7anni mi odia

Buonasera Tota,
Da ciò che scrive traspare il suo dispiacere e l'emotività che l'accompagna.
Comprendo la difficoltà di sentir verbalizzare qualcosa di simile e, allo stesso tempo, percepisco la difficoltà del suo bambino nel dirlo e viverlo.
Quello che il suo bimbo le ha detto non fa di lei una cattiva madre, anzi. Lui le sta spiegando cosa sente, cosa pensa che lei provi, la valutazione che fa di sé attraverso i suoi comportamenti e le sue parole. Questo è ciò che il suo bimbo sta introiettando e vivendo.
Queste parole, seppur dolorosissime, sono un enorme dono: le danno la possibilità di entrare in contatto con la parte più intima e dolorosa del suo bambino.
Chissà che fatica soddisfacente e che meraviglia fare un percorso insieme, dove possiate mettervi allo stesso piano e parlare la stessa lingua emotiva. Chissà che regalo per lui esser ascoltato nelle sue fragilità, nelle sue paure, esser compreso ed accettato anche dopo averle detto che la odia. Chissà che questo odio e questi incubi, possano esser, invece, il rovescio della medaglia di richieste ben precise: mamma ti voglio di più, così non mi basta!

Resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Bottazzi

Gentile Tota,
credo che dietro queste frasi ci sia celata una richiesta di amore e cura da parte del bambino. Ci sono state difficoltà in famiglia? Perdite? Allontanamenti? E' come se il bambino cerchi dei proteggersi da un possibile dolore cercando di innalzare una corazza e per questo previene prima di curare. Bisognerebbe esplorare con il bambino quali eventi lo hanno portato a credere tutto questo, per capirne la sua lettura.
Comprendo il suo dispiacere e dolore e spero che la situazione cambi presto.
Dott.ssa Serena De Dominicis
Psicologa

Gentile Tota, sento profondamente la sua angoscia e come madre, oltre che come professionista, mi sento di dirle che tra le paure più profonde del genitore, quella di non essere ricambiato/a nell'amore profondo che si prova è tra le prime. Prendersene cura è importante soprattutto per il figlio che sente di poter affidarsi e fidarsi di un genitore in grado di gestire e sostenere i momenti di rabbia verso la 'strega o l'orco cattivi' che, salvo particolari situazioni eventualmente da approfondire, appartengono ad una normale fase evolutiva. Il nostro compito (di genitori) è quello di digerire questi momenti e di essere una base sicura (capisco tu sia arabbiato...io sono qui, quando vorrai parlarmene, io ci sono per te). Parlare della sua angoscia in uno spazio protetto, le può permettere di accogliere questa paura senza farsi da questa travolgere. Un caro saluto, Maria dr. Zaupa

Buongiorno,
Esprimo innanzitutto la mia vicinanza per la sofferenza che evidentemente sta provando per la situazione.
Pur con le pochissime informazioni a mia disposizione, penso che nella sua relazione si sia creata una situazione di reciproca auto-chiusura, dunque con ridotta comunicazione e scarsa reciproca attenzione ai bisogni dell'altro. Spesso, accade di portare avanti (per anni appunto, come nel suo caso), la relazione in questi termini, fino a quando un evento/uno stimolo extra fa emergere tutti i non detti portati avanti. In questi momenti può succedere di esprimersi con termini errati, spesso portati all'estremo da stati di forte turbamento emotivo.
Ritengo che un percorso di terapia di coppia, specie se ad orientamento breve integrato (quindi con un numero prestabilito di sedute) possa essere di giovamento per fare chiarezza all'interno della coppia e trovare uno spazio comunicativo.

Sperando di esserle stata d'aiuto,

Dott.ssa Elisa Folliero

Gentile Tota, mi dispiace molto per questa incomprensione nata con quello che suppongo sia il suo bambino.
Deve essere stato molto difficile sentirsi dire queste parole e sono sicura che anche il suo piccolo non le abbia pronunciate a cuor leggero.
Nonostante si arrivi a questi vissuti così forti dopo molto tempo, è possibile comprendere cosa li abbia causati e soprattutto cosa fare per risolvere questa grande tensione.
Le consiglio di cercare uno psicologo che si occupi di psicologia infantile e supporto genitoriale, così da poter condividere la sua sofferenza, offrire uno spazio a suo figlio per esternare questi vissuti e ricostruire insieme il vostro rapporto.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Cara utente,

Grazie per aver condiviso una situazione così delicata e complessa. È evidente che entrambi state attraversando un periodo molto difficile nella vostra relazione. Le parole del vostro partner indicano un profondo stato di sofferenza emotiva e potrebbero riflettere problemi più grandi che vanno oltre la dinamica della vostra relazione.

Se il vostro partner esprime pensieri così gravi, come l'idea che potreste essere felici della sua morte, è cruciale che entrambi cerchiate l'aiuto di un professionista. Questi sono segnali di un disagio emotivo che necessita di un intervento specialistico.

Nel frattempo, è importante che entrambi vi asteniate da comportamenti o discorsi che potrebbero ulteriormente danneggiare la vostra relazione o il benessere emotivo di ciascuno. La comunicazione è fondamentale, ma in situazioni come questa, è spesso difficile farlo in modo efficace senza l'aiuto esterno di un mediatore qualificato.

Grazie per aver condiviso e vi incoraggio fortemente a cercare l'aiuto professionale che questa situazione richiede.

Gentile Tota,
le informazioni che fornisce sono insufficienti per poter dare una risposta più articolata alla sua mail che interpreto soprattutto come un momento di sfogo.
Si suppone che stia parlando di suo figlio e che sia un bambino di 7 anni.
Qualunque sia la situazione , le suggerisco di prendersi cura della emotività sua e del bambino tramite un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Buongiorno signora
Penso che stia parlando di suo figlio. E' opportuno che ne parli con uno psicoterapeuta per capire meglio la problematica.
Per poi vedere suo figlio. E capire da dove proviene , questa rabbia che presenta.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Cara Tota,
può specificare meglio la sua domanda?
Mi sembrerebbe che stia parlando di suo figlio, visto il tag "Psicologia infantile". è così?

un saluto,
Serena Verbena

Gentile Tota,
Il suo sfogo evidenzia una grande tensione emotiva. Chiaramente mancano dettagli per inquadrare la situazione ma vi suggerisco degli incontri di coppia visto che, da quello che capisco, lui è convinto che lei non lo ami e lei invece non si riconosce in questa sua visione.
Un saluto, Luisa Fossati

Gentile Tota,
Immagino che stiamo parlando di suo figlio o di sua figlia ed immagino che tra voi ci sia una dinamica relazionale difficoltosa.
Percepisco dalle sue parole un grande dolore, e ciò è comprensibile.
Tuttavia questa dolorosa affermazione può essere un'opportunità per lavorare su questa conflittualità, al fine di risolverla.
Pertanto il mio suggerimento è quello di richiedere il supporto di un professionista, soprattutto per esternare una panoramica molto più ampia della situazione, in maniera tale da poter intervenire su di essa con delle strategie opportune.
Spero di esserle stata utile e resto a sua completa disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Buongiorno Tota,
Non ho ben compreso la sua domanda, chi la odia?
Cordiali saluti
Alice Noseda