Omosessualità e paternità

Inviata da Alessandro · 26 ott 2015 Orientamento sessuale

Sono un uomo di 41 anni e sono omosessuale. Da sempre fatico ad accettare il mio orientamento sessuale, anche se in questi ultimi anni ho iniziato ad avere un atteggiamento più sereno e positivo. La questione su cui non riesco a fare chiarezza è l’impossibilità di avere figli. I medici dicono che l’omosessualità non è una malattia e che di conseguenza non si deve cercare di cambiare il proprio orientamento sessuale. Ma vorrei sapere cosa c’è di bello in un orientamento sessuale che di fatto ti obbliga a rinunciare alla paternità. Gli psicologi a cui mi sono rivolto mi hanno risposto in maniera vaga (“C’è tanta gente che non ha figli”: e allora? c’è tanta gente che figli ne ha!). In Internet non ho trovato alcun riferimento concreto all’argomento, come se non parlarne allontanasse dagli omosessuali il desiderio di pensarsi genitori. L’omosessualità non sarà una malattia, ma è una condizione ostativa. La soluzione migliore per me è accettarla perché la vita non è facile per nessuno, e poi perché mi sembra di aver capito di non avere tanta scelta; ma, siccome sognare non costa niente, dentro di me continuo a sperare di innamorarmi di una donna.

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Miglior risposta 27 OTT 2015

Gentile Alessandro
quello che lei scrive pone l'accento su una questione molto delicata ed importante e ci porta a riflettere su quanto questo orientamento sessuale possa portare con sè desideri sani ma anche di difficile realizzazione.
Io penso che il suo desiderio di essere padre sia del tutto naturale e indichi in lei una natura altruista e in grado di prendere responsabilità importanti.
Di conseguenza comprendo anche che il desiderare una donna e potersene innamorare sia ancora in qualche angolo dei suoi pensieri in quanto porterebbe a soluzione.
Se almeno fosse possibile per coppie gay adottare dei bimbi sarebbe accettabile per lei?
In molti paesi del mondo è possibile per coppie gay l'adozione di bimbi, ultimo in ordine di tempo l'Austria "in cui l'adozione di minorenni da parte di coppie dello stesso sesso è divenuta legale il 14 gennaio 2015, per effetto della sentenza della Corte Costituzionale austriaca che ha dichiarato non conforme alla costituzione il divieto fino ad allora esistente. In precedenza, grazie ad una legge promulgata nel 2013, alle coppie omosessuali era consentita solo l'adozione dei figli biologici di uno dei partner, ma non adottare congiuntamente figli non biologici" ( ho tratto da vikipedia).
Credo davvero sia importante per lei poter elaborare le sue emozioni e i suoi vissuti in merito a questo suo desiderio e credo che l'aiuto dello psicoterapeuta possa esserle di sollievo in qualche modo.
Non si scoraggi in questo e continui a cercare una persona a cui affidare i propri pensieri e le proprie emozioni, il senso di sconforto e le sue fantasie in merito.
Questo l'aiuterà a stare in equilibrio.
Un caro saluto Dott Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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7 OTT 2016

Gentile signore,
a volte la prima confusione che si fa è tra genitorialità, capacità genitoriali e identità sessuale. Non è l'identità sessuale ad impedire alle persone di essere o meno genitori. Padri e madri omosessuali sono sempre esistiti, non è cosa solo degli ultimi tempi. Solo che in passato era più difficile ammettere a se stessi la propria omosessualità. A ciò si aggiunge anche la ricerca scientifica che dice che anche le persone e le coppie omosessuali possono essere genitori sufficientemente buoni. Diverso, invece, è il discorso sul vissuto personale, relativo al proprio orientamento sessuale, se si fatica ad accettarlo, accoglierlo e amarlo. Allora il proprio senso di inadeguatezza può anche legarsi al vissuto di lutto per l'idea di non poter essere genitore. Ma guardi che già nel nostro paese ci sono molte realtà famigliari con genitori dello stesso sesso.
Non concordo, invece, assolutamente con l'invito a rivolgersi a forme di "terapia" che parlano di una possibile conversione dell'orientamento sessuale. Tali approcci sono stati falsificati e addiritttura condannati dalle più importanti associazioni scientifiche internazionali. Negli Stati Uniti i centri di terapeuti riparativi (che si rifanno alle teorie pseudo-religiose e pseudo-scientifiche di Nicolosi e altri) sono stati anche denunciati per truffa. Una breve ricognizione online può darle modo di trovare molte notizie in merito. Ciò che "cambia", in realtà, secondo queste "terapie", non è l'orientamento sessuale ma il modo che ha la persona di nominarlo (che si chiama "identità di orientamento sessuale"). A questo corrisponde un benessere apparente, anche perché la persona viene invitata a seguire una serie di "regole" per evitare di incappare in situazioni potenzialmente eccitanti da un punto di vista omosessuale.

