Pro o contro le diagnosi?

Inviata da Gloriana di Carmine · 16 mag 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Buonasera, mi chiamo Margot e ho 18 anni volevo farvi una domanda e spiegarvi la situazione che mi ha portata ad andare in terapia. Vado in terapia da agosto 2022, ho cambiato diversi psicologi finché a dicembre non ho trovato la mia attuale terapeuta. Lei è una terapista contro le diagnosi e contro le “terapie”(scusate se non mi spiego bene ma intendi tipo approcci emdr o dbt) preferendo un approccio più analitico. Dice che a me come a chiunque altro non serve qualcuno che gli dica che sta male ma piuttosto qualcuno che gli spieghi come stare bene. E io credo di essere d’accordo con ciò ma la mia situazione è davvero delicata e so che non si dovrebbero fare la autodiagnosi ma io sospetto davvero di avere qualcosa legata magari ad un qualche tipo di disturbo. Scusate se il messaggio risulterà lungo ma cercherò di essere il più breve possibile. Ho iniziato ad andare in terapia durante una relazione che mi stava distruggendo nonostante sia stata una relazione durata 4 mesi mi ha totalmente dilaniata e cambiata. Lui era il mio unico pensiero dalla mattina alla sera avevo smesso di mangiare e di dormire. Vivevo con l’ansia costante che lui mi lasciasse o peggio. Quando non mi rispondeva ai messaggi o se addirittura mi dava buca all’ultimo impazzivo avevo delle crisi assurde in cui mi sentivo disconnessa dalla realtà tant’è che una volta in una di queste crisi ero sul pullman e sono scesa ad oltre un’ora dalla mia fermata perché sentivo di vivere in una simulazione e che tutti intorno a me mi conoscevano. Mi sentivo pedinata. Il mio ex era una persona tossica che mi ha rovinato la vita è vero che le ansie erano le mie ma la colpa di tutto era sua perché a lui non interessava di me, mi ha illuso. L’ultima volta che ci siamo visti si è messo a piangere davanti a me dicendo di non aver mai conosciuto una persona così bella. Io in quel periodo stavo toccando il fondo e l’ho implorato di non farmi soffrire perché non avrei retto. Lui me lo aveva promesso e esattamente una settimana dopo (settimana in cui non mi ha voluto vedere), mi ha lasciato su whatsapp sparendo per sempre. Io li per li non ho provato niente ma in seguito sono stata malissimo e anche ora a distanza di svariati mesi alterno momenti in cui penso di averla superata ad altri in cui vorrei morire. In terapia infatti mi è stato detto che ho una forte paura dell’abbandono e una tendenza a mettermi in situazioni potenzialmente pericolose e autosabotanti. Mi hanno detto che ho una spiccata impulsività cosa che dapprima negavo ma poi ho capito che fosse la verità. Il mio ex psicologo dopo avermi fatto fare dei test mi ha definito una persona estremamente masochista e mi aveva anche consigliato un approccio psichiatrico cosa a cui si è opposta mia madre in quanto all’epoca io fossi ancora minorenne che ha deciso di mandarmi dall’attuale psicologa. Io tendenzialmente non sto sempre male ma quando ci sto mi faccio pervadere dai brutti pensieri alterno periodi di digiuno ad abbuffate durante e nei primi mesi dopo la rottura con il mio ex ho sofferto di autolesionismo come quasi per dire “se vede che sto male non può lasciarmi”. Credo però di aver toccato il fondo quando ho ingoiato 20 tachipirine e 10 ibuprofene, il fatto è che nessuno è a conoscenza della cosa perché io subito dopo averlo fatto ho avuto un momento di lucidità e mi sono indotta il vomito. Scusate se ho raccontato così tanti dettagli e sono uscita un po’ fuori strada, ma volevo far capire davvero cosa provo perché la mia psicologa a volte sembra quasi sottovalutare la situazione e mi sento davvero sminuita e non vista nel modo che in cui vorrei. Da quando ho iniziato terapia non sto meglio. Lei mi dice che dobbiamo lavorare sul farmi avere un equilibrio senza “stare sulle montagne russe”. Ma io non vedo cambiamenti e ho paura di avere qualcosa che non va. Secondo voi avrei bisogno di una diagnosi? O andando avanti con un approccio analitico potrei stare meglio? Dovrei chiedere un consulto psichiatrico come mi aveva detto il mio ex psicologo? Vorrei solo avere un consiglio perché ora come ora mi sento solo stanca di stare sempre da capo a dodici penso di stare bene mi vedo bella e felice e poi ritorno a sentirmi uno schifo a rimpiangere il passato e non sapere come andare avanti. Non chiedo rassicurazioni ma vorrei capire se pensate che le diagnosi in generale possano aiutare di più il paziente a capire i suoi meccanismi sbagliati o basti una terapia parlata.

