Marito taciturno
Vivo da 40 anni con un uomo. C'è stata per anni una forte attrazione ed intesa fisica. È sempre stato taciturno e questo lo diceva anche la madre che non capendo i suoi silenzi di ragazzo e giovane uomo gli chiedeva sovente di dire cosa non andava, che problemi avesse e lui rispondeva immancabilmente col silenzio. Con me non era diverso il suo comportamento, parlava poco ma mi bastava. Ero innamoratissima. Siamo arrivati fino ad oggi con qualche alto e basso ovvio ma col massimo rispetto e ancora tanta voglia di fare tutto il possibile insieme. La sua "loquacità" non è mai cambiata. Ora però mi pesa ancor di più perché è in pensione, ci vediamo più di prima (lui a parte nuoto e montagna non ha passioni particolari e neppure fa altri lavori, e questa "cappa" a volte è insostenibile. Ho problemi di salute da "sempre" che mi sono gestita senza pesare su nessuno e ora ne ho di nuovi ed avrei bisogno di sfogare le mie preoccupazioni e paure, di parlarne ma cosa parlo a fare? ... a volte mi arrabbio e faccio anch'io mutismo. Leggo in qualche consiglio per casi analoghi che bisogna essere vicini, fare il primo passo, rispettare i silenzi di questi taciturni ma mi chiedo: chi rispetta i miei bisogni? Mi dicono che sono una persona forte perché reagisco a questa grave batosta, ma io non sono forte sono sola e me la devo cavare, devo affrontare difficoltà dove lui è vicino fisicamente ma sembra distante. "Avrei bisogno di dirti i miei pensieri"....e lui: io i tuoi pensieri li so già. Come si può rispondere questo?
Non sopporto più questo carattere. Penso che forse starei bene da sola, almeno il silenzio avrebbe un motivo.