Diagnosi e dipendenza

Inviata da Anonimo · 15 ott 2021

Buongiorno.
Vi scrivo perché non riesco a darmi delle risposte da sola e non trovo niente di soddisfacente qui su internet.
Sono in terapia da qualche mese, ed ho notato che il mio terapeuta non fa mai diagnosi, nel senso che non mi dice mai cose tipo “hai avuto questo, hai avuto quest’altro, hai questo disturbo…”, non ho niente da dire sulla terapia perché ottengo dei buoni risultati e siamo veramente in sintonia… ma perché allora non darmi diagnosi? Forse lo fate per “proteggerci”? L’unica cosa che mi è venuta in mente è che non ci fate diagnosi per evitare che noi possiamo usarla come scusa, ad esempio “non mi impegno perché tanto ho “x” e non guarirò mai”. È veramente così? Non so, a me piacerebbe sapere cosa ho, dare un nome a ciò che mi ha fatto e mi fa stare male…
Un’altra cosa che mi fa pensare molto in queste settimane è il rapporto col terapeuta. Vorrei veramente passare ogni singolo giorno con lui, non in una relazione amorosa, sia chiaro, ma una relazione amichevole, dove ci si abbraccia, si ride, si scherza e si parla del più e del meno, poter uscire insieme… insomma tutte queste cose. Ne sono veramente ossessionata, ho il pensiero fisso su di lui e sono molto gelosa del fatto che possa passare il tempo con altri e non con me, che magari mi reputa anche come una ragazzina antipatica e poco interessante… vorrei solo qualche attenzione da parte sua. Ed ho paura che dicendoglielo io possa ottenere l’effetto opposto, perché chi elemosina attenzioni in realtà risulta solo patetico… uff, non so cosa fare…

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Miglior risposta 18 OTT 2021

Gentile utente, se sta ottenendo buoni risultati dalla terapia, significa anche che c'è sicuramente un rapporto di fiducia nei confronti del suo terapeuta, la invito quindi a porre a lui tutte le domande che si fa. Non abbia paura ad aprirsi, qualsiasi cosa lei pensi o senta è una ricchezza per la terapia e risulterebbe solo controproducente se la tenesse per lei. Il fatto che sia interessata ad avere una diagnosi così come una maggiore intimità col suo terapeuta sono ottimi spunti per capire qualcosa in più su di sè e su come vivere meglio la sua vita. Un caro saluto

Rebecca Silvia Rossi Psicologo a Trani

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19 OTT 2021

Cara Aa95,
se fossi mia paziente e se nei miei confronti provasse quanto ha scritto qua, vorrei proprio che ne parlassimo in seduta insieme, per cui mi spiace fare un pò come fa l'attuale terapeuta e non dare quelle risposte che cerca, ma credo davvero possa essere utile e portare a "ottenere buoni risultati" parlarne direttamente con l'interessato.
Tutti i quesiti che ha posto qua, per quanto probabilmente difficili o antipatici da tirare fuori a parole, li porterei in seduta al terapeuta.
Rimango a disposizione e Le auguro di risolvere i suoi dubbi,

Dott.ssa Michela Dicosta

Dott.ssa Michela Dicosta Psicologo a Cantù

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19 OTT 2021

Carissima, in merito al rapporto col terapeuta può succedere che si sviluppi questo desiderio di approfondire la relazione ma come ben sai, abbiamo un codice deontologico da rispettare e soprattutto queste emozioni sorgono come risposta naturale alla relazione terapeutica. Credo che sarebbe meglio che ne parlassi col tuo terapeuta in modo tale che ciò che rappresenta per te un motivo di disagio possa essere un' occassione per lavorare su altri aspetti della tua terapia.
In genere non si fa diagnosi, non è bene inserire un individuo all'interno di etichette che rappresentano solo una parte di un problema pertanto il tuo terapeuta sta agendo in maniera corretta.
Spero di esserti stata di aiuto.
Resto comunque a disposizione
Dott.ssa Rosella D'Avola

Dott.ssa Rosella D'Avola Psicologo a Cardano al Campo

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18 OTT 2021

Buongiorno. Negli ultimi tempi, compatibilmente anche con l’approccio scelto dal terapeuta, si evita di dare diagnosi, che risultano essere etichette che potrebbero causare anche discriminazione in ambito sociale; si tende piuttosto a restituire un quadro generale della situazione alla persona, con spunti di lavoro tramite i quali arrivare ad un potenziamento delle risorse per affrontare le difficoltà portate in terapia.
Per quanto riguarda la voglia che ha di vivere il terapeuta anche al di fuori come amico, questo purtroppo non è possibile, in quanto, come anche stabilito dal codice deontologico dell’ordine, non è possibile intrattenere relazioni, anche di amicizia, con i pazienti, in quanto potrebbero essere controproducenti per la riuscita della terapia.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.

