Esiste la fobia di amare? La partner come si deve comportare?
Buongiorno. Dopo mesi di corteggiamento e di amicizia e forte attrazione, inizio una relazione extraconiugale con un collega molto più giovane: primi mesi intensi e passionali, poi lui cambia sede, poco dopo lascia la fidanzata, con cui non riesce più, dopo il nostro inizio, ad avere rapporti intimi. Tutto si complica. Inizia ad allontanarsi, provocarmi, invitarmi a casa annullando all’ultimo, ma continua a chiamarmi. Chiedo spiegazioni, mi arrabbio più volte, non capisco quest'inversione di rotta, lui ribadisce che mi vuole bene, è colpa del nuovo lavoro. Decido di chiudere, lui si apre: la mia situazione è complicata, gli procura forte ansia, perché ho una famiglia, una figlia, ha paura che per colpa sua lascio mio marito, dice che tra noi non può esserci una storia e che io ho perso la lucidità, non possiamo proseguire (gli parlavo di alcuni problemi con mio marito, spesso me lo chiedeva lui... ho sbagliato, non ho capito la sua preoccupazione fino in fondo). Ribadisce che mi vuole veramente bene, mi desidera, ma ha l'ansia, che non possiamo più fare sesso perché c’è troppo coinvolgimento, se andiamo avanti si fa sul serio e non possiamo. Penso alle solite scuse degli uomini che scappano. Ma in queste settimane, continua a chiamarmi con dolcezza, a volte anche per cose assolutamente non necessarie e scuse di lavoro, a volte più volte al giorno. Lo sento vicino, che ha bisogno ed è felice di sentirmi. Perché un uomo continua a chiamare una donna che sa essere innamorata, se la sta lasciando? È un uomo che ama e ha paura di amare o un uomo con i sensi di colpa per aver sedotto una donna sposata? Lo sento così fragile. Sono una donna razionale e forte, decisamente consapevole: amo quest’uomo, so razionalmente di sbagliare e sto cercando di risolvere i problemi emersi con mio marito anche grazie a questo tradimento (l'unico in 20 anni). Ho provato a evitare ogni contatto col mio amante. In passato ho chiuso sempre con decisione storie con uomini che non mi amavano: il dolore passa. Con lui non riesco, semplicemente perché sento che c’è un uomo che prova sentimenti forti, ma che vuole affogarli. Non vuole una storia con me, ma mi cerca. Dice di voler mantenere l'amicizia speciale tra noi. Fin dall’inizio non sono stata appiccicosa, facevo in modo che mi chiamasse e cercasse sempre lui, fosse lui a decidere quando vedermi. Sapevo di avere davanti un uomo libertino, giovane e intraprendente, che non ama veder limitati spazi e libertà. Nelle ultime settimane non l'ho mai, mai cercato, mi chiama lui, ma io gli faccio sentire e capire che per lui ci sono. E' un uomo giovane che scappa da un possibile amore complicato? Razionalmente, che torto dargli? Da una "bravata" si è ritrovato coinvolto. Ma è giusto soffocare da entrambe le parti i forti sentimenti? Cosa posso fare?