Ciao a tutti,
il 28/03/2016 è morto mio padre dopo un anno di malattia..... beh da quando è morto sono cambiata tanto cioè ho pensieri molto diversi rispetto a prima ma da oggi mi è successa una cosa strana ovvero non riesco ad accettare che sia morto.....mi sono fatta un viaggio mentale dicendomi semplicemente che non lo vedo perché abbiamo litigato ma non è morto, perché cos'è la morte? Cioè vado come a sbattere contro un muro pensando che se non lo rivedrò mai più e pensare che sia vivo nel vero senso della parola, fisicamente insomma mi tranquillizza ma so che è morto ma mi sembra così strano, impossibile non rivederlo più, quello che mi succede è solo una tappa del lutto o sto impazzendo? Sono un po' preoccupata, grazie in anticipo!
Francesca
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18 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 11 persone
Cara Francesca
questo senso di "irrealtà" che la morte crea, come prima risposta, al suo essere vera, è qualcosa di spontaneo un po' come l'impressione dell'"arto fantasma" che hanno le persone che perdono una parte del corpo fisico.
Occorre accettare che la persona non c'è più (perlomeno non c'è e non ci sarà nella stessa forma in cui c'era prima).
Tuttavia ciò non toglie che la sua "presenza" possa essere e rimanere quasi "tangibile" non solo nel ricordo, ma in vita di valori e di "compenetrazione dell'essere" .
Questo è particolarmente vero in riferimento ai genitori o a coloro che ci sono stati molto vicini e che abbiamo amato profondamente; coloro che hanno plasmato la nostra personalità e ci sono stati conforto e guida.
Detto questo non vedo la necessaità di creare fantasie compensatorie perché, nel senso suddetto, la "presenza in assenza" delle persone care defunte è qualcosa di vero.
Non mi sembra adeguato invece il pensare ad un litigio tra voi.
Qui c'è una forzatura che innesca una onda anomala nella sintonia dell'affetto.
E' sufficiente pensare che sia in presenza dentro di noi.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.
19 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Cara Francesca,
può tranquillizzarsi riguardo alla paura di impazzire perchè effettivamente il suo stato d'animo e i suoi pensieri fanno parte del processo di elaborazione del lutto che nel suo caso è ancora molto recente.
Tenga conto che generalmente il tempo necessario per elaborare un lutto di un familiare stretto, raramente è inferiore a 6 mesi - 1 anno.
Anch'io le consiglio di non chiudersi nel silenzio e nel dolore ma di parlarne con altre persone care condividendo pensieri ed emozioni.
Se questo stato d'animo dovesse interferire molto con le sue normali occupazioni quotidiane può richiedere un sostegno psicologico per superare più agevolmente questo periodo difficile.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
19 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Brava Francesca, è una tappa del normale percorso di lutto così come l'impressione di vederlo per strada, sentirlo,ecc.
Si chiama negazione.
Se la cosa dovesse durare troppo (mia zia a 10 anni dalla morte del figlio gli porta il pranzo nella tomba ogni giorno), Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
19 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Francesca,
La morte di una persona, affettivamente importante, è un processo lungo che avviene per tappe fino ad arrivare all'accettazione dell'evento.
Ho lavorato 12 anni in ospedale con persone malate di tumore e quello che ho osservato nel lutto è che è necessario un anno prima che la persona, che ha subito una perdita, riesca a dire "Oggi posso dire che non entrerà più da quella porta".
Le abitudini, i suoni e gli atteggiamenti che si ripetono per anni ci legano ai nostri cari. Spesso sono questi piccoli "gesti" quotidiani che dobbiamo elaborare per accettare che il nostro caro non ci sia più. È un percorso naturale. Lo condivida con gli amici e i suoi cari, l'aiuteranno a superarlo. Consideri anche il fatto di creare un dialogo interno con chi non c'è più, può servirle per recuperare degli insegnamenti precedentemente appresi e che forse vale la pena di riprendere.
Aspetti almeno un anno prima di prendere in considerazione un sostegno o una terapia psicologica.
Un caro saluto.
Dott.ssa Patrizia Baroncini
18 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Cara Francesca,
L'accettazione della scomparsa di una persona cara, come è un papà, è un processo molto lungo, che prevede momenti di crisi, momenti in cui preferisce rifugiarsi nel pensiero magico che papà non sia morto, ma si sia solo momentaneamente allontanato. In questo lungo percorso proverà sentimenti molto contrastanti, tra la rabbia e il senso di colpa, tra la tristezza e la paura. Non sta impazzendo, quello che le sta succedendo fa purtroppo parte del lungo cammino dell'elaborazione di un lutto così emotivamente importante.
Il consiglio che posso darle è di non cercare di superare questo momento da sola, innanzitutto cerchi, per quanto possibile, di appoggiarsi alla sua famiglia e ai suoi amici e quando si sentirà pronta provi a intraprendere un percorso di terapia personale, perchè in questo percorso Lei potrà esprimere tutti i suoi sentimenti in uno spazio solo suo, con una persona che è lì per ascoltarla e aiutarla.
Le auguro di trovare la forza per superare questo momento difficile.
Rimango a disposizione.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Annalisa Foti
18 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno Francesca,
Si dia del tempo, l'elaborazione del lutto è un processo che attraversa diverse fasi fino ad arrivare a quella conclusiva che è l'accettazione. Provi a contattare uno psicologo se sente di essere in difficoltà. Rimango a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Valeria Bugatti.
18 MAG 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Francesca,
Mi dispiace per la sua perdita e posso comprendere il dolore che sta affrontando. Per rispondere alla sua domanda tengo a dirle che no non sta impazzendo e come ha ben colto sta attraversando il complesso processo di elaborazione del lutto di suo padre, il quale inizia con una fase di intensa disperazione, per poi procedere con incredulità, e a volte anche risentimento prima dell'accettazione definitiva che quella persona amata non c'é più. Credo che per lei possa essere efficace ricercare e ricevere un supporto psicologico in questo momento, affinché possa esprimere e condividere spontaneamente, così come ha fatto con la sua richiesta, i suoi pensieri e i suoi sentimenti in merito alla perdita di suo padre.
Un caloroso saluto
Dott.ssa Anna Gallucci