Non riesco a lasciare il mio compagno: sindrome dell’abbandono

Inviata da Elena · 24 gen 2020 Dipendenza affettiva

Ovviamente come tutte le storie le cose non erano cosi all inizio.. viviamo insieme a casa di lui da 1 anno buono, abbiamo avuto sempre pareri discordanti su alcune cose,ma era gestibile la situazione finche lui ha deciso di non trovare piu compromessi, che io non devo uscire la sera perche irrispettoso nei suoi confronti che torna dal lavoro,che non posso piu vedere amici dell altro sesso, insinua costantemente che qualcuno possa darmi fastidio o che possa avvicinarsi a me. Ora fa leva sul fatto di sbattermi fuori di casa e sapendo che mi fa male abbasso la testa e lascio che lui “vinca” rinunciando a cio che vorrei fare. So di soffrire della sidrome dell’abbandono,per traumi infantili, la riconosco ma non riesco ad arginarla quando si presenta. Riconosco cosa mi farebbe bene e cosa dovrei fare senza però riuscire a fare il passo finale di andarmene.

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Miglior risposta 25 GEN 2020

Cara Elena,
come è chiaro da quello che narri, non è sufficiente sapere di cosa si soffre o cosa ci farebbe bene per superare ciò che ci arreca sofferenza. È necessario prendere una decisione più profonda per superare i condizionamenti di traumi del passato e stare molto connessi con l'amore per sé stessi affinché le cose cambino. Come vedi la paura di essere abbandonata ti obbliga a accondiscendere alle regole restrittive che pone il tuo compagno. È forse questo l' amore per se stessi? Ha questa forma l'amore che cerchi nella coppia?
A fare chiarezza e prendere decisioni sagge per la tua vita ti può certamente aiutare un percorso di psicoterapia che ti accompagni nell'elaborazione di quello che ti sta accadendo.

Rimango a disposizione.
Dr.ssa Francesca Brabanti

Dott.ssa Francesca Brabanti Psicologo a Prato

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27 GEN 2020

Salve Elena, la sensazione percepita leggendo dalle sue parole è che molte cose le sono note e ne è diciamo consapevole. Tuttavia se qualcosa le impedisce di fare ciò che sarebbe buono e sano per lei può significare che ancora non è pienamente padrona delle proprie dinamiche ed emozioni interne. Parla di dipendenza affettiva e forse è così ma il punto fondamentale è comprendere cosa scatta in lei è cosa la costringe ad una situazione che non la convince. Al suo livello di introspezione mi sembra che un confronto con un terapeuta potrebbe davvero esserle utile per mettere a fuoco alcuni nodi che ancora non riesce a sciogliere nonostante l’importante lavoro fatto con se stessa. Le auguro ti trovare il modo di confrontarsi con un professionista. Son certa del beneficio che ne trarrebbe. Un cordiale saluto. Dott.ssa Daniela La Porta

Dott.ssa Daniela La Porta Psicologo a Roma

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27 GEN 2020

Cara Elena, la tua lucidità è un ottimo punto di partenza! La diagnosi già l’hai fatta da sola ma hai bisogno di un aiuto competente per elaborare quei traumi che ancora influenzano il tuo presente. L’EMDR rappresenta il trattamento più focalizzato ed efficace per l’elaborazione dei traumi: ti consiglio di consultare la lista dei terapeuti formati sul sito ufficiale dell’EMDR in Italia per trovare quello più vicino a te e iniziare quanto prima il tuo percorso.
Dott.ssa Michela Roselli

Dott.ssa Michela Roselli Psicologo a Aprilia

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26 GEN 2020

ciao Elena, sicuramente mostri molta consapevolezza rispetto a ciò che accade nel tuo rapporto, ciò che non va e i modi in cui il tuo compagno riesce a farti desistere da uno spazio personale sano ed adeguato. La tua condizione dimostra, tuttavia, che la sola consapevolezza non basta a trovare la forza di uscirne; credo sarebbe per te utile un percorso psicologico individuale che non solo ti permetta di uscire da un rapporto che non vuoi ma anche di evitare di ricadere in una situazione simile futura.

Dott.ssa Marta Giacomini Psicologo a Roma

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25 GEN 2020

Gentile Elena,
a volte ci serve un aiuto per mettere in atto determinate scelte.
Lei sa già cosa è meglio per se stessa, ha già deciso. Si tratta di darsi il diritto di passare all'azione, di pensare come davvero possibile e poi investire su un futuro di relazioni diverso, che possa sentire più suo, più rispettoso dei suoi bisogni.
Uno psicoterapeuta la può aiutare in tal senso in un percorso individuale. Se riconosce che ha vissuto dei traumi infantili che la condizionano ora nella sua vita di relazione, questi andrebbero elaborati per prevenire un possibile ripetersi delle stesse dinamiche.
Anche capire chi, fra amici e/o parenti, può fornire un supporto sociale in questa fase di cambiamento può essere utile.
I migliori auguri di incoraggiamento
Dott.ssa Barbara Trevisan
Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Trevisan Barbara Psicologo a Rovigo

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25 GEN 2020

Carissima Elena, vorrei dirti che ora come ora il problema non credo che sia la sindrome dell'abbandono quanto una dinamica che si è innescata attraverso comportamenti e modi di vivere il rapporto di coppia disfunzionali. Non da parte tua, ma da parte del tuo compagno. Limitare la libertà dell'altra persona, minacciare di sbatterla fuori casa, indurle sensi di colpa come se volesse fare chissà cosa di anormale, sono tutte forme di violenza psicologica, controllo e possesso. Non sei tu ad essere sbagliata. Ed è normale che tu non riesca a sganciarti così, nell'immediato. Non devi sentirti obbligata a fare niente ma, visto che riconosci che questa situazione non ti fa vivere bene e ti crea disagio e sofferenza, ascoltati. Rivolgiti ad un professionista che ti aiuti a venirne a capo.
Per qualsiasi chiarimento non esitare a contattarmi,
Dott.ssa Michela Garzia
Psicologa e specializzanda in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.

Dott.ssa Michela Garzia Psicologo a Alliste

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