Quale metodo per analizzarsi con onestà?

Salve sono una donna di 40 anni e ho bisogno di un consiglio. Circa un anno fa vivevo una situazione molto difficile e complessa che riguardava anche e soprattutto la mia sfera esistenziale. Mi trovavo bloccata per cause di forza maggiore esterne a me a dover vivere e rimanere in uno stato di vita che non era più il mio quello che sentivo per me e per il mio futuro. Venivo anche da una vita vissuta sempre in una continua repressione di me stessa e della mia personalità per paura di giudizi, di invidia e gelosia da parte degli altri soprattutto delle persone a cui io volevo bene. In tutta la mia vita però ho avuto vicino una persona meravigliosa che è stata per me un padre, un amico, un complice, un compagno di sventure, un conforto e un amante (sia pure a distanza, per cui la storia negli ultimi anni l'abbiamo vissuta in videochiamata!). Ad un certo punto ho conosciuto due ragazzi molto più piccoli di me con cui gradualmente si instaurato un rapporto di amicizia. In particolare avevo il piacere della loro compagnia perché riuscivo a vivere delle giornate in cui potevo sentirmi già fuori dalla vita che mi pesava. Loro hanno mostrato interesse, vicinanza e solidarietà per me e per la brutta situazione che stavo vivendo. Allo stesso tempo si dimostravano persone felici, appagate e libere di vivere quello che volevano. A mano a mano la evasione è diventata per me una vera e propria fuga e ho cominciato a non poter più rinunciare a quei momenti e a ricercarli. Dentro di me anche a causa delle loro insistenze ho cominciato a pensare di vivere una vita come la loro: senza legami, superficiale, fatta di solo piacere e libertà... tutto questo ovviamente una volta uscita materialmente dal contesto in cui mi trovavo. Vivevo perciò proiettata verso un futuro. Per fare questo però ho operato dentro di me una serie di cambiamenti. Il principale è stato quello di separare la persona a cui ero legata in quel momento e da oltre 20 anni mettendolo in una "nicchia" e omettendo tutto ciò che riguardava il mio rapporto con queste persone, poiché sapevo che lui non poteva garantirmi la vita che avrei voluto e non avrebbe capito che il mio non era un tradimento nemmeno concettuale ma una rivendicazione di una vita che mi era stata negata fino a quel momento. Infatti è stato così: quando tutto quello che avevo omesso è uscito fuori lui ha perso fiducia si è sentito ingannato, deluso, tradito...e non voleva più saperne di me ma l'affetto profondo che ci lega ci ha fatto vivere questi mesi in continui alti e bassi tra un rapporto bellissimo (addirittura migliore rispetto al passato) e un conflittuale (fino agli insulti più pesanti). Il problema principale è che lui dice che sono ancora bugiarda, che mento a me stessa pur di non vedere ed ammettere lo schifo che ho fatto e la mia decisione di vivere la mia vita senza di lui. Io davvero non riesco ad accettare quello che dice e non vedo, se analizzo i miei sentimenti e pensieri di quel momento, quanto lui dice ma lui non mi crede perché dice che quanto ho posto in essere in quel periodo è sproporzionato rispetto alle motivazioni che adduco e al comportamento attuato. Oggi finalmente sono riuscita ad uscire da quella situazione iniziale per cui devo mettere le basi per il mio futuro ma ho perso qualunque voglia di vivere e sto pensando concretamente al suicidio se non posso più stare con lui. La vita ha perso di senso e significato senza di lui e glielo ho anche detto, ma lui non mi crede, anzi pensa che sia l'ennesima bugia per ricattarlo. Vi assicuro che non è così.
Premesso questo la mia richiesta di consiglio è questa: come posso capire se sto nascondendo a me stessa la verità e attuando veramente un rifiuto di guardare dentro di me con onestà. Considerando che non posso andare da uno specialista, c'è un metodo per superare l'ostacolo di un eventuale mio auto sabotaggio interiore.
Mi scuso per essermi dilungata e spero che qualcuno possa darmi suggerimenti. Grazie