Quesito deontologico situazione di coppia
Buongiorno,
Volevo raccontare una mia esperienza indiretta avuta recentemente con una professionista per capire se il suo comportamento, che mi ha lasciata molto perplessa, sia stato corretto o meno.
L'esperienza non riguarda me direttamente ma purtroppo ha avuto dei pesanti impatti sulla mia vita, per quanto io sia coinvolta emotivamente nella questione cercherò di descrivere più oggettivamente possibile l'accaduto premettendo che alcune cose mi sono state riferite dal mio compagno.
Il mio compagno che chiameremo Roberto, andava da una professionista da quasi due anni, senza grossi risultati apprezzabili. Le principali difficoltà che riscontrava riguardavano le difficoltà di esprimere i propri pensieri e sentimenti e la difficoltà a prendere delle decisioni. Diverse volte, almeno due da quanto ne so, ha cercato di terminare le sedute perché non si trovava a suo agio e non vedeva risultati, ma a suo dire la professionista lo ha sempre fatto desistere facendolo "sentire in colpa di non impegnarsi a sufficienza nel percorso e di non andare molto spesso".
Inziamo ad avere dei problemi di coppia tanto che decidiamo di ricorrere ad uno psicoterapeuta di coppia. La professionista che segue Roberto comincia a proporsi lei convincendo Roberto e dicendo che si sarebbe messa in pari con me facendo un paio di sedute singole con me. Io mi sono rifiutata, non trovandolo corretto nei miei confronti e non sentendomi a mio agio, e questo purtroppo ci ha portato in una situazione di stallo che ha ritardato di vari mesi la scelta di un altro professionista per la terapia di coppia, perché purtroppo Roberto continuava ad essere persuaso dalla professionista a cominciare la terapia di coppia con lei.
Finalmente individuato un terapista terzo non coinvolto in altre terapie né con me né con Roberto decidiamo per questioni economiche e di impegno di sospendere le terapie con i nostri relativi psicologi. Io non riscontro nessun problema invece Roberto, nell'ennesimo tentativo di sospendere la psicoterapia, viene fatto sentire in colpa nuovamente dalla psicoterapeuta che gli dice che in questo momento delicato lui ha bisogno di lei più che mai, e per scavallare il problema economico gli offre delle visite ad un prezzo agevolato solo per lui.
Diciamo che questa asta al ribasso, condita da "lo faccio solo per te" e questa insistenza mi ha un po' colpita e se già prima avevo dei dubbi, questo "prezzo speciale" mi ha fatto accendere un campanello di allarme.
Iniziata la terapia di coppia questa professionista ha cominciato a dare consigli piuttosto specifici su cosa dire e su come comportarsi con me, che sono stati completamente deleteri al percorso fatto con lo psicologo di coppia.
Ha cominciato a dire al mio compagno che io non ho nessun rispetto per lui e nessuna fiducia, che io lo reputo un fallito e che ho bisogno di qualcuno che mi risponda male, così da lì a poco ci siamo lasciati. Trovo anche discutibile che le sedute abbiano/avevano come oggetto principale il nostro rapporto trattandosi di terapia individuale.
Il giorno in cui mi ha lasciata la mattina durante la psicoterapia di coppia andava tutto bene, la sera è andato dalla sua psicologa ed è tornato e mi ha lasciata. Qualche mese fa, prima del confronto"finale" che avevamo fissato , in cui poi mi ha lasciata definitivamente ,due ore prima aveva una seduta con la sua psicologa.
Sono molto perplessa su quanto accaduto e sulla professionalità espressa da questa psicoterapeuta, sull'accanimento terapeutico dimostrato e il prezzo "amico" per clienti fedeli, perciò mi rivolgo a voi per capire se tutto ciò sia lecito e ascrivibile in qualche modo ai vincoli deontologici che caratterizzano la professione delicatissima dello psicoterapeuta.
Vi ringrazio se troverete il tempo di rispondermi.