Sono entrata nel tunnel della pma (procreazione medica assistita) tre anni fa, all'inizio ero piena di belle speranze, mi dicevano: "sei giovane, risponderai benissimo, conta soprattutto la salute della madre...ecc..." Poi, il tempo passa e non ci sono risultati. Il "problema" è il mio compagno. Passa un sacco di tempo, tre anni, che per qualcuno nella mia stessa condizione magari sono pochi, per me sono un'enormità. Non riesco più a pensare positivo, ho poca fiducia in tutto e vorrei sforzarmi a pensare ad una vita senza figli ma non ci riesco., mi riempio di odio e risentimento per quelle che conosco che di figli ne hanno già o ne stanno per avere. E io? mi domando, Dov'è mio figlio? Il mio compagno poi, non vuole discutere dell'argomento poiché essendo un orgoglioso a volte pieno di sé, non accetta di sentirsi la parte "fallata" della coppia. Così, mi trovo ad affrontare tutto da sola e non ci riesco più sono stanca ed amareggiata, subisco la vita che mi circonda. Cosa devo fare?
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23 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Anna,
cosa intende quando dice che il suo compagno non accetta di sentirsi la "parte fallata" della coppia? Intende dire forse che nega l'evidenza del suo deficit? Cosa cambierebbe se invece lo accettasse? Cosa intende lei quando dice che deve affrontare tutto da sola? Forse che il suo compagno non partecipa alle procedure mediche?
Come pensa che lui possa vivere la frustrazione e relative conseguenze che gli arrivano da lei per questa situazione?
Se lei tiene a questo compagno, il suggerimento è coinvolgersi e provare a coinvolgerlo in una psicoterapia di coppia da affiancare al percorso medico della fecondazione assistita.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
29 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Anna
tutti i percorsi di procreazione medica assistita incontrano queste difficoltà e sono così difficili da affrontare positivamente.
Tuttavia se questa coppia non riesce ad affrontare queste difficoltà...forse è nella coppia i problema primario.
Ricordiamoci sempre che prima deve venire una coppia e poi il figlio dei due genitori e non viceversa.
Io credo che, sia lei che suo marito, abbiate bisogno di ritrovarvi come persone, tornare a comunicare, a ascambiarsi affetto, idee ed emozioni.
Avere un figlio è bellissimo, ma nemmeno occorre aggrapparsi a lui per dare un senso alla propria vita.
Anche qui, prima viene il senso della vita e poi un figlio.
Insomma a me sembra che lei abbia un poco rovesciato le priorità esistenziali. ..e stia scaricando sull'idea di un figlio il peso della sua esistenza.
Cerchi di tornare ad una visione più rilassata, tranquilla e significativa della sua vita e della sua coppia.
Si faccia aiutare attraverso un percorso di psicoterapia anche di coppia se suo marito è daccordo.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta.
22 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Cara Anna,
è molto dura accettare una situazione di questo genere.
Se si desidera avere dei bambini e questo non accade, il tutto è molto doloroso e ha una ricaduta su di sè, sulla propria autostima e fiducia in sè ("perchè non ci riesco? cosa non va in me? perchè proprio a me?) e sulla coppia ("perchè non ci riusciamo? cosa non va in noi? perchè proprio a noi?); è frustrante, è avvilente non riuscire a soddisfare questo bisogno e questo desiderio così naturale e vitale. Si prova rabbia, recriminazione; quella invidia dannosa e distruttiva.
Si sta molto male.
Ha mai pensato di rivolgersi a uno psicoterapeuta a livello individuale o meglio ancora di coppia?
Ci sono momenti nella vita in cui rivolgersi a un professionista e farsi aiutare può rappresentare una nuova occasione di ripartire, una nuova opportunità verso la vita, qualunque essa sia.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Cristina Fumi
psicologa-psicoterapeuta
Milano
22 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Anna,
leggendo la Sua storia, mi sono venute in mente alcune domande, domande che ho posto spesso nel mio lavoro con le coppie inserite in percorsi di PMA. Prima di tutto Le domando: Come definirebbe il problema legato alla difficoltà di avere figli che sta affliggendo la Sua vita e la Vostra coppia? Lei afferma che suo marito è la parte "fallata" della coppia, ma Le chiedo: Quali sono gli aspetti positivi che Lei vede in Suo marito? In cosa suo marito non è la parte "fallata"? Che risorse Suo marito potrebbe mettere in gioco, secondo Lei, nell'affrontare il problema legato alla difficoltà a non avere figli? E Lei, invece, che risorse potrebbe mettere in gioco? C'è stata una volta nella vita della Vostra coppia, anche solo una, in cui avete già provato a mettere in gioco le Vostre risorse per affrontare il problema? Se sì, come è andata? E questo che effetto positivo ha avuto sulla Vostra coppia?
Resto a disposizione qualora volesse rispondere alle mie domande e condividere con me le Sue riflessioni.
Cordiali saluti,
Dr. Luigi Frezza, lo psicologo delle storie