Dr. Alfonso Panella Psicologo a Busto Arsizio

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18 OTT 2021

Cara, in primis devi sapere che ogni terapeuta ha un suo modo di fare terapia, in parte ciò dipende dalla scuola di specializzazione che ha conseguito, ma anche per il modo d'essere personale. Immagino quanto avere risposte concrete, una diagnosi per l'appunto, sia più rassicurante che non sapere cosa ci accade. Le certezze ci tranquillizzano. Ma ricorda che tu non sei il Disturbo, non sei il Sintomo.. tu sei te stessa con i tuoi pensieri, i momenti di difficoltà.. sei tu che reagisci e agisci in base alle tue inclinazioni. Dare una diagnosi, ridimensiona la tua personalità, l'etichetta eclissa la tua unicità. Come anche tu hai notato, la terapia sta agendo su di te con beneficio, ed è questo ciò che importa. L' "affetto" che senti per lui ora, questo bisogno di voler stringere con lui una relazione più confidenziale è normale, se c'è sintonia tra voi e il lavoro con lui ti genera un benessere emotivo vorresti che la sua presenza sia costante nella tua vita ma vedi, se questo accadesse lui perderebbe il ruolo di professionista, e l'alleanza terapeutica sfumerebbe in un rapporto amichevole. I confini che ci sono proteggono la relazione e tutelano tanto il paziente quanto il terapeuta. Se posso darti un consiglio, parlane con lui, esponigli questi tuoi desideri.. insieme potreste elaborarli e permettere un evoluzione nel tuo percorso.
Resto disponibile per qualunque chiarimento.
Un caro saluto.

Dott.ssa Clarissa Guercioni Psicologo a San Benedetto del Tronto

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18 OTT 2021

Salve,
è importante parlare con il suo terapeuta di tutto ciò sta accadendo dentro di lei, dei suoi dubbi e delle emozioni e desideri che prova nei suoi confronti. La relazione terapeutica è un aspetto fondamentale della terapia, può attraverso di essa lavorare su tantissimi aspetti di sé.

Per quanto riguarda la diagnosi non è detto che non venga sempre comunicata, dipende dalla situazione, a volte può anche non esserci una diagnosi, nel senso che non ci sono tutti sintomi perché possa rientrare in un disturbo e la persona sta solo attraversando un momento di difficoltà e non ha le risorse per affrontarlo. In ambito psicologico si lavora sulla complessità dell’individuo: come pensa, sente, agisce, si relaziona nel mondo. Ogni individuo è unico pur se può condividere degli aspetti in comune con un altro individuo. La diagnosi, pur essendo importantissima e necessaria per orientare la cura, può ridurre questa complessità.
Ma di questo può parlarne con il suo terapeuta in modo da essere partecipe del processo di cura

Un caro saluto
Dott.ssa Valentina Rea

Dott.ssa Valentina Rea Psicologo a Pomigliano d'Arco

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17 OTT 2021

Buona sera gentile utente.
Le consiglio di parlarne con il suo terapeuta, i suoi dubbi sono leciti e ci si può lavorare in seduta (sia per la diagnosi che per il vostro rapporto).
A volte la diagnosi potrebbe essere vista come un'etichetta e il paziente potrebbe viverlo come un giudizio e un qualcosa di limitante per la sua vita.
Si senta comunque libero di parlarne durante i vostri colloqui, sono certa che troverà le risposte.
Un caro saluto,
dott.ssa Chiara De Battisti

Dott.ssa Chiara De Battisti Psicologo a Monselice

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17 OTT 2021

Gentile utente,
quello che lei dice potrebbe essere anche vero e comunque la diagnosi a volte diventa una etichetta stigmatizzante.
Quello che veramente conta è che lei tragga giovamento dalla psicoterapia.
Quanto a ciò che prova per il suo terapeuta rientra nelle frequenti dinamiche di transfert che non devono compromettere la relazione terapeutica.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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16 OTT 2021

Buongiorno,
Riportare o meno la diagnosi dipende dal professionista e dal suo approccio.
Può anche essere che lei non abbia una vera e propria diagnosi ma più che altro stia attraversando una difficoltà in un periodo particolare della sua vita e non ha le risorse interne per affrontarla e gestirla al meglio.
Ciò che riporta le consiglierei di cercare di condividerlo e rendere partecipare il suo terapeuta anche ciò è terapia.
Ad ogni modo sappi che non si possono avere relazioni interpersonali di qualsiasi natura, anche amichevoli, con il proprio professionista.
Il suo interesse nei suoi confronti è un transfert, vale a dire che essendosi creato un buon feeling con lui, il suo terapeuta le ricorda una persona del passato per il quale nutriva affetto e adesso prova affetto per il suo terapeuta.

Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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16 OTT 2021

Buongiorno, alcuni terapeuti preferiscono restituire alla persona il suo funzionamento piuttosto che "l'etichetta". Il funzionamento dice proprio come funzioniamo, come ci muoviamo nel mondo, ed è specifico della persona, mentre l'etichetta è una definizione generale del disturbo. Ma se per lei è importante può comunicare al suo terapeuta questo desiderio. Anche per quanto riguarda le fantasie della relazione amichevole, si senta serena di parlarne con lui, non è raro che capiti ed è materiale terapeutico molto importante.
Saluti.

Dott.ssa Jessica Di Tommaso Psicologo a Fano

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