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Miglior risposta 17 MAG 2023

Buongiorno Margot,
grazie per la sincerità con la quale ha raccontato il suo vissuto. Intraprendere un percorso di terapia è una scelta coraggiosa e amorevole verso se stessi, e la relazione con il proprio terapeuta, fatta di fiducia ed empatia, risulta di fondamentale importanza. Se sente di non essere compresa appieno è importante farlo presente alla propria terapeuta, in modo da esplorare quello che sta succedendo, di fermarsi e capire il motivo di quello che sta provando, sentendosi libera di esprimere le proprie emozioni.
Una diagnosi non è un'etichetta sulla base della quale definirsi, piuttosto è utile fare luce sulle sue modalità di funzionamento, quelle più funzionali e disfunzionali e come queste siano correlate alla sua problematica e questo è un processo che talvolta ha bisogno dei suoi tempi, differenti per tutti. Inoltre, un consulto psichiatrico non esclude la possibilità di continuare il suo percorso di terapia.

Un caro saluto
Dott.ssa Melania Matzuzzi

Dott.ssa Melania Matzuzzi Psicologo a Cagliari

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16 OTT 2023

Ciao Margot, grazie per questa condivisione così intima dei tuoi vissuti, non deve essere stato semplice.
Innanzitutto iniziare un percorso di terapia implica, a volte, di dover scendere nei nostri angoli più oscuri e antichi, così come mettere mano in certe dinamiche comporta una perdita di equilibrio spesso dolorosa. Tuttavia è fondamentale che questo percorso sia intrapreso in base ai tuoi tempi e alle tue necessità, se senti di stare male o di provare più dolore è giusto riferirlo alla tua Dottoressa. Lo psicoterapeuta è come un abito cucito su misura quindi è consentito prendere le misure insieme. A volte il supporto psichiatrico è importante, agevola il processo di cura..a patto che non diventi la unica e sola soluzione 'principe' (è fondamentale affiancare psicoterapia e supporto psicofarmacologico) per cui non temere questa possibile strada e non la escludere per un pregiudizio altrui. Per quanto concerne la diagnosi, credo che tu voglia indagare e capire maggiormente l'origine del tuo malessere e dolore che spesso va oltre a una mera etichetta diagnostica.
In bocca al lupo per tutto.

Dott.ssa Ilaria Bagnoli Psicologo a Modena

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1 GIU 2023

Gentile ragazza,

l'aspetto più importante di una psicoterapia è l'alleanza terapeutica. La relazione di fiducia che viene a crearsi tra paziente e specialista è la chiave per il buon esito di una psicoterapia. Condivido con il collega quanto sia poco importante una diagnosi ma quanto piuttosto sia di fondamentale importanza lavorare su di se sui propri vissuti e su come si sta all'interno delle relazioni. Nella speranza che possa continuare il percorso iniziato... in bocca al lupo per tutto!

Cordiali Saluti
Studio Associato Dott. Ferrara Dott.ssa Simeoli

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

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26 MAG 2023

Gentile Margot e se, anche senza diagnosi, tu accettassi l'idea della tua terapeuta di poter stare meglio?
Sembra un po' una coperta di Linus la tua sofferenza e vorrei chiederti da cosa ti protegge.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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25 MAG 2023

Cara Margot il punto non è diagnosi si o no ma il fatto, che come sostieni, da Agosto ad oggi non senti miglioramento dal lavoro che state facendo e che i tuoi dubbi mettono in crisi l'alleanza terapeutica che è alla base del lavoro. Stando così le cose dovresti valutare l'opportunità di cambiare professionista e rivalutare il suggerimento del collega che l'ha preceduta.
Auguri
Dott.ssa M.A. Consalvi