È possibile affrontare il disagio relativo al proprio orientamento sessuale in modi molto più costruttivi, per se stesso e per i suoi contesti di vita e affettivi.

Dr. Enrico Maria Ragaglia Psicologo a Paruzzaro

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27 OTT 2015

Gentile Alessandro,
la questione principale in tema di omosessualità è se la persona la vive in maniera egosintonica oppure egodistonica.
Lei dice che da sempre fatica ad accettare l'orientamento omosessuale ma guardi che nessuno la obbliga a questo nè è stato dimostrato che l'omosessualità è scritta nei cromosomi e quindi non c'è via di scampo.
La sua ricerca su Internet è stata superficiale perchè ci sono associazioni, libri e forum con testimonianze di persone che hanno fatto il percorso da omosessuale (o presunto tale) ad eterosessuale e ne sono state felici.
Per iniziare le suggerisco di leggere il libro di Joseph Nicolosi sulla terapia riparativa.
Senza demonizzare l'omosessualità penso che sia giusto che ognuno debba essere quello che vuole essere e talvolta per realizzare questo obbiettivo occorre lottare e affrontare delle difficoltà come del resto accade per tutte le cose.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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27 OTT 2015

La risposta della dottssa Elena Bellia, non potrebbe essere più adeguata, quindi io rispondo semplicemente per esprimermi sinergicamente.
Dottssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta in Milano

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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27 OTT 2015

Buongiorno Alessandro,

La sua franchezza e la sua trasparenza dimostrano in lei una maturità affettiva e di riflessione che le fa sinceramente onore. Detto questo l'omosessualità non è una malattia e forse alcuni colleghi che lei può aver visto hanno sottovalutato che la sua problematica interiore non è solamente tanto il dissidio fra essere omo o etero sessuale in se, come condizione assoluta, ma l'omosessualità come condizione da lei definita "ostativa" alla possibilità di generare e quindi di diventare padre; che è evidentemente per lei una esperienza significativa che non potrà essere liquidata semplicemente con un "tanta gente non ha figli". Mi piacerebbe poterla aiutare meglio, perché credo che lei abbia gli strumenti emotivi per poter affrontare questo, indipendentemente dalla chiusa della sua richiesta in cui esprime "un desiderio/sogno" che non so se sia poi il punto nodale del suo bisogno.

Se non io non si arrenda, cerchi qualcuno nella sua zona che accolga e comprenda davvero questa sua delicatissima e appropriatissima richiesta; e non abbia paura di dire che lei è lei e nella sua unicità (perché l'orientamento sessuale non ci definisce come persone, per cui non esiste la categoria etero o quella omo, ma esistono PERSONE tutte una diversa dall'altra, etero o omo) e ha le sue necessità di guardarsi dentro; voglio sognare con lei, che un/una collega psicologo&psicoterapeuta con la giusta sensibilità possa esistere, e aiutarla.

Le faccio i miei migliori e più sinceri auguri, di continuare a sognare e di vivere i sogni

Dott.ssa Elena BELLIA
Psicologa & Psicoterapeuta
Savona Provincia & Ge città

Dott.ssa Elena Bellia Psicologo a Albenga

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