Salve sono Elisa e ho 22 anni, ho da poco messo fine a una storia che è durata 4 mesi con un ragazzo e nonostante la breve durata il mio pensiero si rivolge sempre a lui. Ho deciso di chiudere la relazione non perché non provassi nulla nei suoi confronti, ma perché parlavamo due linguaggi differenti: ciò che faceva mi feriva e ciò che facevo io lo feriva, non riuscivamo a trovarci perché entrambi dobbiamo lavorare su noi stessi in primis. Non so come comportarmi, sento di aver buttato una grande occasione.
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14 AGO 2020
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Cara Elisa,
mi sembra in realtà che lei abbia le idee molto chiare, nonostante il sentimento, si è accorta che qualcosa non funzionava nella relazione e che non le portava beneficio. Si è accorta che può essere d'aiuto un lavoro su di sè (magari anche per capire cosa non è andato e come fare in modo di non trovarsi nella stessa situazione in futuro). Rimane il dispiacere di un rapporto concluso, magari è passato poco tempo, e questo mi sembra sano, sarebbe strano il contrario mi verrebbe da dire. Anche rispetto a questo, un percorso psicologico per acquisire risorse per "prendersi cura" di questo dispiacere potrebbe essere d'aiuto.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto.
Dr. Marianna Ambrosecchia
14 AGO 2020
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Gentile Elisa,
parlare due linguaggi differenti significa non essere in sintonia, avere convinzioni e valori diversi (se non addirittura opposti) e quindi fare cose non condivise.
In tal caso sarebbe interessante sapere su cosa era basato l'interesse o il sentimento che lei provava nei confronti di questo ragazzo.
E' evidente che qualunque cosa fosse non era sufficientemente gratificante per lei e quindi è illogico pensare di aver buttato una grande occasione.
Tuttavia, lavorare su se stessa per migliorare la sua autostima e le sue risorse mentali è un'ottima idea e andrebbe concretizzata all'interno di un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
14 AGO 2020
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Buongiorno Elisa, il motivo per cui non riesce "a dimenticare" (domanda che, Le anticipo, richiede una riformulazione) è che si mantiene ancora su quella possibilità ("E se...?") che tuttavia ora, per come si è dipanata la Sua esistenza, risulta vuota (perchè vi siete lasciati). Resta il dubbio su cui si mantiene, riflettendo verosimilmente in modo costante, e non trova una soluzione "certa" perchè è il campo delle ipotesi. Serve mettere a tema quanto successo e dare un senso alla rottura, riaprendo contemporaneamente possibilità d'azione nuove. In questo modo riuscirà a riposizionarsi (cosa molto differente dal dimenticare). Contatti un terapeuta per accelerare il processo, se lo desidera. Cordialità, DP