Supervisione personale per AEC

Inviata da Mario · 13 giu 2016 Orientamento professionale

Salve, lavoro da qualche anno come Assistente Educativo in una scuola media, con utenti particolarmente impegnativi.
In riferimento a questo, mi capita da un po' di sentire, oltre ad un senso di solitudine, il bisogno di supporto e confronto che non posso trovare nei miei colleghi dato che tra noi prevalgono l'ostilità e competitività.
In passato, con una differente cooperativa appaltante il servizio, era prevista la supervisione di gruppo da cui io traevo molta forza e per questo oggi sto considerando l'idea di una supervisione personale.
Pensate sia opportuna?
In caso affermativo, quali sarebbero le differenze con la supervisione di gruppo? Come devo orientarmi per la scelta del terapeuta? Quale dovrebbe essere la frequenza degli incontri? Grazie, saluti

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Miglior risposta 13 GIU 2016

Gentilissimo Mario,
la sua richiesta mi riempie di stima nei suoi confronti. Lei sta chiaramente raccontando che vive il suo lavoro come una missione e che se la porta a casa ogni giorno... e poi però la deve "scaricare" ma non sa dove. E' proprio a questo che serve la supervisione. La sua è una necessità reale e la sua Cooperativa attuale deve prendersene carico; a questo punto dovrebbe proporla lei. Comprendo che le questioni economiche pesano sempre tanto sulle decisioni a scapito della qualità del servizio. La sua idea di "supervisione personale" è lodevole ma non è paragonabile, in qualità, a quella di gruppo. Lei avrebbe uno "sportello" utilissimo ma che sarebbe però da affiancare a quelli di gruppo, non in alternativa come ad ora sarebbe costretto. Negli incontri di gruppo c'è la condivisione, il sostegno del gruppo, la "soluzione sperimentata" in itinere dal collega che può diventare la tua soluzione, ogni soggetto del gruppo è risorsa dell'intero gruppo. In un gruppo fatto di rivali sarebbe tutto più complicato inizialmente ma con un buon mediatore tante cose andrebbero a sistemarsi. La supervisione singola è da affiancare a tutto ciò, ma per emergenze e questioni più personali, e la fequenza "al bisogno". Ma io insisterei in coooperativa. Per la scielta del terapeuta mi orienterei ad un cognitivo-comportamentale, se sarà l'unica alternativa potrebbe essere a cadenza almeno mensile... dipende dalla disponibilità economica.
Buon lavoro!
Cordiali saluti
Dott.ssa Sabrina Fontolan

Dott.ssa Sabrina Fontolan Psicologo a Piove di Sacco

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