L'importanza del legame affettivo nella famiglia adottiva

I bambini che hanno vissuto il trauma dell'abbandono possono realizzare pienamente il proprio progetto di vita grazie all'amore e alla competenza dei genitori adottivi.

29 OTT 2018 · Ultima modifica: 15 NOV 2018 · Tempo di lettura: min.
L'importanza del legame affettivo nella famiglia adottiva

Un bambino che alla nascita, oppure in seguito sperimenta il trauma dell'abbandono vive una situazione che condiziona il legame di attaccamento a nuove figure genitoriali. L' eventualità che un bambino manifesti problemi di attaccamento dipende dalle caratteristiche delle prime relazioni, dall'età in cui è avvenuta la separazione, da eventuali incontri successivi, e anche dal temperamento personale del bambino.

Nella vita di un bambino che ha già subito il trauma dell'abbandono, anche l'adozione è un cambiamento e rappresenta nello stesso tempo una perdita ed un'acquisizione poiché comporta una separazione ed un nuovo attaccamento. L'ingresso nella nuova famiglia può provocare nel bambino il rinforzo di alcuni meccanismi di difesa che il piccolo ha dovuto utilizzare nel corso della sua breve vita, per tenere a bada il suo dolore e poter tollerare la situazione. Questo si verifica poiché il bambino non è stato accompagnato nei suoi primi passi di esplorazione del mondo e non ha ricevuto il sostegno di una figura accudente capace di contenere le sue emozioni. Come sappiamo le condizioni essenziali per l'adeguato sviluppo corporeo ed affettivo del bambino sono la stabilità, la continuità e la sicurezza. Tali caratteristiche sono fondamentali anche nella costruzione del legame adottivo che consente, in condizioni favorevoli, di accogliere e dare significato alle esperienze dolorose del passato. Il vissuto comune di questi bambini è quello di essere stati rifiutati, perché inadeguati e cattivi e quindi non degni di amore.

Si potranno presentare due diverse modalità di comportamento che sono alla base dello stesso disagio e dello stessa richiesta di accettazione: il bambino oppositivo e il bambino compiacente. Il comportamento ribelle del bambino è un tentativo di reagire alla paura sottostante di essere nuovamente abbandonato; in tal modo cerca di mettere alla prova la stabilità e l'affidabilità del nuovo ambiente. Il comportamento del bambino compiacente rappresenta il tentativo di creare da subito il perfetto nucleo familiare comportandosi fin troppo bene in modo da rispondere alle aspettative dei nuovi genitori e non correre il rischio di essere nuovamente abbandonato.

Mentre il bambino oppositivo per essere sicuro che i suoi genitori lo accettino, si comporterà in modo da apparire meno accettabile possibile, il bambino compiacente, per essere sicuro di piacere ai suoi genitori può correre il rischio di allontanarsi da quelli che sono i suoi desideri, i suoi veri sentimenti e il suo vero sé. Questo ci dà la misura dell'estrema fragilità di un bambino che ha subito il trauma dell'abbandono. Elaborare i fantasmi che provengono dal passato, integrandoli nella esperienza affettiva della propria adozione permetterà al bambino di realizzare pienamente il proprio progetto di vita, ma questo richiederà molto tempo e presenze affettuose e pazienti. Legami affettivi forti e attaccamenti sicuri si potranno verificare se nella famiglia adottiva si creeranno le condizioni e le competenze necessarie.

Ecco perché è di estrema importanza chiedere l'aiuto di figure professionali esperte nei momenti critici, consapevoli del fatto che il genitore adottivo è chiamato a decidere sulla vita di bambini già così duramente provati da non consentire ulteriori errori nei loro confronti.

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Scritto da

Dottoressa Daniela Noccioli

La dottoressa Noccioli è Psicologa, Mediatrice familiare, Terapeuta EMDR, Psicoterapeuta Sistemico Relazionale in formazione. Si rivolge all'individuo (tutte le età) e alla coppia. Si occupa dei seguenti ambiti: trattamento del trauma, elaborazione del lutto, separazione, violenza domestica, conflitti di coppia, sostegno alla genitorialità, problemi adolescenziali, ADHD.

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