Rabbia e solitudine nei confronti di mio padre

Inviata da Andrea · 17 gen 2022 Terapia familiare

Buongiorno dottori,

Sono un ragazzo di 18 anni, vi scrivo dopo un attacco di rabbia nei confronti di mio padre. Sono molto confuso e mi sento in colpa per quello che gli ho detto. Gli ho detto che non avrebbe dovuto avere dei figli in quanto non è capace a crescerli. Al momento mi sento una persona cattiva e insensibile, perché lui ha capito il mio sfogo. A scuola non ho amici e oggi era il secondo giorno dopo le vacanze. È stato un giorno stancante e noioso, sono stato sei ore seduto al primo banco da solo ad ascoltare cose che non mi interessavano. Ogni volta mi sento uno stupido a stare da solo, è umiliante. Io vorrei avere amici, ma molto probabilmente li allontano per le mi insicurezze non lo so. Questo non voglio che giustifichi il mio comportamento, io più che chiedergli scusa non posso fare. Lui è molto ansioso, e fa tanto per noi. Quando mi è venuto a prendere ha sottovalutato quello che gli dicevo e mi respingeva perché era stressato. Io in macchina ho provato a parlarci, ma la sua asia predominava. Arrivati a casa sono esploso e gliele ho detto di tutti i colori.

Adesso abbiamo fatto pace, ma c'è qualcosa che in me non va. Una cosa che ho capito con il tempo e che non sono cresciuto: non sono capace a gestire e incanalare la mia rabbia/tristezza. Non mi so sfogare con i miei. Avrei voluto abbracciarlo e dirgli quanto in realtà fosse un padre fantastico, ma mi sono bloccato. Avrei voluto piangere per liberarmi di un peso, ma non ci sono riuscito. Non lo so. Purtroppo me la prendo con lui, non so per quale motivo. Perché è simile a me, e ci vedo me stesso? Abbiamo entrambi problemi di insicurezze, e anche se non lo vorrei, è molto simile a me.

I miei problemi interiori mi causano situazioni più gravi dei problemi stessi, e ne sono consapevole. Per la mia fobia sociale ho paura di essere giudicato da uno psicologo e ricevere risposte spiacevoli: la colpa è mia, non sono cresciuto. Ma analizzandomi, e con l'esperienza credo sia questa la risposta. Ma allo stesso tempo sarei felice se riuscissi a cambiare con una terapia, sforzandomi. Per non parlare di una dipendenza che ho sviluppato per colmare la mia solitudine, anch'essa mi fa vergognare. Purtroppo la mia mente è il mio più grande nemico e ho paura di esplorarla.

Sarei felice di un vostro parere.

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Miglior risposta 18 GEN 2022

Buongiorno Andrea,
sono d'accordo con lei. Una psicoterapia potrà aiutarla molto in vari sensi. Lei pensa che uno psicoterapeuta l'avrebbe giudicato, attribuendo a lei la colpa dei suoi problemi e questo frena il suo movimento verso una psicoterapia. C'è da chiarire però che terapeuta non è un giudice e quello che si fa in una psicoterapia è cercare di capire i molteplici fattori che concorrono a generare e a motivare gli stati d'animo e il comportamento delle persone. Percui parlare con un terapeuta potrà aiutarla a capire sé stesso. Se sente che la sua mente è il suo peggior nemico è veramente opportuno conoscerla, dato che avere un nemico sconosciuto dentro di sé è più pericoloso e dannoso di tutto perché lui può attaccarla nel buio, senza controll, alla sua insaputa. Oltretutto la esperienza terapeutica può aiutarla a sbloccarsi e migliorare il suo rapporto col suo padre, a poter abbracciarlo ed esprimere il suo amore oltre che soltanto scaricare l'odio.
Un saluto e buona giornata.

