Secondo figlio post aborto
Spett.le Staff buongiorno, scrivo perchè mi trovo, ormai da un anno e mezzo, in pieno blackout. Ho 33 anni ed il mio compagno 52. Nonostante la differenza di età, conviviamo da quasi 10anni e da 4 anni siamo genitori di un bellissimo bambino. E' stato fortemente desiderato ma mai avrei immaginato fosse così dolce, sensibile ed intelligente. Oserei dire che mi è venuto proprio bene... Purtoppo i primi anni me lo sono goduto poco in quando, da 6 anni, abbiamo aperto un'attività insieme ed essere libera professionista e allo stesso tempo mamma non è sttao per nulla semplice. Ho lavorato fino all'ultimo giorno , in ospedale avevo portato addirittuta l'agenda per fissare gli apputamenti. Una volta dimessa, insistevo per mentenere gli stessi ritmi di prima. Preciso di aver sempre avuto una mania del controllo ed è emerso anche nel percorso psicologico terminato 3 mesi fa, intrapreso dopo aver abortito nel settembre2019. Quando ci penso mi sembra assurdo sia passato un anno e mezzo perchè il tempo sembra quasi essersi fermato. Con il mio compagno avevamo, quel mese, iniziato a pensare al secondofiglio, ignari del fatto che fossi già incinta. Una notte, mi sono svegliata di soprassalto presa dal panico nel realizzare che avrei potuto esserlo davvero e da quel giorno, fino all'intervento , non sono stata più la stessa. E' come se fossi entrata con la macchina in galleria (perdonate l'esempio un pò azzardato). Ad un tratto il sole è sparito e vedevo solamente tutto buio. Piangevo perchè sentivo che avrei dovuto separarmi dal mio primo figlio. Si sarebbe domandato perchè ne ho desiderato un altro quando avevo già lui. Forse da figlia unica non comprendo appieno il legame di fratellanza. Ricordo che non mi guardavo mai allo specchio e non toccavo mai la pancia e questa sensazione non spariva. Sentivo che stavo regredendo, che i progressi fatti con il primo si stavano annullando in quanto, con un neonato, occorre ripartire da zero. Se ci ripenso a quel periodo, in effetti la fatica è stata tanta. Da sola in quanto il mio compagno era sempre al lavoro. L'allattamento misto, le colazioni lunghe quasi un'ora, i risvegli pomeridiani sempre con pianti. Eppure ha sempre dormito di notte, ma la sensazione era quella di non recuperare mai le energie (mentali). Ancora adesso fatico a programmare qualcosa. A breve dovrò sposarmi e ristrutturare casa, ma non ho ancora iniziato a pensare a nulla. Sono immersa nel lavoro e , quando sto con mio figlio dopo la scuola, non penso a nient altro se non alla sua merenda, al farlo giocare. Diciamo che , rispetto all'ultimo anno, alcune cose sono cambiate (in meglio). Ho una casa più grande, mi sono decisa a lavorare part-time e da casa. Ma sembra non bastare perchè ogni tanto, scoppio di rabbia, motivo per i quale ho intrapreso il percorso psicologico. Ancora non riesco a mettere in atto i suggerimenti ricevuti e la mia paura, se dovessi avere un altro bambino, è quella di scoppiare del tutto chissà con quali conseguenze. Come posso aver questo tipo di paura? Come può un motivo di questo tipo impedirmi di diventare ancora mamma? Sono una brutta persona? Quando vedo un neonato provo molta tenerezza e immagino spesso a come sarebbe essere in 4 . Cado ancora nell'errore dell'aspettativa che poi, immancabilmente, non corrisponde alla realtà. E non posso farci niente perchè il controllo sui bambini è impossibile averlo. Mi sento intrappolata nel tunnel e non riesco a mettere un punto a questa scelta. Decidere di fermarmi mi fa soffrire, non lo nego.Quando vedo famiglie numerose mi chiedo come facciano e in cuor mio un pochino le invidio perchè rappresentano ciò che avrei voluto per me, per noi. Il tempo passa e la decisione ancora non arriva ad essere definitiva. Se dovessi concentrarmi sul "adesso" direi di sì, facciamolo! Ma poi , quando ci provo , ecco che ritorna il panico che mi toglie il sonno. E' uno stato d'animo reale? Un avvertimento? Mai vorrei che capitasse ancora ciò che è successo un anno e mezzo fa. Perchè per altre mamme, che si lamentano spesso, avere il secondo è stata una decisione facile? Forse non amo abbastanza il mio ruolo di madre da doverlo ripetere?