Adolescente e capricci

Inviata da AnnaChiara · 10 ago 2023 Crisi adolescenziali

Buonasera, mi trovo a scrivervi di una situazione che vivo di riflesso: da un paio di anni convivo con il mio compagno divorziato ormai da 4 anni e mezzo. Il figlio, che ora ha 12 anni, quasi 13, si è trovato ad avete sempre entrambi i genitori improntati su di lui, e inizialmente aveva preso bene il fatto che entrambi i genitori avessero trovato un compagno (a detta sua). Ma da qui si sono scaturiti diversi problemi, come richieste di attenzioni e capricci dove ha sempre trovato appoggio dalla madre. Noi, che viviamo insieme da due anni, abbiamo improntato una sua cameretta dove dormire, perché ormai alla soglia delle medie era giusto che avesse i suoi spazi. Dopo ormai due anni siamo invece tornati indietro parecchio, perché alla fine della prima media si sapeva gestire da solo la notte, poi è tornato indietro con risvegli frequenti e addirittura mesi in cui non veniva da noi la notte ma solo al pomeriggio o la sera.
Dopo 3 mesi di terapia non abbiamo ancora cavato un ragno dal buco e ci stiamo chiedendo cosa cambia da noi a casa di sua madre; dove noi lo responsabilizziamo, anche nei compiti, lei lo segue ancora come fosse piccolo ma il disagio maggiore è che ha dei momenti, come oggi, dove vuole tornare da sua madre dopo poche ore che è da noi.
L'ultimo episodio che ci ha allarmati è stato lunedì notte: eravamo in hotel, tutti in un'unica stanza e alla notte si è alzato ed è andato da suo padre a dirgli Ho paura, vieni nel letto con me. Il padre ha risposto che era a 2 metri di distanza e che era ora di crescere.
Dove ci potremo indirizzare?
Grazie dell'attenzione

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Miglior risposta 11 AGO 2023

Carissima,

i tempi della psicoterapia sono lunghi, anche per i bambini e i ragazzi. quindi dovete avere pazienza e insistere con il trattamento.
Gli psicoterapeuti non fanno miracoli ma possono essere molto utili.
Se lo desiderate possiamo mantenere un contatto.
Per ora un abbraccio a entrambi.
Dott.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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11 AGO 2023

Gentile Anna Chiara,
Nel suo racconto ha detto che il ragazzo sta facendo terapia, però non è chiaro se è una terapia individuale o familiare.
Questo dettaglio importante mi permetterebbe di comprendere meglio verso quali strumenti potreste attingere.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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11 AGO 2023

Buongiorno
E' normale che un ragazzo sia più attaccato alla sua mamma, . che a lei. Sarebbe opportuno dei colloqui.
insieme a voi ed alla mamma. Con uno psicoterapeuta.
Per dargli le stesse regole , e per fargli capire che lei non si metterà mai al posto della sua mamma.
Il ragazzo è tornato indietro, a livello psicologico perchè ha paura che il padre voglia sostituire la sua mamma., con lei.
E perchè è geloso del padre. Successivamente parlare con il ragazzo per fargli capire, che il papà e la mamma sono sempre quelli.
Che lo amano come sempre.
E che i suoi genitori fra di loro hanno litigato, ma questo non significa che non gli vogliono bene
A scritto bene , dal padre il ragazzo a delle regole, e dalla mamma altre regole.
questo vostro comportamento lo manda in tilt.
Sarebbe utile ai genitori del ragazzo il Parent Training che serve per entrambi i genitori a dare le stesse regole
Lei signora non si intrometta nell'educazione del ragazzo.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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11 AGO 2023

La situazione che sta descrivendo è complessa e coinvolge vari aspetti dell'adattamento del figlio alla nuova dinamica familiare. È comprensibile che voi, come genitori e partner, stiate cercando di capire come affrontare questa situazione. Ecco alcune considerazioni e suggerimenti che potrebbero aiutarvi:

Comunicazione tra genitori: È importante che tu, il tuo compagno e l'ex moglie mantengano una comunicazione aperta e sincera riguardo alle sfide che il figlio sta affrontando. Trovare un modo per discutere e prendere decisioni insieme può aiutare a fornire una base solida per il sostegno al ragazzo.

Consistenza tra le case: Cerca di stabilire una certa coerenza tra le regole, le aspettative e i trattamenti nella casa del padre e in quella della madre. Questo potrebbe aiutare il ragazzo a sentirsi più sicuro e meno confuso

Momenti di transizione: Le transizioni tra le case possono essere particolarmente difficili per i bambini e gli adolescenti. Potrebbe essere utile sviluppare una routine o dei rituali che aiutino il ragazzo a fare la transizione tra le due case in modo più fluido e rassicurante.

