Problemi sessuali e abuso di pornografia da parte del mio partner

Inviata da Jenny · 2 ott 2023 Problemi sessuali

Gentilissimi Dottori,
salve a tutti e grazie anticipatamente a chi avrà l'accortezza e la pazienza di leggere fino in fondo quanto scriverò e darmi un input di aiuto...

Sono disperata, perché non so quale strada percorrere, mi sento a pezzi e priva di idee sulla strada giusta da percorrere.

Convivo con il mio fidanzato da oramai tre anni, tra di noi c'è una differenza d'età di circa 5 anni, io ne ho 30 e lui 25. Fin dal giorno 1, la nostra relazione è stata disastrosa sotto l'aspetto sessuale.
Abbiamo avuto moltissimi problemi ad avere rapporti perché lui non riusciva a mantenere l'erezione, soffriva di ansia da prestazione e per giustificarsi, purtroppo, diede la colpa a me.

In quel momento eravamo agli inizi della nostra relazione, ero più giovane e immatura, e sicuramente meno consapevole di ciò che avrei dovuto e non dovuto accettare in un rapporto di coppia. Non dissi niente, ma attribuirmi la colpa aprì in me degli scenari profondamente dolorosi, che, ad oggi, ancora non mi abbandonano.

Non si può certo dire che con il tempo la situazione sia mai cambiata o migliorata, anzi, tutto il contrario: lui perdeva l'erezione ogni qual volta iniziassimo a spogliarci, così, il mio non sentirmi abbastanza attraente diventò sempre più una certezza che si annidava nella mia mente e traeva nutrimento da tutte le volte che il mio fidanzato non riusciva a venire a letto con me. Non importava quanto cercassi di essere accondiscendente, comprensiva, di fingere che non accadesse quello che accadeva per non fargli pressione. Mi prendevo cura di me più di quanto non avessi mai fatto, ero sempre elegante e sexy in sua compagnia e snaturavo persino me stessa per essere più coerente con l'immaginario di donna che sapevo potesse piacergli, per stuzzicare il suo lato psico/emotivo... Ma non funzionava mai nulla, il suo corpo mi rifiutava ancora e ancora.

Finché, alla fine, è piombato il silenzio per mesi sulla questione, lui non faceva mai parola dell'accaduto né mi cercava sessualmente (la Pandemia ci ha anche messi nella condizione di convivere, per evitare di non vederci più, su sua iniziativa). Per me è stato un vero e proprio incubo quel periodo: adoravo la sua compagnia e la sua vicinanza, lui mi aveva dimostrato di volersi impegnare con me e di fare sul serio, inoltre era molto dolce e squisito nei miei confronti. Anche se sapevo che non fosse sana per una coppia che sta insieme da poco (a maggior ragione) il silenzio sessuale totale, mi sentivo una persona ignobile considerato che non mi faceva mancare niente dal punto di vista umano. Inoltre, come potevo esigere di essere desiderata? Non si può prendere qualcosa che non ci sia spontaneamente, come, credo, dovrebbe essere.

Ovviamente, con una certa cadenza, sollevavo l'argomento per chiedergli di cercare una soluzione insieme, cercando di essere meno egoista possibile e facendogli sentire tutto il mio supporto. Lui non ha mai voluto parlare del problema con me, negava che ne avessimo in quanto coppia, diceva che riguardava solamente lui e non voleva assolutamente mai prendere in considerazione l'idea di lasciarci quando gli facevo presente che probabilmente era la chimica a mancare tra noi. Già allora avvertivo la totale mancanza di feeling sessuale, nonostante emotivamente fossimo molto connessi. Lui è una bellissima persona, molto dolce, molto presente, tanto sensibile, dimostrava di volermi davvero bene in tutto il resto (in tutto il resto...).

Così, mi sono arresa a quell'assenza di desiderio e attrazione verso di me, non ne abbiamo più parlato, convinta com'ero che i problemi si sarebbero risolti - capita quando vuoi bene a qualcuno di pensare che qualcuno risolverà i drammi al posto tuo. Di tanto in tanto gli scrivevo (che stupida) lunghissime lettere in cui gli spiegavo come mi sentissi, quanto mi facesse soffrire quella sua disattenzione nei miei confronti, ma lui tagliava corto dicendo che non c'era niente che non andasse in me e che non era il mio aspetto fisico il problema, rifiutandosi categoricamente di prenderlo di petto e affrontare l'argomento insieme.

Col passare dei mesi, dopo circa un anno, siamo riusciti a raggiungere un compromesso che consisteva in performance della durata di alcuni secondi, ogni 5/6 mesi, senza alcun coinvolgimento o trasporto emotivo e/o passionale, soltanto di mero atto fisico. Chiaramente, per lui era una conquista e non potevo sollevare dubbi in merito, perché finalmente "ci riuscivamo". E in effetti me ne convinsi anche io, del resto, ma di cosa mi mancava?

