Come convinco il mio ragazzo a farsi aiutare?

Inviata da A. · 31 mag 2021

Salve,
Il mio ragazzo si rende conto di stare male perchè lo dice ed ha iniziato a prendere degli ansiolitici senza dire niente a nessuno.
È da un anno circa che provo a convincerlo a parlare con un professionista per cercare di uscire da questa spirale negativa, ma la sua risposta è sempre la stessa: non ci vado perchè tanto non serve a niente.
Credo che questa sua idea sia causata da precedenti esperienze negative con le persone sbagliate. Ho provato in ogni modo a convincerlo, con gentilezza e in modi più bruschi, ma non ci sono riuscita, ho anche provato a dirgli che se gli faceva piacere sarei andata con lui e che se invece avrebbe preferito farlo da solo gli sarei stata comunque accanto.
A volte dice che non c’è soluzione al suo malessere, ma io sono certa che se si convince può uscirne.
Come dovrei comportarmi?
Grazie

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Miglior risposta 2 GIU 2021

Cara A., mi spiace per la situazione difficile che sta vivendo, da ormai molto tempo. Tuttavia, più di così non può fare: sta supportando il suo ragazzo e gli ha espresso il suo ragionevole punto di vista, ma se la richiesta d'aiuto non parte da lui non ci sono i margini per poter effettuare un buon percorso terapeutico. Le consiglio di dare tempo al tempo e, nel caso, valutare di farsi supportare lei se eccessivamente esasperata dalla situazione, per capire come affrontarla con meno carico. Mi scriva pure in privato se desidera approfondire! Saluti

Rebecca Silvia Rossi Psicologo a Trani

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1 GIU 2021

Gentile A.,
ritengo che abbia fatto bene a fare capire con convinzione che lei crede nella possibilità che uno psicoterapeuta possa aiutare il suo ragazzo. Questa sua testimonianza, costante, è importante.
Se già il suo ragazzo si rende conto di stare male e sta 'tamponando' la situazione con degli psicofarmaci ha già capito che da solo non ce la fa a stare meglio.
Può fargli capire che i farmaci in genere aiutano a calmare il livello di sofferenza fisica ma che di per sé non risolvono le situazioni.
Molte volte sono di aiuto, una base, per poi integrare con un percorso di psicoterapia, quindi magari anche nel caso del suo ragazzo potrebbe essere così.
Tuttavia la motivazione personale è fondamentale per lavorare su di sé e al limite è il primo passo su cui lavorare quando qualcuno 'viene portato in terapia' dalla famiglia o dal partner.
Mi chiedevo che ricaduta ha su di lei e sul vostro rapporto di coppia il malessere di lui. Magari è questa la molla giusta per farvi aiutare insieme da uno psicoterapeuta. Se si rendesse conto che serve a lei per il vostro equilibrio di coppia può proporgli di andare insieme per lavorare su questo.
Ci rifletta.
Per ogni chiarimento o contatto sono a disposizione, anche online.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Raffaella Ramazzotti
psicologa psicoterapeuta sistemico-relazionale
Istruttrice di interventi basati sulla Mindfulness

Dott.ssa Raffaella Ramazzotti Psicologo a Ancona

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1 GIU 2021

Gentile A.,
è molto positivo lei stia cercando di far comprendere al suo ragazzo che può esserci una via d'uscita, ed in questo ha ragione, si può sempre stare meglio. Tuttavia la motivazione al cambiamento è il primo ed essenziale tassello affinché il cambiamento stesso sia possibile. Qualora il suo ragazzo ora inizi un percorso non supportato da una sua reale motivazione ciò potrebbe essere un ulteriore conferma, per lui, che non serve a nulla poiché di fatto otterrebbe pochi risultati. Gli conceda del tempo, arriverà autonomamente a comprendere l'importanza di approfondire ciò che gli causa malessere.
Resto a disposizione,
Dr. Matteo Radavelli

