre più spesso e di avere delle crisi di pianto.
Le consigliai di iniziare un percorso di psicoterapia ma non ne volle sapere poiché scettica.
Settembre 2019 lei parte per l’anno all’estero, con la speranza di potersi risollevare ma niente: fu costretta a tornare in Italia e a tentare di superare l'anno scolastico.
Nonostante io fossi impegnata con la maturità, non mancarono mai chiamate e soprattutto videochiamate molto lunghe durante le quali mi confermava spesso il suo disagio.
Io passo l’anno lei no e mi confida nuovamente di sentirsi una fallita.
A luglio approfittando della tanto sperata “zona bianca”, partiamo e passiamo una bella e spensierata vacanza: organizzai interamente io l'intero viaggio, proponendole anche un piano b come alternativa a un suo rifiuto.
Ci sentimmo spesso durante l’estate e incominciò a rivalutare la psicoterapia.
Poco dopo la iniziò e le venne diagnosticata la depressione.
Cercai di starle vicino il più possibile rispettando i suoi tempi ma sempre più iniziò a respingermi e ad isolarsi con la scusa che un’amica come lei sarebbe meglio non avercela.
Andò avanti così fra alti e bassi e sempre meno uscite e chiacchiere più o meno spensierate.
Passai un brutto periodo anche io verso la fine dell’anno del quale non gliene parlai per non appesantirla ancor di più, nonostante ne avessi bisogno poichè in quel periodo i nostri contatti erano solo via chat e superficiali.
Con la complicità di sua mamma riuscii ad andare a trovarla e la vidi spenta, demotivata e rassegnata, si scusava per le sue sparizioni improvvise dai social e mi ripeteva che mi pensava ma non riusciva a dirmelo e che aveva fatto così con tutti: mi disse che aveva abbandonato la scuola.
La perdonavo come sempre, pur manifestando il mio dispiacere e la mia vicinanza.
Solo nel 2022, dopo l’incontro abbiamo riallacciato i rapporti e ricominciato ad uscire gradualmente come una volta, fino a questo giugno.
Litigammo perché dopo avermi invitata a un uscita con altre persone che voleva farmi conoscere sparì e mi lasciò a casa senza aggiornarmi sulla loro posizione, come se avesse cambiato idea in merito alla mia presenza.
Mi disse che mi avrebbe chiamata per chiarire ma non lo fece.
Non ci parlammo per i successivi 6 mesi, fino a quando, sempre grazie alla complicità di sua mamma non ci incontrammo per un chiarimento: sembrò pentita e provai a perdonarla.
Riprendemmo ad uscire e mi fece conoscere quelle persone e il suo ragazzo, che mi avrebbe fatto conoscere in quell’occasione passata a mia insaputa.
Tutto bene fino a giugno quando dopo averla pressata per avere delle risposte in merito ad un ipotetico viaggio con il gruppo, che continuava a non dare, dice che non ci sarebbe stata, senza nemmeno confrontarsi con me.
Le dissi che ci rimasi male perchè a qual viaggio, ancora una volta, mi aveva invitata felicemente e iniziavo a sperarci, lei a sua detta "non aveva voglia" : insomma dopo questo litigio non si fa più sentire da più di un mese.
Nonostante i miei tentativi di avvicinamento evita il discorso dicendomi che non ha niente di sensato da dirmi e che non sa perchè ci siamo allontanate.
Non ha mai fatto così e non so come comportarmi.
Son distrutta e stanca di questo rapporto così scostante e passivo-aggressivo.
Cosa dovrei fare?
Ringrazio in anticipo per la lunga lettura e chiunque voglia darmi un parere più obiettivo.