Tagliare i ponti con la famiglia: comunità religiosa tossica

Inviata da Account Anonimo · 10 ago 2023 Terapia familiare

Buongiorno.

Preferisco non dire il mio nome, sono un ragazzo, ho 21 anni, specifico da subito che sono ateo.

Sono nato in Italia, entrambi i miei genitori sono degli immigrati.

È da quando sono giovane che faccio molta fatica a integrarmi nella società, mi sono sempre sentito imperfetto e diverso dagli altri per le mie origini straniere, tutt'oggi, nonostante il fatto che io sappia parlare fluentemente l'Italiano e abbia un aspetto perlomeno occidentale, ho sempre l'impressione che gli altri siano sempre in grado di trovare qualcosa in me che non va, qualcosa per categorizzarmi come strano, diverso dal gruppo, e dunque da escludere.

Mio padre è un uomo onesto, grande lavoratore, in 20 anni ha messo in piedi da solo questa casa, ha fatto educare a scuola me e mia sorella, ci ha dato da mangiare e sottolineo che non stenta mai a ricordarcelo, come se questo fosse l'unica cosa che conta in un padre, visto che sotto il punto di vista emotivo ho legato molto poco con lui, non esprime mai quello che prova ed è sempre silenzioso, tranne quando si arrabbia, è chiaro.

Fino ad ora, non ci sono grandi problemi particolari a farmi desiderare di lasciare la mia famiglia, ma questo perché ancora non ho parlato di mia madre e specialmente della sua ossessione religiosa.

Vedete, noi facciamo parte di una comunità cristiana ortodossa molto piccola e rigidissima, e come se non bastasse, mia madre è una donna ossessionata dalla religione, convinta che bisogna seguire alla lettera ogni singola cazzata che sta scritta nella bibbia.

Finché si tratta di una sua scelta personale a me va bene, diventa un problema quando si sente in dovere di imporre queste follie agli altri.

Lei lo vede come un senso di responsabilità da parte sua di, e lo scrivo in stampatello, COSTRINGERMI, ad essere cristiano e a seguire alla lettera ogni singolo insegnamento biblico.

Ad aggravare la situazione c'è il fatto che lei ritenga che se non mi perseguita fino all'ultimo mio (o suo) respiro, assicurandosi che io faccia una miserabile vita fatta di privazioni, allora la sua anima è destinata all'inferno.

Comprendete quindi che questo particolare modello di pensiero malato tipico delle persone fortemente attaccate alla religione, rende ogni tentativo di dialogo inutile, in particolar modo quando si discute con una persona debole di mente e cuore come mia madre, incapace di affidarsi all'intelletto e a semplici ragionamenti logici basilari, e che quindi semplicemente si fida e segue ciecamente quello che dice la religione senza dubitare o fare domande, burattino dei preti.

Questo non vale solo per mia madre ma anche per i miei parenti e i conoscenti che fanno parte di questa comunità religiosa, tutti ossessionati, guardano la vita con quegli occhi ormai, vedono la religione in ogni cosa, lavaggio del cervello totale, mi fanno sentire così solo quando sono con me, siamo così diversi.

Dio non ci ha forse dato il libero arbitrio? È veramente questo l'insegnamento cristiano di Gesù Cristo? Imporre il proprio credo sugli altri? Rendere le loro vite miserabili pur di vederli fare il segno della croce?

Che razza di persona va in chiesa, prega, e mantiene uno stile di vita così triste e pieno di privazioni solo perché tormentato dalla madre? Se esistesse veramente un Dio, egli lascerebbe veramente che il cuore non credente di una persona praticante entri in paradiso?

Ho visto credenti picchiarsi nella nostra chiesa per delle stupidate e gente atea atteggiarsi come persone per bene, non per religione ma per buon senso, ma vaglielo a dire tu questo a mia madre.

La nostra comunità religiosa, come tutte le altre a parer mio, da millenni indottrina le persone e pianta il seme della paura nel cuore dei suoi fedeli, questo terrore che se abbandoni il credo sei condannato ad una vita miserabile e all'inferno.

Io sono stanco e stufo di tutto questo, non voglio perdere questo ultimo bagliore di luce che mi spinge a provare e ad andare avanti, sperando che le cose andranno meglio.

Madre, ti voglio bene ma stai rovinando la mia vita, non sei in grado di staccarti e di lasciare che il passero voli e lasci il nido, come è giusto che sia. Non ho più bisogno della tua supervisione, così è da anni ormai, ma questo purtroppo tu non lo capirai.

Mi rivolgo a voi professionisti come ultimo grido d'aiuto:

È davvero impossibile trovare una soluzione mediante il dialogo ad una situazione così sofisticata?

Se così fosse, credo che questa storia potrà terminate solo con un distaccamento totale dalla mia famiglia seguito da un cambio d'identità, ma vista la mia situazione economica poco colorata, credo che siamo più vicini ad una fine più macabra, la quale mi vede appeso con una corda al collo.

Ho bisogno di aiuto, per favore.

