È da un paio di anni che convivo questo problema, ma credo di essere arrivata alla stregua. Non riesco ad andare in bagno nei luoghi pubblici e se per caso, qualche mio famigliare dovesse entrare in bagno mi bloccherei all’istante, la differenza che c’è però, è che mentre nei bagni pubblici se sento anche un minimo rumore l’urina si blocca senza la possibilità di continuare, nella vita domestica non avviene, di fatto dopo poco continuo. Ho notato che il posto peggiore è il bagno scolastico, dove oggi a causa del fatto che la bidella ha aperto la porta (dell’antibagno), mi sono trovata a fare i conti con una situazione molto difficile. La parte peggiore (che è anche la parte che non riesco mai a raccontare), è che a causa dello sforzo mi ritrovo a defecare piuttosto che urinare. La mia paura è dovuta proprio a questo, è stato un evolversi, che fortunatamente riconosco, inizialmente non riuscivo perché molto spesso avevo aria nello stomaco e questo mi portava a fare “rumori” poco gradevoli (e dunque non vi spiego neanche il mio imbarazzo davanti a persone della mia età) dall’aria allo stomaco si è passato direttamente al defecare. È un problema del quale non riesco a trovare pace e soprattutto i miei genitori vedono l’andare allo psicologo come qualcosa di umiliante, scelta che personalmente non condivido, se avete una qualsiasi soluzione, una qualsiasi ve ne sarei tremendamente grata. Vorrei aggiungere che questo problema non è l’unica cosa che mi attanaglia, ma al momento è il problema meno gestibile.
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17 MAG 2021
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Gentile Alessia,
è probabile che lei non chiuda a chiave la porta del bagno per la paura irrazionale di rimanere bloccata in uno spazio ristretto e quindi quando deve espletare i suoi bisogni fisiologici è in tensione per cui si blocca al minimo rumore. Spesso poi l'ansia si scarica sull'apparato digerente causando eruttazioni o iperperistalsi intestinale.
Per questo e per gli altri problemi che la attanagliano e che non ha descritto può avvalersi di un percorso di psicoterapia chiarendo ai suoi genitori che andare dallo psicologo non è qualcosa di umiliante ma anzi è un motivo di orgoglio in quanto comporta un miglioramento della qualità di vita.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
15 MAG 2021
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Gentile Alessia,
comprendo il suo disagio di fronte a una situazione che coinvolge momenti di delicata privacy. Racconta che vive questa situazione da due anni, dunque sarebbe utile chiederLe se sia successo qualcosa poco prima del manifestarsi di questo suo disagio, qualche evento che ricorda di particolare coinvolgimento emotivo. Bisognerebbe indagare le sua paure che si celano dietro questo suo disagio e il signifiicato che attribuisce loro. Riconoscere che una situazione sta diventando per noi problematica è un atto che denota coraggio e desiderio di cambiamento, e non vi è niente di umiliante nel decidere di voler fare qualcosa per il proprio benessere psicologico e fisico, Rimango a disposizione anche onlinee, un caro saluto,
Dottoressa Erica Simoni
14 MAG 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao Alessia,
Immagino il disagio che stai vivendo.
Magari prova a fare prima qualche visita specialistica, in modo da poter escludere cause fisiologiche, dopo aver appurato che la causa è psichica e quindi stai somatizzando, probabilmente, qualcosa ti rivolgi a un professionista che possa darti qualche aiuto
Vedrai, si risolverà tutto.
P.a. Magari prova anche a parlarne con i tuoi genitori
Dott.ssa Maria Pepe