Salve, ho un problema fastidioso... Sto da quasi un anno con un uomo di cui sono totalmente innamorata. Io ho 23 anni e lui 35. Lui fa l'analista come professione e a mio parere non riesce a scindere il lavoro dalla vita privata. Tutte le volte in cui litighiamo se ne esce con frasi del tipo: "tu non sei arrabbiata con me, sei arrabbiata con tua madre eccetera eccetera" oppure "stai ripetendo la stessa dinamica che hai vissuto durante il complesso di Edipo con tuo padre e bla bla bla"
Il meglio di se l'ha dato ieri sera quando mi ha detto: "tu non ce l'hai con me, la tua rabbia e la tua delusione sono una cosa proiettiva. Tu sei arrabbiata con me perché ritieni che sia io a dover essere arrabbiato con te". La situazione è spesso pesante e difficile da gestire. Se nego qualcosa allora ho automaticamente delle resistenze. Se non mi ricordo di prendere le chiavi sicuramente è un atto mancato perché non voglio andare al cinema con lui. Se commetto un lapsus nasce una disquisizione di un'ora... L'altra mattina gli ho raccontato di un mio sogno, sperando in una condivisione romantica ed invece l'ha interpretato spiegando come da questo emergesse il mio narcisismo e le mie nevrosi (sinceramente nemmeno ho fatto caso a quanto mi ha detto).
Ma vi rendete conto di che situazione stressante è? Io spero davvero che non facciate tutti così perché se no i vostri partner avranno bisogno di farsi analizzare da qualcun altro per superare il trauma! Gliene ho parlato, le sue risposte sono però sempre da terapeuta! Crede che io sia la sua paziente?
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5 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 14 persone
Cara Sabina,
lei manifesta un disagio reale con uno spirito e una leggerezza straordinari.
La voglio rassicurare: non siamo tutti così, anche se la tentazione di analizzare chi ci sta vicino è forte, e può diventare pericolosa, oltre che fastidiosa.
Le consiglio di parlare apertamente con il suo uomo, di cui peraltro si professa "totalmente innamorata" e sono sicura che troverete una soluzione.
Le dò 10 in simpatia e la saluto cordialmente
dott.ssa Loredana Aiello
14 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Sabina,
davvero due pollici in su per la simpatia, come già altri hanno fatto notare. Che noi psicologi si tenda a psicologizzare un po’, può essere ma tutti, a nostre spese e ben prima di iniziare la pratica professionale, abbiamo capito quanto sia deleterio farlo al di fuori dei luoghi più corretti.
Il suo uomo, perché a 35 anni è decisamente uomo, sta giocando al maestro con una giovane donna, perché a 23 anni è decisamente giovane, quando dovrebbe invece, a mio avviso, godere maggiormente dell’incontro delle vostre due età diverse, anche negli attriti che questo incontro procura. Se per lui tutto ciò è unicamente motivo di “analisi” più che di un certo grado di gioia, veda se non stia vestendo con troppo entusiasmo i panni del padre/magister e lei non gli stia dando corda vestendo i panni della bambina da sgridare/educare.
La sua ironia le sarà di enorme aiuto nello smantellare questa sovrastruttura.
Una volta arrivata al nucleo della struttura dovrà poi capire se le piace ciò che vede.
7 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Signora Spierlein,
il Suo compagno deve essere veramente appassionato del suo lavoro! Personalmente proverei a prenderlo con un pizzico di umorismo, ma certamente non è facile per Lei!
Al posto Suo farei un lavoro che rinforzi la mia autostima per guadagnare anche un po' di distanza utile per non sentirmi troppo coinvolta dai discorsi pseudo - professionali del compagno. Magari un professionista di indirizzo non psicoanalista potrebbe risultare utile in questa impresa?