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Miglior risposta 11 AGO 2023

Salve anonimo scrittore,
Conosco bene la situazione che descrive, in quanto anche io nella mia vita oltre che nella pratica clinica mi sono relazionato con dinamiche di questo tipo. In questo caso non si tratta solo di estremismo, si sta parlando di dinamiche psicopatologiche paranoidi, ossessive che tendono sul versante psicotico con annessa rottura dell esame di realtà e perdita dei confini tra Sé e non Sé. Lei ha in cuor suo molte risorse , molta voglia di vivere che difende con unghie e denti. Purtroppo mi duole dirle che non vi sono i presupposti concreti per una possibile mediazione con la sua famiglia in questo momento. La vera mediazione potrà avvenire dopo che lei avrà preso la sua strada ponendo la sua famiglia di fronte al quesito se la amano davvero o se lei era solo una pedina di un gioco perverso. Ovviamente non sto dicendo che i suoi sono cattivi, sono gli strumenti che mancano. Sua madre in particolare deve aver trovato l estremismo religioso come modo di reprimere il suo non risolto, la sua ombra ( dimensione ombra che tutti noi portiamo dentro, inutile demonizzarla ).
Non vale la pena appendersi alla corda per quattro infelici. Lei punti ad andare via il prima possibile da questo invischiamento. Se non può al momento rimanga focalizzato sulla obbiettivo. Faccia buon viso a cattivo gioco faccia qualche croce di tanto in tanto ridendo dentro di lei per la rivincita e la bellissima vita che fara una volta libero. Sia Francisco Goya , pittore di corte ai tempi dell' inquisizione durante il giorno che poi dipingeva la realtà per come la vedeva di notte. Mi sento di mandarle un piccolo passo di una canzone "ostinato a ripetere tra i denti, brucia ancora che prima o poi ritornerò"
Rimango a disposizione per qualsiasi cosa , nel frattempo le mando un forte abbraccio.

Dott. Giovanni Volpi Psicologo a Perugia

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14 AGO 2023

Caro utente,

La ringrazio per aver condiviso la sua storia. È evidente che ti trovi in una situazione molto difficile e dolorosa. Tuttavia, è importante che tu sappia che ci sono persone e organizzazioni che possono aiutarti.

Se ti senti in pericolo o hai pensieri suicidi, ti prego di cercare aiuto immediatamente. In Italia, puoi contattare il servizio di prevenzione del suicidio al numero 800 86 00 22 o cercare un centro di ascolto nella tua zona. Questi servizi sono disponibili per offrire supporto e aiuto.

Per quanto riguarda la tua situazione familiare e religiosa, è chiaro che ci sono profonde differenze tra te e la tua famiglia riguardo alla religione e al modo in cui viene vissuta. La pressione e le aspettative possono essere opprimenti, soprattutto quando si sente di non avere voce in capitolo nella propria vita.

Il dialogo può essere una soluzione, ma può anche non essere sufficiente, soprattutto se le persone coinvolte non sono disposte ad ascoltare o a cambiare. Potrebbe essere utile cercare il supporto di un terapeuta o di un consulente che possa aiutarti a navigare in questa situazione e a trovare strategie per affrontarla. Un professionista può anche aiutarti a comprendere meglio te stesso e a trovare modi per affrontare le tue emozioni e i tuoi sentimenti.

Infine, è importante che tu sappia che la tua vita ha valore e che meriti di essere felice e di vivere in un ambiente in cui ti senti amato, accettato e compreso. Non sei solo e ci sono persone che possono aiutarti.

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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11 AGO 2023

Carissimo,

non hai bisogno di una corda al collo. Devi solamente lavorare per la tua indipendenza economica e potere così fare la tua vita in autonomia. Mi dispiace che tua madre sia così ma credimi, non è la religione che rende così ma il modo di viverla da parte di molte persone deboli che trovano un rifugio distorto nel credo. Gesù Cristo ci vuole liberi e cerca di chiamare anche te anche se in un modo decisamente più sano di quello di tua madre.
Se lo desideri possiamo mantenere un contatto.
Dott.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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11 AGO 2023

Salve,
Inizierei dalla fine che lei scrive. Non bisogna lasciare questa vita finché c’è la vita, quindi la esorto a non usare queste immagini di cappio o quant’altro perché non fanno che esacerbare il suo animo già fortemente provato. Lei è giovane e acuto nel pensiero e può e deve trovare le risorse per continuare a ragionare senza lasciarsi andare ad impulsi autodistruttivi. InfattI è questa la forza del pensiero, il fatto di continuare ricercando insieme agli altri. Il confronto con l’altro, in questo caso esterno alla sua famiglia, sarebbe fondamentale. In questo caso consiglio un consulto presso un Centro di Salute Mentale, per spiegare il suo caso ad uno psicologo e trovare un sostegno per uscire da questa situazione complessa ma non impossibile e che può prevedere una via di uscita buona per la sua vita. Concordo con lei su tutto quindi, tranne sulle ultime conclusioni che sembrano dettate più da un abbattimento depressivo che non da pensieri costruttivi. Ci si può mettere in salvo infatti e distanziarsi fisicamente da situazioni così abusanti. Però bisogna attivare una rete di aiuto esterna.
Buon lavoro in questo senso dunque, lei ha un talento potente: l’acutezza del pensiero, che però deve mettere al servizio della risoluzione del problema, facendosi aiutare.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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11 AGO 2023

Buongiorno
Mi spiace della situazione in cui ti trovi. Nessuno può essere obbligato, a subire una religione che non vuole. Neanche una mamma,
può obbligare il figlio ad aderire ad una religione , se non lo vuole., il figlio.
Ma lo deve rispettare.
In maniera particolare una mamma, verso il proprio figlio.
Non mi sembra una soluzione , quella della corda. La vita è sempre preziosa, e vale sempre viverla, anche quando ci sono difficoltà che sono più grandi di noi.
Proprio perchè nessuno può essere obbligato, lo dice anche la costituzione italiana. Ognuno può frequentare la religione che vuole, come non può frequentarlo perchè è laico..
Se tua madre non lo capisce, rivolgiti ai carabinieri, che parlando con lei , gli faranno comprendere , che per legge lei non ti può obbligare a frequentare un gruppo religioso che frequenta lei.
Successivamente ti consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta per aiutarti nella tua personalità.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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