Ho un padre piuttosto violento, cosa posso fare?

Inviata da elena · 13 feb 2015 Terapia familiare

Salve a tutti, sono una ragazza di 26 anni e vivo in una famiglia difficile, per il fatto che mio padre è un tipo abbastanza violento che impedisce a me, mia madre e mia sorella (la quale però è sposata quindi soffre relativamente meno) di condurre una vita serena. Per lo più si limita a violenza verbale e psicologica, insulta pesantemente, ci sminuisce e ci considera delle nullità, non collabora per niente nella vita casalinga (facciamo tutto noi, tagliamo l'erba, spaliamo la neve, ecc, e speriamo che niente si rompa perchè altrimenti "apriti cielo" dato che non sa fare niente se non bestemmiare). Ogni tanto però non si limita a quello e a volte volano oggetti (piatti ma anche sedie), sberle, minacce pesanti ("vi chiudo fuori casa e non vi faccio più entrare", "vi ammazzo" - detto con il coltello in mano) e recentemente ha preso mia mamma per i capelli e me per il collo perchè sono intervenuta in sua difesa. Gli episodi di violenza verbale sono pressochè quotidiani, quelli più gravi sono più rari. Ciò non toglie che comunque noi viviamo nell'ansia di cosa potrebbe dire/fare ogni giorno, non ci fidiamo di lui, a volte abbiamo paura, insomma non siamo serene e spensierate perchè lui non è normale; io sono convinta che abbia dei seri problemi perchè non riesco a capacitarmi di come possa non capire quanto ci fa soffrire e quanto sia sbagliato il suo atteggiamento. Il matrimonio non si è mai interrotto per motivi economici, per mancanza di sostegno e aiuto da parte di parenti e amici, per paura e per la speranza (puntualmente disillusa) che "un giorno magari cambierà". Lui ovviamente non vede il problema quindi sarebbe inutile e controproducente per noi portarlo da psicologi o altri specialisti; si era calmato un attimo anni fa quando mia madre l'aveva seriamente minacciato di divorziare ma lui difronte all'avvocato ha negato tutto e ha minimizzato (la doppia personalità è la sua specialità, infatti in giro tutti dicono che sia simpatico, non immaginate che rabbia mi viene quando sento questa cosa). Io, mia madre e mia sorella abbiamo sempre tenuto duro e ci siamo arrangiate come potevamo per affrontare il problema ma non ci siamo mai aperte del tutto con nessuno. Ovviamente questa situazione incide sulle nostre vite e io vorrei fare qualcosa di più di quello che faccio, mi piacerebbe risolvere il problema alla radice ma purtroppo non posso perchè andarcene io e mia madre da sole non possiamo, lui è un codardo e invece di andarsene gli fa comodo trovare "la pappa pronta", di chiedergli di collaborare non se ne parla nemmeno... che fare? La mia situazione psicologica è complicata dal fatto che io e il mio ragazzo non stiamo passando un bel periodo; stiamo provando a ricostruire il nostro rapporto dopo che ci eravamo lasciati un anno fa, lui mi aveva lasciato perchè non si sentiva amato e diceva che io ero presa da tutti i miei problemi e non vedevo lui (problemi di cui sopra, che lui sapeva, magari non proprio approfonditamente ma sapeva). Mi ha detto che vuole la mia felicità ma che con questa situazione dietro non l'avrò mai del tutto, quindi è stato lui a chiedermi di informarmi se si possa intervenire in qualche modo, in previsione di una vita futura insieme che possa essere il più serena possibile. Io mi sono già rivolta ad una psicologa per cercare di lavorare su di me e prendere le distanze il più possibile dalla negatività di quest'uomo e far sì che essa non incida troppo sulla mia vita e quindi sul mio ragazzo; posso fare altro, considerate le premesse che ho fatto? Non vorrei che lui mi lasciasse perchè non se la sente di costruire qualcosa con me per il fatto che purtroppo ho questo problema. Se così fosse lui sarebbe davvero stupido, no? Grazie mille per l'attenzione, confido nei vostri consigli. Elena

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Miglior risposta 16 FEB 2015