Dr. Matteo Radavelli Psicologo a Arcore

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1 GIU 2021

Buongiorno A. Come prima cosa mi sento di dirle che sta facendo un buon lavoro con il suo ragazzo, fornendogli appoggio e avendo cercato più vie per indicargli quella che di certo potrebbe essere una strada fruttuosa per lui. Tuttavia, il principio dell’alleanza terapeutica indica come, per avere un’aderenza adeguata al percorso e un coinvolgimento utile per il suo buon esito, ci debba essere volontà di cambiamento e di sforzarsi per raggiungere questo obiettivo. Quello che potrebbe fare ora è rassicurarlo sul fatto che non è raro non trovarsi bene con il primo terapeuta che si incontra, può succedere: siamo tutti umani e come tali può essere che “non ci si pigli”, ma non per forza questo deve succedere sempre. Inoltre, gli ansiolitici gli sono stati prescritti dal medico di base? C’è una diagnosi o un primo abbozzo di diagnosi a carico del suo ragazzo?
In ogni caso, cara A., non si prenda pieno carico della sofferenza del suo compagno, altrimenti c’è il rischio che diventi anche una sua sofferenza: le consiglio piuttosto di parlarne con qualcuno, nei termini e nei modi che lei ritiene adatti, per trovare un aiuto nel trattare con il suo ragazzo.
Per un consulto più approfondito con lei o con il suo ragazzo (o entrambi), sono disponibile. Ricevo anche online.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.

Dr. Alfonso Panella Psicologo a Busto Arsizio

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1 GIU 2021

Buongiorno A.,
credo che lei le abbia provate tutte per convincere il suo fidanzato della necessità che lui inizi un percorso psicoterapeutico ma la motivazione da parte sua manca ed in psicoterapia la collaborazione insieme alla fiducia sono indispensabili per una buona riuscita del percorso.
Forse l'unica cosa che può ancora provare è farlo parlare con altre persone che si sono affidate ad un professionista con cui si sono trovate bene risolvendo il loro problema dopo un fallimento con un precedente professionista, solo così potrà sentirsi veramente compreso condividendo i suoi timori e magari arrivare a fare un ulteriore tentativo in tal senso.
Cordiali saluti,
Dott. ssa Cutillo

Dott.ssa Elena Cutillo Psicologo a Pavia

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1 GIU 2021

Carissima A.,
purtroppo se è la persona stessa che ha deciso di non farsi aiutare lei non può farci nulla. Il primo passo è capire di aver bisogno di aiuto ed è quello l'inizio di un viaggio che ha come ultima meta il voler intraprendere un percorso con un professionista. Se il suo fidanzato non ha ancora fatto quel passo non può costringerlo. Gli stia vicina e gli faccia sentire che c'è.
Se poi ha necessità lei di un sostegno in questo momento non esiti a chiederlo.
Sono a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Barbaro
(ricevo anche on line)

Dottoressa Stefania Barbaro Psicologo a Milano

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1 GIU 2021

Cara A.,
Purtroppo se la persona in questione non vuole un aiuto concreto, Lei non potrà farci nulla. Continui a stargli vicino, rimandandogli di tanto in tanto l'importanza di un ascolto specializzato. Penso possa essere importante avere, in ogni caso, affettivamente qualcuno vicino che ci sostenga e che ci faccia percepire il nostro sostegno.
Buona fortuna.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Dr.ssa Amanda D'Ambra Psicologo a Torino

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1 GIU 2021

Cara A.,
fa bene a fargli presente che si può uscire da certe situazioni, e certe condizioni sono risolvibili, purché si sia disposti a faticare, lavorarci su e lasciare andare quella sofferenza.
Purtroppo non lo si può forzare ad intraprendere un percorso. Sarebbe infruttuoso a prescindere perché Lui non sarebbe collaborativo.
Rispetto alle esperienze precedenti, però, può dirgli che è esperienza comune non trovare in prima (anche seconda o terza) battuta il professionista con cui si crea una buona alleanza terapeutica, ma questo non significa che non possa invece esistere qualcuno in grado di aiutarlo nel giusto modo (per lui personalmente più adatto); inoltre, in questo campo esistono vari orientamenti per cui ogni professionista usa tecniche e metodi anche molto diversi tra loro, quindi potrebbe essere che non ha incontrato o provato l’orientamento più in linea con le Sue caratteristiche e problematiche. Ad esempio, l’approccio cognitivo comportamentale è molto pratico e risulta essere (in letteratura) uno dei più efficaci in problematiche legate ad ansia e panico.
Quindi dargli queste informazioni affinché lui ampli la conoscenza in merito potrebbe fare la differenza. È un tentativo.
Per Lei, cara A., vale lo stesso. Qualora sentisse il bisogno personale di un supporto, consideri che potrebbe aiutarLa molto ad affrontare le difficoltà: è una falsa credenza quella di rivolgersi allo psicologo solo in caso di psicopatologie o problemi già in atto; bisogna anche conservare il proprio benessere e il proprio equilibrio se questi vengono messi a dura prova.
Ad ogni modo, resto a Sua disposizione per qualunque cosa in merito a quanto Le ho scritto (ricevo anche online).
Un caro saluto,
Dr.ssa Annalisa Signorelli

Dott.ssa Annalisa Signorelli Psicologo a Belvedere Marittimo

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