Mio figlio 4 anni non vuole giocare da solo

Inviata da Valeria · 8 mag 2024 Psicologia infantile

Salve, mio figlio di 4 anni non vuole giocare da solo, ho provato di tutto anche con le cattive togliendogli i giocattoli ma la sua reazione è stata indifferente anzi mi ha detto “dalli via ok tanto non mi servono!”. Sono disorientata e preoccupata da questo suo atteggiamento a volte pur di non giocare si mette a dormire! Non so più cosa fare!

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Miglior risposta 9 MAG 2024

Buongiorno Valeria,
Non è molto chiaro cosa lei intenda per ‘giocare da solo’, con quali giochi, e quali sono le sue aspettative… ed in generale ‘le cattive’ non funzionano mai… ma se lei ha dei dubbi è meglio chiarirsi.
La aspetto nella stanza delle parole, se lo desidera.

La saluto cordialmente
Dott.ssa Barbara Durand
Ricevo Online ed in studio a Torino

Dott.ssa Barbara Durand Psicologo a Torino

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11 MAG 2024

Buongiorno sig.ra Valeria,
capisco la sia preoccupazione, mi sento di dirle che il bambino è molto piccolo e che vi sono delle normali tappe dello sviluppo nel gioco che il bambino deve affrontare per crescere in modo sano.
Le modalità di gioco cambiano nei bambini costantemente seguendo, appunto, le tappe dello sviluppo. Dall'anno sino ai due anni circa si ha la fase del gioco simbolico ovvero vere e proprie messe inscena delle attività abituali al di fuori dei normali contesti in cui avvengono, questo "far finta di" permette la capacità di rappresentazioni mentale, lo sviluppo del linguaggio e la capacità di mettersi nei panni dell'altro. Sempre in questo periodo abbiamo un'attenzione centrata su di sè sino a raggiungere i due anni in cui l'atteggiamento del bambino si modifica (reazioni esagerate, mimica facciale evidente, etc) e l'utilizzo degli oggetti è stravolto e utilizzati come fossero altro.
Dai tre anni il gioco si trasforma completamente per divenire gioco di fantasia, proprio in questa fase il ruolo fondamentale lo svolgono i coetanei (suo figlio si trova in questa fase che perdurerà sino ai 5 anni circa). In questa fase vi sono regole concordate in funzione del ruolo assunto da ciascun bambino durante il gioco e vanno via via costruendosi durante il gioco stesso. Questo è il momento in cui il bambino mette in gioco le sue conoscenze sui ruoli e sui comportamenti sociali.
Dai cinque anni si avrà un ulteriore cambiamento dove verranno attuate attività differenti: di gruppo, motorie, giochi di regole e di turno, etc.
Pertanto direi attualmente di non preoccuparsi, qualora la condizione permanesse più del dovuto potrebbe valutare un consulto.
Spero di esserle stata di aiuto ed in caso avesse ulteriori perplessità rimango a disposizione.
Cordiali saluti

dott.ssa Chiara Patrizi

Dott.ssa Patrizi Chiara Psicologo a Badia Polesine

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10 MAG 2024

Salve, premesso che è difficile rispondere senza conoscere la sua famiglia e le sue dinamiche, forse a suo figlio occorre altro. Il dormire è un classico meccanismo di difesa chiamato 'ritiro primitivo' (molto diffuso nei bambini) . Ma da cosa nel suo caso si sta difendendo? Trovi il modo di avere un dialogo ed un comportamento empatico, caldo, non punitivo e non giudicante, senza pretendere una risposta immediata. Piano suo figlio dovrebbe 'aprirsi' o risolversi spontaneamente.