Cara Elena,
sono rimasta molto colpita dal suo scritto e dalla capacità di raccontare la sua triste storia....
Il suo sembra essere un caso di violenza domestica dove suo padre riveste il ruolo di "abusante" ! Mentre lei e sua madre di "vittime".
L'atteggiamento che lui utilizza (almeno da quel che leggo) ha un unico obiettivo: mettervi in uno stato di “sudditanza” perché vuole sentirsi potente e perché esercitare azioni di comando e di controllo su un membro della famiglia lo fa sentire appagato e sicuro di sé.
Uscire da questo problema è possibile!
Prima di tutto deve rendersi conto che quello che sta accadendo fra le mura domestiche è un reato. Per arrivare a questa consapevolezza deve osservare e analizzare quello che le accade attorno, imparare ad essere obiettiva e giudicante nei confronti di chi sta abusando. Le consiglio di leggere articoli in merito.
Inoltre è importante rompere l’isolamento e trovare il coraggio di parlare con qualcuno di ciò che avviene fra le mura domestiche. Ci si deve rivolgere alle Forze dell’Ordine oppure si può individuare una persona vicina con la quale si ha confidenza.
Nella fase critica è importante individuare testimoni, se ci sono dei referti in casa vanno portati dove ci si reca per sporgere denuncia.
Comprendo che non sarà facile... deve essere forte più di quanto non lo sia già nel sopportare quanto le sta accadendo!
In questo modo potrà riprendere possesso della sua vita....
Nella speranza di esserle stata d'aiuto e a disposizione per qualsiasi informazione, la ringrazio e la saluto.
Dott.ssa Antonia Titta

Dott.ssa Antonia Titta Psicologo a San Benedetto

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16 FEB 2015

Cara Elena, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Ha fatto bene a intraprendere un percorso psicologico che la possa aiutare e sostenere nell' affrontare la sua attuale condizione familiare. Chiede se si possa fare altro, penso che potreste rivolgervi ad un centro antiviolenza per un sostegno e per valutare come affrontare la situazione.
Cordialità.

Dott.ssa Anna Tomasello Psicologo a Parabiago

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16 FEB 2015

Buonasera Elena,
innanzitutto vorrei esprimere il mio dispiacere e la mia preoccupazione per la sua situazione. Nella mia esperienza professionale ho già avuto a che fare con personalità come quella di suo padre e capisco come sia difficile per le persone che devono averci a che fare. Solitamente però ho sempre avuto queste persone come clienti diretti e non come "terzi", quindi lavorare su queste problematiche era più semplice.
Una possibile soluzione (seppur difficile da attuare) è quella di incrementare la motivazione di suo padre a chiedere un aiuto psicologico, facendo leva sui temi che sapete lo possono smuovere. Se, ad esempio, anni fa la prospettiva di essere lasciato dalla moglie ha funzionato (seppur per breve tempo) potreste tentare di nuovo con un discorso del genere. Se non, a questo punto che anche lei è cresciuta e non è più una bambina, parlargli del fatto che non accettate più di farvi mettere le mani addosso e che, se non vuole chiedere un aiuto psicologico, vi vedrete costrette a prendere provvedimenti più definitivi contattando le forze dell'ordine. Capisco che, soprattutto per una figlia, sia difficile fare un passo del genere per diverse e valide motivazioni. Però a questo punto credo che sia l'unica alternativa rimasta. La avverto già che probabilmente sarà difficile avere l'approvazione di sua madre per questo in quanto, se fino ad adesso non è riuscita a fare qualcosa per risolvere la situazione, significa che ha molta paura e non se la sente di effettuare questa "manovra avversava".
Il fatto di aver intrapreso un percorso individuale le fa onore e sicuramente è stato molto utile (in quanto è difficile per una bambina crescere serenamente con una situazione familiare di questo tipo) però purtroppo la soluzione del problema non può barassi solo questo.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Cordiali saluti
dott.ssa Debandi Valentina

Dott.ssa Debandi Valentina Psicologo a Valenza

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15 FEB 2015

Cara Elena, è evidente che quello che sta passando la sta turbando molto e che si sente impotente.
Chiede qui cosa può fare, ma sembra che lei conosca già quali siano i percorsi indicati in una situazione tanto delicata e difficile e che - oltre a coinvolgere anche sua madre e sua sorella - si ripercuote negativamente anche nella relazione di coppia con il suo ragazzo.

Se il percorso che sta facendo o ha fatto con la sua terapeuta non la soddisfa le consiglio di parlarne con lei di questo, perché un percorso terapeutico può davvero aiutarla a trovare le risorse per riuscire ad agire concretamente e uscire da questa brutta situazione.

Dott.ssa Elisa Cerantola Psicologo a Cadoneghe

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14 FEB 2015

Buongiorno,
lo scenario che presenta mi fa pensare agli sviluppi possibili: allontanare lui, allontanarvi voi, allontanamento forzato (la situazione precipita), continuare a sopportare. Io sono per una delle prime due. Ovviamente, questo prevede forza e organizzazione; voi siete in tre, potreste farcela.
Un augurio.

Dott.ssa Torti Elisabetta Katia Psicologo a Sampierdarena

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