padre violento e che abusa di me psicologicamente

Inviata da Elena · 23 apr 2021

Da quando ho memoria mio padre è sempre stato molto violento con me. Da un momento all'altro, per motivi poco importanti, esplodeva picchiandomi anche fortemente. Durante il periodo del liceo andavo a scuola con occhi neri o lividi. Mia madre si metteva sempre in mezzo e mi difendeva, talvolta parlando con mio padre e facendolo ragionare. A causa di una rara forma di tumore, mia mamma ci ha lasciati 3 anni fa e da allora con mio padre è stato un incubo. Da quando mia madre è morta, gli episodi di violenza si sono verificati più volte portandolo una volta a tagliarsi un tendine della mano spaccando un piatto. Mi ha sempre incolpato e in giro diceva che gli avevo fatto io del male... portandolo in ospedale una sera mentre guidavo mi ha preso la testa e fatta sbattere più volte contro il volante. Nell'estate 2019 ho tentato il suicidio, arrivata al limite. Mi sono fatta ricoverare in psichiatria per potergli stare lontana. Non hanno riscontrato in me nessun tipo di disturbo, se non indicando sulla cartella che era stato un episodio dettato da una richiesta disperata di farlo smettere con questi comportamenti aggressivi. Dopo quell'estate mi sono iscritta al primo anno di università e ho iniziato a lavorare. Frequentando infermieristica, ho obbligo di frequenza, costringendomi a stare fuori dalle 6 del mattino alle 11 di sera per via anche dei turni serali al ristorante in cui lavoro. Lui si rifiutava di darmi la macchina per andare a lavoro perchè secondo lui non me la meritavo per i miei comportamenti sbagliati (ovvero non stavo a casa a pulire da mattina a sera per andare a studiare in biblioteca e uscivo una volta ogni tanto con gli amici). Capitava che mi venisse a controllare in biblioteca perchè non credeva studiassi e nonostante ciò comunque non gli stava bene che lo facessi fuori casa. Facendo un po' di sacrifici e chiedendo aiuto ai miei zii, mi sono presa una macchina. Ma lì è stato l'inizio della fine. Mio padre, dopo il tentato suicidio, non mi ha più picchiata per un bel periodo, temendo per la custodia di mio fratello (14 anni). Da allora mi urla, mi minaccia di morte, mi augura la morte istigandomi a fare gesti estremi o pregando che mi vengano mali, dice che non vado più in università e che mi prostituisco. L'estate 2020 l'ho trascorsa fuori casa, grazie a un'amica che mi ha ceduto la sua seconda casa. Da ottobre sono nuovamente sotto il tetto di mio padre, le minacce si fanno sempre più frequenti, le violenze verbali erano quotidiane, finchè a febbraio non mi ha picchiata nuovamente tentando di soffocarmi e lasciandomi diversi lividi sulle braccia perchè, dopo aver pulito tutta la casa, mi ero dimenticata di stendere i vestiti. Quella sera ho dovuto dormire chiusa in bagno perchè è l'unica stanza con una serratura e avevo paura che nella notte potesse farmi qualcosa. Ho chiesto aiuto agli zii, che sono spariti. Da allora non lo guardo neanche in faccia e cerco di trascorrere più tempo possibile fuori casa. Nonostante ciò lui trova pretesti per urlarmi in faccia e offendermi continuamente. Non posso mangiare o circolare in casa se c'è lui e non posso mangiare il cibo che compra. Finisce addirittura per nasconderlo pur di non farmi mangiare. Il cibo che prendo con i miei soldi lo consuma mio fratello, lasciandomi così senza possibilità di mangiare. Mio fratello in tutto ciò, prima subiva violenze anche lui. Quando però anche lui è dovuto andare dal neuropsichiatra, mio padre ha cambiato atteggiamento con lui viziandolo e accontentandolo. Anche lui appoggia mio padre, insultandomi e trattandomi come spazzatura, quando fino a pochi mesi fa mi pregava di tornare a casa perchè da solo con mio padre non riusciva a stare. Da un mese ho attacchi di panico, non riesco più a dare esami universitari, non mangio, ho sempre la nausea, non riesco a dormire oppure rimango a letto senza fare nulla. Ho di nuovo pensieri suicidi e mi sento abbandonata da tutti. I miei parenti non mi chiamano mai per quello che mio padre dice su di me, loro comprendono che lui dica bugie ma hanno tutti paura di lui e non vogliono addossarsi responsabilità. Sono disperata, non so cosa fare. Al consultorio mi hanno detto che ho un inizio di depressione, ma non so come togliermi da questa situazione, non ho la forza di reagire o di pensare. Il mio ragazzo sta cercando di aiutarmi, ma è pesante anche per lui questa situazione. Non voglio lasciare gli studi per colpa sua, sono sempre stata brava a scuola e ora mi sento completamente incapace di stare sui libri. La mia facoltà mi richiede di dover stare gran parte del mio tempo in università, non potrei fare un secondo lavoro per uscire di casa. Non so davvero cosa fare.