Ovviamente, in qualunque modo provassi a dilatare i tempi per rendere la situazione più viva e passionale, lui era sempre molto frettoloso perché temeva di perdere l'erezione e quindi dovevo accettare che tutto iniziasse, si svolgesse e si concludesse in qualche minuto e alla fine si limitava ad aspettare che io mi soddisfacessi da sola, senza intervenire in alcun modo.

Così, alla fine, io, oltre al trauma di non riuscire più a sentirmi "donna" e degna di attenzioni altrui da parte degli altri, ho subito un totale distacco nei suoi confronti tale da non riuscire a toccarlo o a farmi "toccare" (diciamo così) da lui. E a lui, sostanzialmente, sta bene così. Oramai non abbiamo rapporti da un anno, e per lui non è un problema.
Certo, di tanto in tanto provo a smuovere la situazione del dialogo, al riguardo, ma lui dice che sono io che dovrei accettare quel tipo di sessualità di cui sopra che può offrirmi. Naturalmente, quando gli ho chiesto se potesse corteggiarmi e farmi sentire desiderata per mettermi più a mio agio, lui dice sempre che si impegnerà e farà del suo meglio, ma in fin dei conti mi ignora e basta e dà la colpa a me.

Lui, inoltre, è sempre stato il tipo da subire il fascino delle altre donne, quando uscivamo: spesso lo sorprendevo a intessere sguardi insistenti con altre ragazze, ovunque fossimo: in metropolitana, in libreria, al bar. Questo - che chiaramente sarebbe stata roba ì di nessun conto in una relazione sana in tutti i suoi settori - unito al rifiuto sessuale del suo corpo, ai problemi con la sua famiglia di origine che è piuttosto aggressiva e violenta a livello comportamentale e che ha fatto intromettere alcune volte, sono stati tutti fattori che mi ha resa sempre più insicura tanto da farmi sviluppare una fobia sociale che mi ha isolata dal mondo, facendomi perdere amici e parenti.

Nelle ultime settimane, mi sono fatta forza e mi sono decisa a riprendere la mia vita in mano, comunque, cercando di ritornare gradualmente alle mie attività e a valorizzare la mia persona prendendomi cura della mia mente e del mio corpo.

Purtroppo, non che non lo sapessi o immaginassi, lungi da me cadere dalle nuvole, che fa utilizzo di pornografia. E figuriamoci, ognuno ha il diritto di curare la propria intimità sessuale individuale come meglio crede. Non sono una persona che condanna o giudica, anzi, ho sempre dichiarato la mia totale approvazione anche a lui, sulla questione.

Lui, invece, è sempre stato rigido nei miei confronti quando ho provato a parlargli di fantasie sessuali, o di pornografia, di alcune cose che mi piacciono: cambiava discorso o mi spegneva l'entusiasmo dicendo che lo mettevo a disagio e che lui non riusciva a parlarne apertamente.

Negli ultimi tempi, tuttavia, soprattutto nell'ultimo mese, per una serie di sfortunati eventi - del tutto accidentali e non dipesi da me ci tengo a specificare - è venuto a galla che fa un utilizzo improprio della pornografia: guarda siti pornografici in continuazione, anche mentre io sono nella stanza accanto a lavorare e lui è, a sua volta, al PC a lavorare, magari in call con colleghi e clienti, lui sfoglia siti pornografici tutto il tempo. A volte anche mentre è a letto con me e io dormo...
Chiaramente, non so quanto sia grave questa sua dipendenza, ma immagino che una persona che sfogli siti pornografici mentre sta lavorando ed è in chiamata, non sia proprio nei limiti dell'utilizzo sano o fisiologico.

Dal mio canto, non mi sento di farne una tragedia, per la visione in sé, ma lui non ammetterà mai di avere un problema perché con me non affronterebbe mai l'argomento. Anzi, mi fa sentire strana e sbagliata quando parlo di sessualità, fantasie, visione di porno, e tutto ciò che riguarda l'erotico in generale.

A questo punto, non so veramente cosa fare, perché lui negherebbe a prescindere, spiegargli gli effetti dell'abuso di pornografia sul cervello è del tutto inutile, ne è consapevole perché una volta, in un barlume di spontanea sincerità, mi confidò che stava cercando di smettere del tutto perché era deleterio per se stesso... Ma chiaramente io pensavo ne facessi un utilizzo salubre, non che li guardasse in qualsiasi circostanza.

Mi sento veramente a pezzi, vorrei rivolgermi a uno psicologo, ma di recente ho avuto una orribile esperienza con una "professionista" che mi ha fatta sentire sbagliata e giudicata, e non so a chi rivolgermi, come scegliere quello giusto per il mio trauma e, soprattutto, dove iniziare a mettere le mani in una relazione con un partner stupendo sotto il profilo umano e affettivo, ma con problemi sessuali seri.

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