Dr. Gilberto G. Villela Psicologo a Roma

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23 GEN 2022

Buongiorno. Il cambiamento personale è un processo lungo e complicato. Se ci sono voluti degli anni per determinare una sofferenza psicologica, non può certo bastare una mail per risolverla. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un individuo serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
È quindi illusorio credere che si possano ottenere risultati scrivendo in una chat: serve solo a perdere tempo e di solito significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Qualora lei fosse una persona veramente motivata a capirsi e a ricercare un cambiamento personale profondo e duraturo, l’unico consiglio sensato che potrei darle è quello di fissare un appuntamento con un professionista serio e preparato. Per quel che mi riguarda, le do la mia disponibilità (anche online).

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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18 GEN 2022

Gentile Andrea,
Lei mette giustamente in relazione il suo atteggiamento timido e insicuro a scuola e l’aggressività nei confronti di suo padre, con cui può esprimere la sua rabbia (che forse non è realmente diretta contro di lui) perché sa che non verrà rifiutato né giudicato. Dalle sue parole emergono, malgrado ciò che dice di se stesso, sensibilità, capacità di introspezione ed empatia. Se sente il bisogno di capirsi meglio, superare la confusione interiore e le difficoltà relazionali, la incoraggio senz’altro a intraprendere, senza alcun timore né vergogna, un percorso con un professionista: vista la sua motivazione, potrà esserle di grande aiuto, le farà risparmiare tempo e sofferenze e sicuramente la renderà capace non solo di esprimere i suoi sentimenti (anche a suo padre) e aprirsi agli altri, ma anche e soprattutto di superare tristezza e noia.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Elisabetta Falcolini

Dott.ssa Elisabetta Falcolini Psicologo a Sansepolcro

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18 GEN 2022

Buongiorno Andrea,

sembra che tu abbia passato diverso tempo a cercare di comprendere che cosa ti sia accaduto e ti stia accadendo dentro, tanto da trovare delle spiegazioni per nulla banali. Questo già di per sé può significare che puoi avere ottime risorse da dedicare ad un lavoro approfondito su te stesso con l'aiuto di uno psicologo, anche se, come giustamente dici, è un percorso che può sembrare spaventoso.
Se sei arrivato ad esplodere, qualcosa che ha riempito quella bomba sicuramente c'è stato, e non vuol dire necessariamente che tuo papà ha sbagliato, o tu hai sbagliato, significa piuttosto che certe comunicazioni, certi significati, certe emozioni, non hanno avuto la possibilità di essere compresi correttamente e da parte tua probabilmente senti un blocco interno che ti accompagna da diverso tempo.
Cattiveria e insensibilità non mi sembrano appropriati come aggettivi, perché invece ti mostri sensibile nel riconoscere la possibile sofferenza di tuo papà, mentre più che cattiveria parlerei di rabbia, che è un'emozione che deve esserci in una persona, solo che forse devi capire che forma potergli dare, per evitare che esploda ogni volta così, oltre a capire come mai questa rabbia non può far altro che esplodere.
Mi sembra che in generale tu possa non sentirti adatto, di essere diverso e forse "rotto" in modo irreparabile, per cui prendi anche le distanze dagli altri, perché senti di star combattendo una battaglia tua, che non puoi condividere con amici.
Il mio sincero consiglio e quello di rivolgerti a uno/a psicologo/a, perché questa curiosità che hai verso te stesso, per quanto motivata dalla sofferenza, sarà proprio il motore principale del tuo miglioramento.

Un saluto,
Dott. Luca Bacchiega

Dr. Luca Bacchiega Psicologo a Gallarate

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18 GEN 2022

Caro Andrea,
credo che una psicoterapia possa aiutarla.
Lo psicoterapeuta non è un giudice, è un professionista che aiuta ad analizzare insieme i vari fattori che scatenano il malessere.
Attiva strategie e risorse nostre interne per fronteggiare al meglio ciò che ci spaventa e blocca.
Potrebbe aiutarla anche a non avere e vivere col senso di colpa e nel sentirsi inadeguato.

Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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18 GEN 2022

Caro Andrea,
nel leggerti ho la sensazione che tu abbia una grande sensibilità, una maturità notevole per la tua età, e un grande potenziale. Al tempo stesso descrivi la tua sofferenza e le tue difficoltà. Tutto ciò è tanto da gestire da solo, e spero tu faccia la scelta di rivolgerti ad uno psicoterapeuta per farti aiutare nel trovare la strada per dipanare la confusione, risolvere i problemi, ma soprattutto per diventare consapevole delle tue risorse e farle fiorire!
Capisco che decidere di svelare il proprio mondo interiore a qualcun altro, possa far temere di essere giudicato, ma sai, uno dei presupposti fondamentali del nostro lavoro è proprio "la sospensione del giudizio". Non si tratta di giudicare, non si tratta di trovare colpevoli. Lo psicoterapeuta ha piuttosto il ruolo di allearsi con quelle parti dell'altro che sono desiderose di crescita, cambiamento, miglioramento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Carlotta Basurto

Dott.ssa Carlotta Basurto Psicologo a Roma

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18 GEN 2022

Buongiorno Andrea, quanta disperazione in un ragazzo di appena 18 anni che dovrebbe vivere la vita con gioia, serenità e spensieratezza. Mi fa male sentirla così, ma c'è rimedio!
Probabilmente le sue angosce e insicurezze le ha apprese da suo padre, probabilmente è infastidito e arrabbiato da suo padre perchè le fa da rispecchio, in lui rivede se stesso e se stesso non le piace.
C'è un punto di partenza molto positivo in lei, lei ha una buona consapevolezza delle cose e una buona conoscenza di se stesso. Questo facilità tutto.
Mi sembra evidente sia per età che per modo di descrivere quello che si aspetta da uno psicologo, che lei non ha avuto particolari esperienze di questo tipo, le dico ciò per tranquillizzarla. Non c'è ragione di giudicare una persona che chiede aiuto! Credo molto semplicemente che nel momento in cui si pone la domanda se andare o meno da uno psicologo, come si vede da quello che scrive, si mettono in moto tutti i meccanismi di insicurezza, ansia e angoscia che conosce benissimo e che cercano di smontare i suoi buoni propositi facendola sentire come un fallito e un incapace.
Credo sia il momento di dare gioia e serenità alla sua esistenza e alla sua gioventù di essere vissuta a pieno, per questo le consiglio di iniziare un percorso con uno psicologo di tipo dinamico, per andare a vedere cosa accade nel suo profondo e far finalmente esprimere ciò che caratterizza il suo mondo interno, senza giudizio e senza aspettative, una volta fatto ciò iniziare a svolgere un conclusivo lavoro di accettazione di se stessi.

Dott. Andrea Brizzi

Dott. Andrea Brizzi Psicologo a Velletri

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18 GEN 2022

Gentile Andrea,
ho come la sensazione che tu abbia potuto scrivere questa richiesta in momenti diversi o che, scrivendola, qualcosa in te prendesse una forma che ancora non è ben definibile. Continui a ripetere che senti di non essere cresciuto abbastanza perché non gestisci la rabbia/tristezza e a volte la rigetti su tuo padre. Mi sembra inoltre di capire che vuoi molto bene al tuo papà e che anche lui ha delle difficoltà emotive (come l'ansia) che non gli permettono, in alcuni casi, di centrarsi su di te (come quando hai raccontato che non ti ascoltava). Infine hai espresso dispiacere per non riuscire a stringere legami con i tuoi coetanei e vergogna per una dipendenza che hai sviluppato nel tentativo di colmare la tua solitudine. Hai detto che hai timore di essere giudicato da uno psicologo e che la tua mente è il tuo più grande nemico.
A me sembra, invece, che tu possa avere ottime possibilità di superare queste difficoltà attraverso l'ausilio di uno psicologo. Appari motivato a stabilizzarti e curioso verso te stesso. In un percorso psicologico potresti passare dal vedere la tua mente come una nemica a sentirla come una fedele alleata di cui conosci i meccanismi, le difficoltà e le risorse e su cui sai agire nella direzione che ti necessita.
Ti incoraggio, dunque, in questa direzione e resto disponibile per un percorso online qualora possa interessarti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Delli Santi
Di "Una Stanza per Sé: servizi per il benessere psicologico"

Una Stanza per Sé: servizi per il benessere psicologico Psicologo a Oria

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18 GEN 2022

Salve Andrea, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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