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Miglior risposta 23 APR 2021

Gentile Elena,
le cose che ha raccontato sono purtroppo orrende e ripugnanti anche per noi psicologi abituati ad ascoltare storie tristi e/o di violenza.
Dal momento che lei è maggiorenne e vive in un contesto del genere, a mio avviso, la priorità attuale non è quella di continuare gli studi universitari ma quella di raggiungere al più presto una sua autonomia e mantenersi da sola allontanandosi il più possibile da questa figura paterna violenta e probabilmente psicopatica.
Qualunque lavoro, ovunque lo trovi, andrà benissimo se le permetterà di andare via.
In caso di necessità estrema, se non può contare sull'aiuto dei suoi parenti, provi a chiedere aiuto a quelli del suo fidanzato.
Non pensi più al suicidio ma piuttosto denunci il comportamento di suo padre alle Autorità o a qualche Centro Anti-violenza.
Una volta che si troverà in una situazione di tranquillità, potrà pensare di riprendere gli studi per potersi costruire un futuro migliore.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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23 APR 2021

Cara Elena, ci vuole forza anche per scrivere e mettere nero su bianco tutto il tuo dolore.
Sei stata coraggiosa e significa che forse hai deciso che vuoi cambiare qualcosa.
Le persone intorno a noi a volte ci fanno del male.
A volte lo fanno inconsapevolmente, altre consapevolmente.
A volte ci feriscono con le mani, altre con le parole.
Non dobbiamo però concedere a niente e nessuno di distruggere il nostro amore per noi stessi, per il nostro presente, il nostro futuro.
Datti una possibilità di rinascita. Sarà meraviglioso e ce la farai.
Facci sapere!
Per qualsiasi necessità ricevo anche online.
Auguri!
Cinzia M.
Psicologa - Psicoterapeuta
Naturopata

Dott.ssa Cinzia Moleri Psicologo a Sarnico

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23 APR 2021

Buonasera Elena,la situazione che descrive mi sembra oggettivamente insostenibile, sembra esserci in gioco la Sua incolumità psicologica,ma anche fisica. Capisco il desiderio di dare priorità assoluta agli studi, ma credo che sarebbe meglio, qualora sussistesse la possibilità, lavorare per pagarsi un affitto anche se ciò dovesse implicare ritardi nel conseguimento della Laurea. L’ambiente familiare di cui parla è altamente tossico, Suo fratello sta purtroppo cercando di identificarsi con la figura maschile di riferimento imitando comportamenti altamente disfunzionali. Ritengo che sia importante per Lei avvalersi dell’aiuto di un professionista in modo da poter elaborare queste traumatiche esperienze.
Resto a Sua disposizione per eventuali approfondimenti
Cordiali saluti
Dottoressa Daniela Raffa
(Psicologa/ Psicoterapeuta/
disponibile per terapie online)

Dottoressa Daniela Raffa Psicologo a San Giovanni la Punta

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