Il mio ragazzo e la sua famiglia d’origine
Ultimamente il rapporto con il mio fidanzato (entrambi 24 anni e insieme da più di due anni) si è profondamente incrinato per il nostro modo di gestire i rapporti con le rispettive famiglie d’origine. Premetto di avere e aver avuto molte difficoltà con i miei genitori; ho un passato di disturbi alimentari, grave anoressia, difficoltà di distacco che ancora oggi affronto in terapia. La mia situazione famigliare è complessa, i miei sono divorziati e mia madre soffre di una malattia cronica autoimmune molto invalidante. Nonostante questo in questi ultimi mesi ho sentito un forte cambiamento è una spinta al futuro, sto vivendo in una stanza a 60 km dai miei, riesco a stare molto più da sola e sto cercando di impostare dei sani confini. Tutto questo confligge profondamente con la mentalità del mio ragazzo, lui vive ancora con i suoi, nella mia città di origine, ha un’immagine profondamente romantica e idealizzata della sua famiglia e pretende che io mi rapporti a loro nel modo in cui lui desidera, mettendo da parte dei lati di me che con molto sforzo sono emersi in questi ultimi anni. Mi chiede di essere più simpatica con i genitori, più estroversa, perché vorrebbe che io mantenessi un buon rapporto con la sua famiglia onde evitare critiche da parte dei suoi genitori alla mia persona. È constantemente nella loro testa, pronto ad anticipare qualsiasi loro esigenza e fa così con tutti, ovviamente accumulando una quantità di risentimento che poi inevitabilmente sfocia in rabbia. È stato il compleanno della madre e io ho dato la mia disponibilità ad essere presente ad un pranzo per festeggiarla, loro avrebbero preferito la sera ma io ero ancora in dubbio sui miei movimenti (se tornare o meno a casa mia). Chiaramente ho detto loro di organizzarsi come meglio credevano, indipendentemente dalla mia presenza. Hanno preferito festeggiare a pranzo e, quando il mio fidanzato ha saputo che avevo rimandato la mia partenza all’indomani, mi ha chiesto di non presentarmi a casa sua il giorno dopo perché se sua madre avesse saputo che non ero partita la sera stessa si sarebbe arrabbiata. Io trovo tutto ciò sconcertante, soprattutto perché viene sempre detto in modo appartentemente scherzoso ma che si rivela presto essere reale e aggressivo quando l’argomento viene approfondito e lui mi dice che sono irrispettosa e ingrata per i sacrifici che i suoi genitori fanno per me, per lui e per la famiglia, in cui sono stata inclusa a suo dire, ma a che prezzo!!! Io ho già una famiglia che mi pone di fronte a enormi difficoltà, mio padre è molto critico, mia madre richiestiva, vittimista, polemica. Non so proprio come agire perché ogni mia consapevolezza che acquisisco viene denigrata da lui e soprattutto , da ogni mia osservazione lui vuole sempre allontanarsi tendendo a sottolineare quanto il mio caso sia diverso, io abbia una situazione drammatica e lui idilliaca, i suoi genitori siano perfetti e soprattutto che io sono in fuga dalla mia famiglia e lui non vuole scappare. Non mi sento capita, io vedo questa non come una fuga ma come una presa in carico della mia vita, come la consapevolezza di non dover assecondare gli altri per sentirmi meritevole di esistere e di essere amata. Sento che il rapporto con questa persona non mi stia aiutando a crescere, allo stesso tempo mi dispiace per lui perché mi rivedo in lui, gli voglio bene, abbiamo passato tante cose insieme e all’idea di chiudere mi si spezza il cuore.