Coinvolgimento della scuola: Potresti anche considerare di coinvolgere gli insegnanti o il personale scolastico nella situazione. Possono avere una visione chiara di come il ragazzo si comporta a scuola e possono offrire suggerimenti o risorse.

Pazienza e comprensione: Ricorda che le transizioni familiari possono richiedere tempo per essere assimilate. Siate pazienti e cercate di capire le emozioni e i sentimenti del ragazzo durante questo processo.

Ricorda che ogni situazione familiare è unica, quindi potrebbe essere utile cercare un supporto professionale personalizzato per affrontare al meglio queste sfide.

Detto questo e date queste indicazioni generali, voglio essere però più chiaro anche se non conosco bene la situazione e devo fare delle considerazioni in base a quello che qui scrivete: Perché li chiama capricci quando a mio avviso sono dei bisogni disattesi. Provi a mettersi nei panni di questo bambino. Ha dovuto subire il divorzio dei suoi genitori e ora si ritrova con una persona che gli è stata imposta. È naturale che voglia stare con sua madre anche se magari non sarà una madre perfetta, Ma è sua madre. Mentre rispondo provo a mettermi nei panni di questo bambino e sento la grande sofferenza che può portarsi dietro anche se non conosco bene la situazione. Che trauma può aver causato tutta questa storia a questo bambino? Ci avete mai pensato? Vi siete mai interrogati? Spero di sì, perché bollandoli come capricci sembrerebbe di no. Probabilmente i sintomi che manifesta sono l'effetto del trauma subito e che ancora sta subendo, in più dopo tutto gli mettete pure un terapeuta. Che pretese. Mi sembra che voi vogliate che lui si debba adeguare alle vostre vite, senza pensare alle sue esigenze e alla sua soggettività, e ha intitolato pure la sua domanda come: Adolescente e capricci. Mi domando se dal terapeuta è lui che ci debba andare, per cui vi consiglio caldamente di andare tutti insieme da un professionista che sappia affrontare queste situazioni, ma voi a mio avviso vi dovete mettere in uno stato mentale diverso, cioè, disposti a mettervi in discussione, perché ha impostato la domanda come se fosse solo il bambino il problema e non foste voi il problema. Le chiedo: Ciò che lei definisce come capricci non sarà forse una sua proiezione sul bambino di ciò che invece può essere definito legittimamente come bisogni fondamentali oppure altro? E voglio essere ancora più esplicito: Ciò che lei definisce come capricci, sono del bambino oppure?! In ultimo mi domando: che influenza potrà avere tutta questa storia a mio avviso traumatica e non causata da lui stesso, sulla futura vita da adulto di questo bambino?

Dott. Fabrizio Toti Psicologo a Todi

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11 AGO 2023

Salve AnnaChiara,
Il pavor nocturnus è un sintomo che può comparire come segno di regressione psicologica in atto in età pre-adolescenziale (così come è l’età del vostro). Lo sviluppo in età evolutiva, ma anche dopo potremmo dire, non procede in senso lineare bensì secondo cicli che possono prevedere regressioni di fase, questo sia normalmente che in occasione di eventi o cambiamenti del contesto affettivo. La separazione dei genitori, anche se non manifestamente, può essere vissuta dal fanciullo come momento di separazione interna, ovvero della coppia intrapsichica che si era costituita. Può esserci cioè un vissuto abbandonico e come una rappresentazione psichica di separazione cui si deve rimediare elaborando nuove strutture protettive interne. Infatti il ragazzo da una parte ha accettato la prova di realtà, vivendo in due case, dall’altra però forse potrebbe sentirsi insicuro per la perdita di un unico ambiente protetto in cui stare. Per questo è necessario che le due stanze in cui soggiorna, quella della casa materna e quella della casa vostra e paterna, non siano troppo dissimili in quanto a spazi e regole abitative. Per questo sarebbe opportuno che il padre e la madre si incontrassero presso uno psicologo psicoterapeuta edotto in materia, per lavorare sul favorire la protezione e il contenimento psichico affettivo straordinario di cui sembra aver bisogno il fanciullo. D’altronde è stato straordinario anche il nuovo assetto, quindi è necessario prestare maggiori cure e attenzioni in questo momento.
Consiglierei un percorso per monitorare le dimensioni della genitorialità. Anche lei naturalmente sembra essere motivata in questo e quindi potrà dare un grande contributo.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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