La psicoterapia di resincronizzazione per la depressione

Il trattamento della depressione: la psicoterapia di resincronizzazione Cos´è la psicoterapia di resincronizzazione e come può aiutare a guarire dalla depressione?

18 APR 2020 · Tempo di lettura: min.
La psicoterapia di resincronizzazione per la depressione

La depressione è caratterizzata da unsenso di costrizione generale e di distacco dagli altri e dal mondo.

Possiamo paragonare il nostro corpo al mezzo che ci consente di muoverci nel mondo. Infatti in situazioni di normalità, nel nostro essere impegnati nelle cose del mondo, non avvertiamo nemmeno il nostro corpo.

Nella depressione, invece, il corpo perde la leggerezza, la fluidità e la mobilità che lo contraddistinguono e si trasforma in un corpo pesante che resiste a tutte le intenzioni e impulsi diretti verso il mondo.

Per esempio, il senso di oppressione e costrizione può riguardare singole aree del corpo (ad es. sensazione di un nodo alla gola, costrizione al torace, pressione nella testa). Ma può inoltre manifestarsi come ansia diffusa, oppure in una rigidità corporea complessiva. Il termine "ansia" deriva dal dal latino "angustiae" che significa, in particolare, "restringimento", "costrizione".

Chi soffre di depressione lamenta sintomi di affaticamento, stanchezza, paralisi, dolori, nausea, intorpidimento.

Nella depressionoe, cioè, è come se la relazione tra corpo e ambiente fosse bloccata. In particolare, gli ingredienti principali della depressione sono perdita di interesse (anedonia), inibizione psicomotoria e umore triste.

In aggiunta, la persona avverte quel senso di distacco dagli altri. Ciò che prima mi piaceva adesso non mi interpella più. Il lavoro, gli hobby, gli amici. Tutto perde sapore.

Questa esperienza di distacco dal mondo e dagli altri è percepita, infatti, come particolarmente spaventante. La persona, inoltre, crede di non possedere le risorse necessarie per fronteggiare la situazione. In psicologia si parla di "impotenza appresa".

In particolare, la percezione e il movimento sono indeboliti da questa rigidità generale che si osserva, per esempio, nello sguardo, nella postura o nei gesti del paziente.

Similmente, alcuni riferiscono una perdita del gusto o dell´olfatto. I colori diventano opachi, i suoni ovattati, come se fossero ascoltati da lontano. In pratica i cinque sensi non sono in grado di partecipare vividamente all' esperienza quotidiana. In modo analogo, lo sguardo appare stanco e vuoto. L´attenzione e la memoria si indeboliscono.

La persona con depressione può solo ricevere passivamente ciò che viene dall'esterno ma di fatto non partecipa.

Il movimento, poi, è segnato da inibizione psicomotoria. Questa si manifesta in una riduzione di gesti, parole e azioni. Sembra quasi che la persona li produca solo meccanicamente e senza quell´energia tipica di chi è coinvolto nelle cose del mondo.

La postura è curva, la testa bassa, il collo pesante, sembra quasi di piombo. In altre parole, tutto spinge verso il basso. È a causa di questa pesantezza che anche compiti apparentemente poco impegnativi, come fare la spesa o fare la doccia diventano ostacoli insormontabili.

Le cose, gli oggetti del mondo non sono più "a portata di mano", per citare Heidegger.

È come se tutto diventasse più lontano. Avete presente quando siete comodamente sdraiati sul divano e il telecomando sulla mensola sembra irraggiungibile? O quando poco prima di addormentarvi avvertite l´esigenza di andare in bagno ma non avete proprio voglia di lasciare il tepore del piumone? Ecco, per chi soffre di depressione è questa l´esperienza quotidiana che permea ogni cosa.

La costrizione corporea si traduce in un senso di oppressione, ansia e pesantezza.

Anche la sincronizzazione continua di gesti e sguardi che normalmente accompagna le nostre interazioni si interrompe. Per questo motivo, ci si sente incapaci di stare con l´altro. Inoltre la comunicazione diviene lenta e faticosa.

Nelle forme più lievi di depressione questo si manifesta in una perdita di interesse, piacere e desiderio. Ma più profonda è la depressione, più ci si sente incapaci di essere toccati e influenzati dalle cose, dalle situazioni o dalle altre persone. L´amore, il lavoro, la famiglia, gli amici. Nulla importa più.

Le uniche emozioni che rimangono sono il senso di colpa, l´ansia, al tristezza e la disperazione.

Tutte queste emozioni hanno in comune alcune caratteristiche:

(1) non ci collegano, ma piuttosto ci separano dal mondo e dagli altri.

(2) Producono un senso di costrizione e rigidità corporee.

(3) Non sono risposte a situazioni specifiche (per esempio, sono triste perché il mio partner mi ha lasciato o sono in ansia perché tra un´ora ho un colloquio di lavoro) ma permeano l´intera esistenza.

L'ansia, per esempio, riguarda disastri immaginati di rovina finanziaria o di malattie, che la persona con depressione considera inevitabili. Quasi il futuro fosse già scritto e immodificabile.

La derealizzazione e la depersonalizzazione nella depressione

Il contatto emotivo con l'ambiente è essenziale per il nostro senso di realtà e di appartenenza il mondo. Quindi una perdita di risonanza corporea può tradursi in stati di derealizzazione e depersonalizzazione.

