Autismo e riabilitazione: un percorso possibile

L'articolo descrive brevemente le principali caratteristiche relative ai disturbi pervasivi dello sviluppo, delineando possibili percorsi riabilitativi e di sostegno.

11 MAR 2016 · Tempo di lettura: min.
Autismo e riabilitazione: un percorso possibile

Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM V) le principali caratteristiche del disturbo dello spettro autistico riguardano i seguenti aspetti:

  • compromissione pervasiva e costante della comunicazione e dell'interazione sociale
  • pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi.

Il disturbo può presentarsi con o senza compromissione del linguaggio; se presente, esso è perlopiù caratterizzato da ecolalia (ripetizione letterale di parole e frasi), sostituzione dei pronomi personali "tu" e "io" e tendenza a rivolgersi a loro stessi in terza persona.

In merito al deficit di interazione sociale questi bambini possono manifestare ridotto interesse per la condivisione di esperienze, scarsa consapevolezza dei sentimenti altrui e interessi limitati. Spesso il cambiamento di routine quotidiane provoca ansia e crisi comportamentali. Il gioco di finzione spontaneo è spesso assente, ma sono frequenti le stereotipie motorie (lo "sfarfallamento" delle mani, "fare il solletico" all'aria, battere le mani, far ruotare oggetti, etc.). La sindrome può presentarsi con o senza compromissione intellettiva.

Sviluppo e decorso

I sintomi si manifestano nella prima infanzia e in genere vengono riconosciuti dal secondo anno di vita. Alcuni esempi di segni precoci sono: assenza di qualsiasi tipo di risposta al suono del proprio nome (per questo talvolta i genitori inizialmente sospettano la presenza di una qualche forma di sordità); scarsa coordinazione visuo-manuale (che tipicamente compare dal nono mese di vita); uso improprio dei giocattoli; mancanza di attenzione condivisa (che nei bambini con sviluppo tipico è presente quando insieme all'adulto guardano lo stesso oggetto); infine il gesto di indicare (pointing) che compare solitamente dagli otto mesi in poi, è spesso assente.

La diagnosi può essere effettuata dal terzo anno di vita poiché molti bambini piccoli nel corso dello sviluppo possono avere preferenze forti e adorare alcune forme di comportamento ripetitive.

La riabilitazione

Diversi sono i metodi adottati per la riabilitazione: il metodo ABA (Applied Behavioural Analysis), consiste in un training intensivo strutturato da svolgere individualmente con ciascun soggetto e si fonda sul frazionamento dei comportamenti complessi in tanti step intermedi, insegnati uno per uno. Tale metodo richiede un intervento uniforme da parte dei diversi soggetti che lo applicano quotidianamente e per diverse ore al giorno.

Poiché la maggior parte di questi bambini possiede maggiori capacità nell'elaborazione visiva, il metodo TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Related Communication Handicapped Children) utilizza supporti grafici (foto e disegni) prestando particolare attenzione alla strutturazione dell'ambiente (per la iper o ipo reattività agli stimoli sensoriali).

Entrambi gli approcci adottano strategie di apprendimento che hanno come obiettivi: far acquisire competenze in modo che diventino automatiche per il bambino, evitando però un apprendimento di tipo meccanico; modificare comportamenti anomali e disadattivi; migliorare l'autonomia, le abilità comunicative sociali e l'adattamento al proprio ambiente.

Strategie d'intervento

Inoltre esistono due strategie per intervenire sul deficit di interazione sociale: nella comunicazione aumentativa alternativa (AAC) dopo aver analizzato le competenze del soggetto, vengono proposte strategie per incrementare le stesse, avvalendosi di ausili e supporti visivi (foto, immagini e icone che raffigurano azioni quotidiane ed emozioni associate). Nella comunicazione facilitata un terapista abilitato, utilizzando un oggetto che funge da strumento intermedio, il computer, offre un supporto fisico alla mano, al braccio o ad altre parti del corpo della persona per guidarlo nella scrittura: ad esempio un bambino autistico che fatica ad avviare azioni volontarie, se supportato nel movimento del braccio da una figura con cui ha un rapporto elettivo, può essere in grado di digitare le lettere sul computer a scopo comunicativo. Esistono reazioni controverse alla tecnica, ma recenti evidenze di ricerca sperimentali hanno consentito di mettere in luce capacità mentali e linguistiche insospettabili in soggetti autistici privi di abilità linguistiche orali.

Un altro metodo riabilitativo efficace è la musicoterapia: essa coglie l'importanza che la musica e il canto hanno per questi bambini e li impiega per approdare alla parola (da alcuni è stato osservato come talvolta essi apprendano a cantare prima ancora di parlare). Inoltre pare che le regole alla base dell'armonia, della melodia e del ritmo abbiano un effetto "tranquillizzante" in quanto, ad esempio nell'ascolto reiterato di una stessa canzone, tutto è prevedibile e niente può sfuggire al loro controllo. Questo tipo di terapia può costituire un sostegno per il bambino completamente chiuso nel suo mondo, consentendogli di muovere i primi passi verso l'esterno.

I metodi di intervento sopra descritti dovrebbero iniziare il prima possibile, essere applicati simultaneamente ed essere estesi ai vari contesti di vita affinché l'individuo con Autismo possa da subito acquisire maggiori competenze e sempre più alti livelli di autonomia.

Il contesto scolastico

Le difficoltà di pianificazione possono avere un impatto negativo sull'apprendimento e sul rendimento scolastico. Per questo anche all'interno della scuola si dovranno programmare lavori strutturati e rendere gli ambienti il più possibile privi di stimoli forti (luci e suoni) e ogni singola attività dovrà essere pensata ad hoc a seconda delle difficoltà del bambino. Il semplice adattamento dell'ambiente può favorire a volte una ridotta emissione dei comportamenti problema.

Le linee guida per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità (emanate dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) prevedono l'istituzione di un insegnante specializzato e di piani educativi adeguati (PEI) alla crescita e allo sviluppo di questi bambini. L'insegnate di sostegno oltre ad intervenire sulla base di una preparazione specifica nelle ore in classe, collabora con l'insegnante curricolare ed il Consiglio di Classe affinché l'iter formativo dell'alunno possa continuare in sua assenza. Sulla base del PEI i professionisti di ASL, Enti Locali e le Istituzioni scolastiche formulano i rispettivi progetti individualizzati.

La legge 104/94 prevede un atteggiamento di "cura educativa" nei confronti degli alunni con disabilità che si esplica in un percorso formativo individualizzato. Questa legge prevede inoltre il diritto della famiglia di partecipare alla formulazione del Profilo Dinamico Funzionale e del PEI.

Il percorso riabilitativo del bambino autistico dovrebbe pertanto prevedere un lavoro in team che favorisca la comunicazione tra scuola e casa, in cui ogni figura educativa coinvolta adotti le medesime strategia. Infine avendo cura di osservare il bambino per conoscerne punti di forza e debolezza si avrà la garanzia del rispetto degli elementi distintivi della personalità, consentendo di inserire gradualmente i processi di generalizzazione.

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Scritto da

Dott.ssa Beatrice Villa

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