Autostima, Autoefficacia
Buongiorno,
sono una ragazza di quasi 21 anni, frequento il secondo anno alla triennale di psicologia alla Federico II di Napoli, dove mi sono trasferita dalle Marche, creandomi una vita piena di cose che mi stimolano e in cui voglio continuare ad agire, consapevole di essere amata e voluta bene da tanti sia qui che da dove vengo. Nonostante questo, penso spesso a voler morire, ma non voglio far soffrire nessuno e ho paura del dolore fisico, per cui non lo farò. Mi sento sempre da meno rispetto agli altri, in ritardo nella vita, sento di non avere motivi che realmente legittimano la mia esistenza, perché ho bisogno di sentire che valgo qualcosa, mi sento in dovere di dimostrarlo diventando brava in qualcosa che mi caratterizzi, ma per tutta la vita ho fatto fatica a compiere una scelta (ho sempre fatto varie attività, come ad esempio danza, fotografia… ma mi sento costantemente ridicola e non abbastanza brava in tutto quello che faccio). Ultimamente, questo sentimento si é rafforzato cosí tanto che mi lascia paralizzata e senza forze, e sento che tutto quello che vedono gli altri di me ora é un costante piangersi addosso e ricercare attenzioni, anche se solo io mi dico questo. Sento di non esistere senza l’approvazione altrui. Ho paura che il mio ragazzo non mi stimi come altri, ho paura che smetta di amarmi, che i miei amici mi abbandonino, ho paura di pesare sulla mia famiglia o su chiunque. Ho paura di disturbare gli altri. Non mi interessano suggerimenti di soluzioni conformi all’ideologia occidentale per cui “se vuoi abbastanza qualcosa e se ti ci impegni in fondo ce la fai” perché francamente ci ho provato per tutta la vita. Ho delle idee per il futuro, solo che penso di non essere in grado di realizzarne nessuna o di essere mediocre e di farcela appena. Faccio fatica a tirar fuori quello che ho dentro senza censurarmi, sentirmi stupida. Ho giornate di totale paralisi e giornate iperattive. Mi sento anche una brutta persona, contorta, manipolatrice, vanitosa, strumentalizzatrice. Probabilmente mi dico queste cose solo per rafforzare un’idea di identità, anche se negativa, e per autorassicurarmi e giustificarmi. Capisco molte cose di me, ma sento di essere arrivata ad un punto morto ormai da anni e non so come uscire da queste sabbie mobili. Mi sento sempre in colpa, sia verso me stessa che verso gli altri. Potrei dire tante altre cose, ma concludo dicendo che ho richiesto il bonus psicologo, e vorrei capire quale approccio sarebbe piú adatto alla mia situazione, piú qualunque considerazione utile.
Grazie per l’attenzione.