6 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Sabina Spielrein
allora, proprio a partire dal nome che ti sei data in questa lettera, ti indico un modo un poco "surreale" di affrontare la situazione che, essendo già abbastanza "stramba", forse può esserti d'aiuto: fai fino in fondo Sabina S. cioè sfidalo anche tu e affrontalo "con le sue stesse armi", fai in modo che a battuta corrisponda battuta e a interpretazione corrisponda interpretazione ancora più complessa della sua. Prendi questo suo modo sul ridere e sdrammatizza ogni sua "perspicace" scoperta psicologica su di te. Visto che la situazione è assurda rendila ancora più assurda in modo che possa parlare da sola.
Sabina S. non era affatto passiva ma molto reattiva e assolutamente fantasiosa oltre che di una rara intelligenza. Visto che ti trovi a condividere una storia d'amore con un "intelligentone" che sà tutto, tu non essere da meno e entra nel suo stesso terreno.
Lui interpreta la parte del "giovane Jung" e tu interpreta quella della "giovane Sabina".
Se fai così ci sarà da ridere e non ti metterà ko.
Questo che ho scritto non è un suggerimento così strambo come può sembrare; in realtà è l'estensione dell' "intenzione paradossa" un metodo terapeutico sperimentato e utilizzato da V.Frankl per uscire dall' Io ed eliminare l'ansia e come metodo prevede proprio il creare una situazione assurda che stimoli anche in modo forte il senso dell'umorismo.
Questa tecnica può esserti utile nel contesto che descrivi proprio perché il tuo lui, è molto preso dall' IO e dall'ansia di dimostrare quanto è bravo e quali strumenti possiede per comprendere le persone, e in questo sua modalità ansiosa ha perso il senso della semplicità della vita e forse delle responsabilità personali.
La via che ti ho indicato può essere un modo per riportarlo alla realtà in modo più efficace che con discorsi e lamentele.
Risolvere questo problema di cui parli sarebbe molto utile, più a lui che a te.
Io ritengo che l'umiltà sia un valore fondamentale di questo nostro mestiere.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna
5 MAG 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Sabina,
Ha ragione a dire che è' stressante la situazione, lo sarebbe per chiunque avere un familiare che ti analizza, figurarsi un fidanzato. Può succedere di far emergere lo psicoterapeuta che è in noi quando ci relazioniamo con gli altri, fuori dallo "studio o dagli ambienti dove lavoriamo", però dovremmo esser in grado di rendercene conto ed eventualmente rimediare. Mi viene da aggiungere che l'importante sarebbe non giudicare e non partire dal presupposto che abbiamo ragione perché siamo psicologi, psicoterapeuti, psicanalisti ecc. altrimenti ci facciamo scudo di una professione. Siamo persone che svolgono una professione "di aiuto" e non siamo scevri da eventuali errori o sbagli nella vita comune, nelle relazioni.... Non mi permetto di giudicare il suo fidanzato ma forse sarebbe utile fargli notare che lei sta con lui perché prova qualcosa per lui. Provi a proporglieli di andare insieme da un terapeuta come coppia.
Cordiali saluti.
Dr.ssa Verena Elisa Gomiero
5 MAG 2015
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Carissima,
mi autorizzo a darti una risposta pur considerando che potrei risultare sgradita al collega tuo fidanzato.Non è detto che noi 'psico', pur essendo preparati ed adeguati allo svolgimento della nostra professione, non entriamo in confusione in alcuni momenti della nostra vita intima e privata e soprattutto quando ci difendiamo appigliandoci al nostro ruolo. E' per questo che non dovremmo prendere in cura familiari ed amici in genere, in quanto certi nuclei profondi emergenti non ci permetterebbero di rimanere nell'empatia senza arrivare alla confusione. Ritengo che sarebbe indicato che tu chiarissi questo punto con lui in modo da farlo riflettere ed eventualmente insieme cercare aiuto da un /a Collega con formazione psicodinamica.
Auguri ad entrambi
Dott.ssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta in Milano