Dott.ssa Maria Assunta Consalvi Psicologo a Roma

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25 MAG 2023

Buon pomeriggio Margot, mi colpisce positivamente il fatto che abbia bisogno di orientarti nel mondo complesso della psicoterapia. Spesso non è semplice comprendere se si sta intraprendendo il percorso più adatto a noi. Tendenzialmente ciò che cura è la qualità della relazione che tu e la tua terapeuta riuscirete ad instaurare, oltre che la sensazione di libertà e fiducia che potresti provare mentre ti esprimi di fronte a lei.
Di per se la diagnosi ti può essere utile se hai la necessità di dare un nome ad una situazione di disagio che stai provando, e può rappresentare un punto di partenza per alcuni approcci di psicoterapia. Mi dispiace che abbia avuto bisogno di utilizzare gli antidolorifici e mi verrebbe da chiederti se te la sei sentita di raccontarlo alla terapeuta (ti aiuterebbe a capire se fai fatica a fidarti di lei oppure no).
Dal mio punto di vista, dentro di noi non ci sono dei meccanismi sbagliati o giusti, ma delle modalità di adattamento, spesso apprese negli anni, che ci consentono di vivere e sopravvivere alle difficoltà che la vita ci presenta. La difficoltà a trovare qualcuno che ci ami per come siamo realmente è una di queste modalità.
Ti auguro di riuscire a comprendere se la strada intrapresa è quella che ti consentirà di sentirti fiduciosa rispetto a te e al tuo processo di autoconsapevolezza.

Un caro saluto

Simona Seu

Dott.ssa Simona Seu Psicologo a Gorle

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23 MAG 2023

Gentile Margot, da ciò che ha descritto mi è arrivato il suo dolore... Credo che la sua sintomatologia richieda una presa in carico anche da un medico psichiatra, per poter riequilibrare le "montagne russe" di cui parla la collega, così da poter lavorare meglio in terapia. In più, la inviterei a parlare apertamente con la sua terapeuta di questi dubbi che lei ha, e delle sue domande.
Le auguro il meglio
Un caro saluto
Francesca Coricelli - Psicologa

Dott.ssa Francesca Coricelli Psicologo a Roma

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18 MAG 2023

Buongiorno Gloriana,
Grazie per aver spiegato così bene un pezzo della tua storia, nella quale non entrerò, restando invece sulle tue considerazioni, dubbi e domande relative alla terapia.
C'è da fare chiarezza: la diagnosi significa "semplicemente" dare un nome a come ci si sente e aiuta gli specialisti a poter seguire impostare al meglio il percorso.
Fare una diagnosi non per forza porta a dover coinvolgere uno psichiatra. Qualora ce ne fosse bisogno è importante parlarne insieme, quindi in ogni caso la invito a condividere con la sua terapeuta i suoi dubbi, le sue paure e il suo malessere.
Sento però di fare un appunto riguardo in "non credere in (farmaci, emdr , etc....)": la nostra è una disciplina scientifica che quindi non si basa su credenze ma sulla letteratura scientifica. Ogni professionista, veicolano con la sua persona, sceglie di certo l'approccio più confacente a sé, ma qualora i bisogni di un paziente non si dovessero incontrare con ciò che possiamo dare, SIAMO OBBLIGATI dal nostro codice deontologico ad inviare allo specialista più adatto. Nel caso dei farmaci poi non possiamo fare diversamente non essendo noi, se psicologi, abilitati e specializzati nel settore.
Spero di essere stata chiara e di aiuto,
Un abbraccio
Roberta Del Monte

Dott.ssa Roberta Del Monte Psicologo a L'Aquila

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17 MAG 2023

Gentilissima Gloriana, per me la diagnosi è importantissima e precede sempre l’inizio della terapia. Ma, ripeto, questo vale per me: non è in nessun modo una ricetta universale. Non posso e non voglio imporre ai miei colleghi come procedere. Ogni procedimento è legittimo se mosso da precise posizioni scientifiche. Evidentemente la collega è più propensa per un modello IE (interpretativo esplicativo) in cui ogni caso è un unicum non riconducibile a una diagnosi ND (nosografico-descrittiva). Per di più mi sembra che la Collega propenda per la psicologia positiva che rinforza le parti sane più che attaccarsi a quelle malate. Non è il mio metodo ma lo rispetto così come rispetto tutte le posizioni scientifiche diverse dalla mia. Le consiglio di proseguire con fiducia se si trova bene con la Sua Psicoterapeuta: tutte le strade portano a Roma... al benessere ! Il mio augurio di un percorso sano ed efficace e un cordiale saluto