Nella depersonalizzazione la persona avverte una sensazione di distacco da sé, quasi si osservasse da fuori.

Nella derealizzazione, invece, sono il mondo, l´ambiente, gli altri ad apparire irreali. Quasi si stesse vivendo in un film o in un sogno.

Ci si sente come isolati in un mondo senza relazioni. Lo spazio attorno alla persona diventa astratto. La depersonalizzazione nelle forme gravi di depressione culmina nella cosiddetta illusione nichilista o Sindrome di Cotard. Si ha addirittura la sensazione di non percepire più il proprio corpo.

Depressione e colpa

Chi soffre di depressione e ha uno stile di personalità caratterizzato da eccessiva coscienza, scrupolosità, aderenza alle norme sociali e dipendenza dagli altri esperisce spesso un forte senso di colpa.

Gli altri sono separati da un abisso e non possono più essere raggiunti. Questo stato per la persona significa sentirsi respinto ed espulso. E la persona accusa sé stessa, ma non gli altri, come unico colpevole di tale distanza. Né la persona riesce a prendere le distanze da questo sentimento. Non c`è possibilità di essere perdonati. Né ora né in futuro. La condanna è definitiva e irrevocabile.

Depressione e tempo vissuto

Abbiamo già considerato come, quando il corpo è isolato dall'ambiente circostante anche gli oggetti attorno a noi diventino inaccessibili e irraggiungibili.

La stessa cosa avviene anche per il tempo che scandisce la vita di ogni giorno. Nella depressione è come se questo tempo scorresse molto più lentamente o addirittura si fermasse, mentre il "tempo del mondo" continuasse a scorrere alla solita velocità.

La psicopatologia depressiva può quindi essere vista come il risultato di una desincronizzazione generale, che genera rallentamento o stasi a livello sia fisico che psicologico.

A livello fisiologico, si riscontrano disturbi del sistema neuroendocrino e alterazioni del ritmo sonno-veglia, dell´appetito e della libido.

Le depressioni stagionali (tipo quella invernale) possono invece essere viste come desincronizzazioni limitate a quello specifico periodo dell´anno.

La depressione può essere vista come un disaccoppiamento nella relazione temporale tra organismo e ambiente, tra l'individuo e la società.

I pazienti si sentono incapaci di star dietro ai ritmi quotidiani e di far fronte ai crescenti obblighi. Spesso si arrendono di fronte alle incombenze o rifiutano i cambiamenti.

Tale rallentamento del tempo interiore non consente quindi al paziente di compiere passi verso il futuro. Né, tanto meno, di lasciarsi alle spalle le sue esperienze passate.

Più il tempo presente rallenta, più prepotentemente si sperimenta il potere del passato. Il tempo futuro si chiude. E con esso i progetti.

In conclusione, l´incapacità di lasciarsi alle spalle il passato non consente al tempo presente e futuro di emergere.

È come se la vita si fermasse.

La persona cade fuori dal tempo comune. Vive letteralmente in un altro tempo. Un tempo lento e dilatato. Di qui anche la fatica di alzarsi in tempo, di ottemperare agli obblighi sociali, e la tendenza a procrastinare e a delegare agli altri i compiti. La persona con depressione è dolorosamente consapevole della sua condizione di inibizione e rigidità, mentre il mondo va avanti alla sua velocità.

Il trattamento della depressione: la psicoterapia di resincronizzazione

Da questo punto di vista, il trattamento della depressione deve avere l'obiettivo di ripristinare i processi di sincronizzazione biologici, spaziali e temporali e con gli altri.

1) Per prima cosa occorre considerare un periodo di recupero. Una sorta di "timeout", durante il quale riadattarsi gradualmente al corso del tempo sociale con la minor pressione possibile. In questa fase della psicoterapia gli obiettivi sono due: per prima cosa, allentare la rigidità della restrizione corporea e l´ansia. In secondo luogo, evitare di sovraccaricare la persona. Sono i ritmi esterni ad adeguarsi ai ritmi interni del paziente.

2) In secondo luogo, è importante ridare ritmo alla vita quotidiana. Ciò significa enfatizzare la ripetizione e la regolarità nella struttura del giorno e della settimana. In questa fase soni i ritmi interni del paziente a risincronizzarsi sui ritmi esterni, dell´ambiente.

(3) In questa terza fase la psicoterapia mira a supportare il paziente per orientarsi verso obiettivi futuri. Questa fase è delicata e può rivelarsi inizialmente stressante. Questo succede perché al paziente manca ancora la motivazione e ogni azione suscita una sensazione di immediato allarme e sconforto. È quindi importante che l´intervento terapeutico sia personalizzato e tarato sulle caratteristiche personali di ciascun paziente.

(4) In questa fase il paziente viene messo nella condizione di sperimentare un grado di attivazione e stimolazione adeguata al suo stato di salute attuale. Il tempo, da vuoto, inizia gradualmente a riempirsi e ad aprirsi verso il futuro.

(5) Dopo la remissione dalla fase di depressione acuta, diventa importante consolidare i processi psicologici e sociali di risincronizzazione. È quello che avviene in questa, ultima, fase di psicoterapia per la depressione. Finalmente la persona può riappropriarsi del proprio tempo e del proprio spazio.

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Scritto da

Dr. Giuseppe Iannone

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