Sopravvivere alla negatività
Salve a tutti, ringrazio in anticipo chiunque legga e mi dia dei consigli, e mi scuso per la lunghezza, che sarà sicuramente eccessiva. In breve, la mia domanda è: come faccio a restare positivo quando chi mi è vicino non lo è? Mi spiego meglio, ho 20 anni, vivo ancora con i miei in quanto frequento l'università nella mia città di origine, e già tendo al pessimismo per carattere, anche se piu che pessimismo lo definirei una valutazione di tutti i possibili esiti (per esempio: dove miei amici vedono speranza, io penso che sì, le cose pottebbero andare bene, ma potrebbero anche andare male in molti modi, e mi focalizzo su quest'ultimi), questo però non mi "pesa" particolarmente, anche perchè negli anni sono riuscito a lavorarci, e continuo tutt'ora leggendo libri di psicologia, articoli, tenendo un diario ecc. Il "problema" è che la mia famiglia, ed in particolare i miei genitori che vedo quotidianamente o quasi, sono negativi. Sono un'influenza negativa. Anche per piccolissimi problemi (esempio tipico: si rompe qualcosa che era stata messa nel posto sbagliato) ne tirano fuori dei drammi, e in quelle situazioni sento che tutti i passi avanti che ho fatto per avere un mio equilibrio siano vanificati all'istante, anche perchè sono sempre io che cerca di rimediare alla situazione (nell'esempio sopra, pulendo, riattaccando l'oggetto rotto se aveva un valore affettivo, tranquillizzando a parole), quindi finisco per ricevere io le critiche che sarebbero destinate all'altra persona. Ma è un vizio proprio di famiglia il render cose stupide dei problemi insormontabili, per questo cerco di svincolarmi con tutte le forze da questo modo di pensare scritto nel mio dna. Le prime volte riesco a mantenere la calma, ci passo su, al massimo mi sfogo con un picccolo pianto (caratteristica che viene criticata dai miei, il che spesso è l' "innesco" che mi porta a fare passi indietro) ecc, ma dopo una, due, n volte arriva un punto che scoppio, rispondo a tono alle loro critiche, e quindi se la prendono direttamente con me, ed il mio umore scende a picco, sento quella che definisco "sensazione di vuoto", come se fossi in caduta libera, e a volte il mio unore rimane al minimo per giorni, giorni in cui faccio fatica anche solo a pensare, e quindi a studiare, a leggere, a fare qualsiasi hobby/passione ecc., certe volte anche a socializzare con gli altri faccio fatica, vorrei solo risvegliarmi n giorni dopo quando tutto è finito. In passato ho avuto qualche problema di autolesionismo, nulla di troppo grave (non voglio assolutamente minimizzare il problema, ma non sono mai andato troppo oltre da necessitare l'intervento di un medico), ed è un capitolo che non ho proprio archiviato, visto che in queste situazioni ci ripenso, molto spesso trovo altri modi per sfogarmi (piangendo, o facendo sport), ma è capitato di rifarlo, in particolare durante la sessione d'esami (dove già lo stress era alto), il giorno dopo ero mentalmente "a pezzi" e infatti un esame è andato così così, non dal punto di vista del voto in sè in quanto comunque considerato alto, ma perchè mi sono seduta allo scritto con l'idea "tanto andrà male" e quindi ho fatto una serie di errori "stupidi" di matematica di base. Durante l'intero esame la mia mente pensava solo al fatto che non l'avrei passato, che avrei dovuto rifarlo a settembre, ma se poi a settembre non lo passassi? Ecc. Non mi piace sentirmi così, sentire che non c'è scampo, perchè so che posso stare bene, che sto bene in molte occasioni, specie quando sono fuori casa con amici o anche da sola. È chiaro che star bene quando tutto va bene è "più facile", ma io da questa situazione per ora non posso andarmene prima della fine, almeno, della magistrale, quindi vorrei riuscire a costruire un equilibrio personale all'interno di questo contesto. A casa mia andare dallo psicologo è un taboo (e, ad esser onesto, sono convinto che dovrebbero prima andarci gli membri della mia famiglia), quindi un percorso del genere è escluso, in presenza e online, per adesso, durante la magistrale (quando gli orari delle lezioni saranno più flessibili e potrò passare più tempo fuori casa in maniera autonoma) ho intenzione di iniziarlo, quindi eventuali suggerimenti su quale tipo di percorso sia più utile nel mio caso sono ben accetti. Siccome però alla magistrale devo arrivarci, e possibilmente con una mente serena, vorrei dei consigli di metodi per restare positivi, libri da leggere sul tema (anche "tecnici", non ho un background in psicologia ma per curiosità personale ho letto già vari manuali) o altro. Ringrazio tutti in anticipo. Buona giornata
