Salve, sono una ragazza di 28 anni. Complice la pandemia ho iniziato da circa un mese a lavarmi le mani in modo compulsivo, anche per un'ora di fila, per paura del contagio ma non solo. Sento di poter infettare le cose che poi tocca mia sorella minore che abita con me. Ma non solo, ho paura di tutto, ho sempre la sensazione che possa succederle qualcosa per colpa mia come ad esempio che se io lasciassi tracce di sapone nelle pentole che lavo e poi lei si potesse sentire male cucinando con quella pentola, o i piatti. Sta diventando insostenibile, non riesco nemmeno più a cucinare perchè temo di non lavare bene le mani e che possa contaminare tutto. Sono già due giorni che salto il pranzo (lei lavora in un centro estivo e a pranzo non è in casa, la sera mi fa ragionare diciamo e cucino). Sono stata anoressica 4 anni fa ma dopo 5 sedute di psicoterapia ho abbandonato, ho ripreso peso da sola ma ultimamente è tornato in me il pensiero "Non mangio, non lo merito, non so come andranno le cose, se succede qualcosa di brutto è colpa mia e non devo mangiare". Ho bisogno di aiuto, non vivo più così, a volte penso che sia meglio morire per me e per i miei cari che si preoccupano per me.
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10 LUG 2020
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Buongiorno, è importante che lei chieda di essere seguita da un terapeuta per lei di fiducia. Emergojo molto forti la sua parte punitiva e vulnerabile, insieme a delle parti molto critiche
È importante che inizi un lavoro sulle diverse parti che le generano ansia, paura e senso di colpa, portandola poi a punirsi e a rimuginare e compiere rituali affinché ciò non accada
Spero di aver risposto alla sua richiesta
Buona giornata
10 LUG 2020
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Gentile Caterina,
mi sembra che l’evento pandemia abbia fatto emergere una condizione di ansia, paura latente che coinvolge il pensiero che si manifestano con un comportamento ossessivo verso la pulizia. La condizione di anoressia vissuta quattro anni fa anch’essa si ripropone con la rinuncia al cibo, il senso di colpa e un vissuto angoscioso di annullarsi per non far preoccupare.
Le consiglio di chiedere un aiuto psicoterapeutico al più presto per avviare un lavoro di conoscenza dei suoi vissuti e trovare le risorse per affrontarle e andare verso la vita.
Rimango a disposizione
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
10 LUG 2020
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Buongiorno Caterina,
e grazie per aver condiviso la sua storia.
La sua preoccupazione, che ha trovato alimentazione nella paura del virus, è un comportamento che attanaglia la vita. Le sue parole conclusive ne sono una prova. Intuisco che questi pensieri - di non fare male, di contaminare - occupano la maggior parte del tempo a discapito di tutte le altre attività. Da una parte dichiara di avere bisogno di aiuto, dall'altra ...l'aiuto è sempre difficile da accettare nella nostra cultura intrisa del mito del self-made-man. Ma è solo un mito: nessuno è diventato quello che è da sol;, tutti siamo cresciuti all'interno di relazioni e con l'aiuto e l'esempio degli altri.
Riprendendo la terapia - con il suo terapeuta di prima o con una diversa- potrebbe comprendere quale dolore la blocca nelle azioni ripetitive così piene di senso di colpa.
Dott. Giuliana Gibellini