Dott. Vincenzo Crupi Psicologo a Palermo

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17 MAG 2023

Buongiorno,
Certo che sì! La diagnosi permette anche di individuare il percorso di trattamento e cura più idoneo alla sua situazione, anche farmacologico ( in alcune situazioni è fondamentale).
Ha diritto a ricevere la diagnosi.
Se non si trova con l’approccio analitico della collega, si ricordi sempre che è suo diritto poter cambiare approccio. Si prenda cura, Gloriana, se lo merita.
Buona giornata

Dott.ssa Cecilia Autelli Psicologo a Pavia

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17 MAG 2023

Buongiorno Margot, avere in mente una diagnosi è importante per il professionista e a volte può essere utile condividerla con il paziente, altre volte no, la verità è che non esiste una risposta universale, tutto va valutato caso per caso in base alla persona che si ha di fronte. Quando la sofferenza è molto intensa, un consulto psichiatrico può essere d'aiuto alla terapia stessa. A volte la figura dello psichiatra può spaventare ma in realtà è solo una delle diverse figure che si occupano di salute mentale e non c'è niente da temere, può essere una risorsa in più! È una buona idea parlare con la tua terapeuta delle tue sensazioni e dei tuoi dubbi, lei è lì per accoglierli e ragionarci insieme.

Dott.ssa Jessica Di Tommaso Psicologo a Fano

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17 MAG 2023

Buongiorno
Alcuni colleghi fanno la diagnosi e altri no.
Bisogna vedere lei che relazione ha con la collega.
E che risultati vuole ottenere, che strada avete fatto.
Può sempre cambiare Psicoterapeuta, se non si trova bene.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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17 MAG 2023

Gentile Margot,
da ciò che ho potuto leggere, la sua sintomatologia richiede che sia presa in carico in modo adeguato. La psicologia è una professione sanitaria, pertanto qualora fosse necessario è previsto che ad un terapeuta si affianchi anche un medico psichiatra, a sostegno di situazioni delicate. La multidisciplinarietà è una ricchezza alla quale non dobbiamo avere timore di ricorrere perchè molto spesso la sofferenza psichica raggiunge delle dimensioni in cui è difficile sostenersi da soli.
Le consiglio comunque di parlare dei suoi dubbi direttamente alla sua terapeuta e negoziare con lei una situazione che la faccia sentire compresa ed accolta.
Cordiali Saluti,

Dott.ssa Carolina Giangrandi Psicologo a Ladispoli

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17 MAG 2023

Buongiorno Gloriana,
di solito quando il dolore psichico è così forte e così mutevole nei sintomi lo psicologo o lo psicoterapeuta, alla terapia che cura con le parole (e con la relazione), preferiscono associare una terapia farmacologica ed inviano quindi il paziente ad uno psichiatra di fiducia per individuare i farmaci che, almeno per un breve periodo, possano sostenere il comune paziente. In questo caso accade anche che lo psicologo e lo psichiatra si tengano in contatto per intervenire al meglio con il paziente. Se il dolore è troppo forte non si riesce nemmeno a lavorare.
La diagnosi è importante, non per chiudere le persone in un quadro clinico rigido e stereotipato (tanto non ci si riesce: la realtà è sempre molto più complessa delle nostre categorie diagnostiche!) ma per avere una direzione mentre si procede con la conoscenza approfondita della persona che si ha di fronte e si scelgono gli interventi ritenuti più funzionali per la sua identità.
La sua sintomatologia Gloriana è seria ma lei dimostra nel suo scritto di avere una forte volontà di cambiamento (e questo è molto importante) ed una limpida onestà intellettuale verso la conoscenza di ciò che accade dentro e fuori di lei.
Anche le diagnosi evolvono se si lavora alacremente, non sia troppo spaventata dal loro apparire.

Dott.ssa Rinalda Sabbadini Psicologo a Arese

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