Fabrizio Celletti Psicologo a Frosinone

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9 MAG 2024

Buongiorno Valeria,
posso immaginare quanto sia faticoso per lei essere sempre a fianco del suo bimbo. Forse sente di non poterlo mai lasciare da solo e di dover essere sempre accanto a lui? Questa sensazione può essere, comprensibilmente, fonte di stanchezza, frustrazione e stress: è difficile pensare sempre per due ed esserci sempre, fisicamente ed emotivamente, per entrambi. Forse il suo bimbo, in questo momento, manifesta il bisogno di una vicinanza emotiva, oltre che fisica, con la sua mamma. Potrebbe quindi essere utile farlo giocare accanto a lei, mentre lei si dedica ad altro, rimanendo però disponibile in caso di bisogno e manifestando comunque la sua presenza, commentando il gioco che il bimbo sta facendo, condividendo e nominando le emozioni da lui provate. In questo modo, con il tempo, forse suo figlio sentirà di potersi dedicare alle attività di gioco sempre più in autonomia, poiché sentirà comunque, dentro di lui, la presenza della sua mamma.
In caso di bisogno rimango a disposizione.
Dott.ssa Federica Dondi

Dott.ssa Federica Dondi Psicologo a Castellanza

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9 MAG 2024

Salve Valeria
Posso comprendere quanto la situazione per lei crei preoccupazione e anche sentimenti contrastanti.
Ci sono tanti fattori da considerare per darle una risposta funzionale alla sua situazione. I bambini così piccoli ancora non hanno le piene competenze verbali per esprimere un bisogno, ad esempio di tipo relazionale. Se un adulto potrebbe esprimere un bisogno affettivo con una frase del tipo "ho bisogno di passare di trascorrere più tempo con te...ho bisogno di sentirti più vicino etc", il bambino tende ad agire ciò che prova. Questa potrebbe essere una possibilità da indagare ma sicuramente si potrebbe comprendere meglio tanti altri pezzi del puzzle attraverso un percorso.
Mi verrebbe ad esempio da chiederle perché lei sente il bisogno che suo figlio giochi da solo? Quanto tempo di qualità dedicate alla vostra relazione madre-figlio?

Rimango disponibile se vuole approfondire
Un caro saluto

Dott.ssa Serena Gentilini Psicologo a Faenza

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9 MAG 2024

Salve gentile utente, comprendo la sua preoccupazione.
Lavorando da molto tempo con i bambini, quello che mi sento di consigliarle è di indagare quale gioco o attività possa motivarlo particolarmente e farsi vedere lei stessa a giocarci, per vedere se questo lo motivazione ad avvicinarsi e un po' alla volta provare a vedere così facendo se si incuriosisce anche ai pari, magari inizialmente stesso con la sua presenza.
Se ciò non bastasse, potrei suggerirle di fargli fare una terapia comportamentale e un parent training per lei e il padre, ove fosse possibile
Ad ogni modo, resto a sua disposizione. Io svolgo la mia professione nell' aversano e nel casertano, qualora fosse interessata a iniziare con suo figlio un percorso più individualizzato
La saluto cordialmente dott.ssa Gabriella Caracciolo

Dottoressa Gabriella Caracciolo Psicologo a Caserta

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9 MAG 2024

Buongiono mamma suo figlio va a scuola?
Cosa dicono, gli insegnanti?
Lo porti in ludoteca , dove vedendo gli altri imparerà a giocare con altri bimbi e da solo.
Giochi con lui, e una richiesta di aiuto
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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9 MAG 2024

Buongiorno, Valeria indubbiamente è un comportamento che il bambino mette in atto per comunicare qualcosa ma per interpretarlo sarebbe necessario contestualizzare questa manifestazione. I motivi per i quali i bambini usano questi meccanismi sono davvero tanti. Togliere un giocattolo con cattiveria a quell'età non viene interpretato dal bambino come lo interpretiamo noi e genera in lui frustrazione che potrebbe peggiorare la situazione. Potrei suggerirle qualche strategia ma ripeto....bisognerebbe avere maggiori e dettagli legati al contesto ed al momento in cui succede. Se vuole può contattarmi in modo da poterla aiutare in modo che il suo riscontro a tale comportamento sia mirato ed efficace. Un saluto.
Marina

Dott.ssa Marina Brusadelli Psicologo a Cisano Bergamasco

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9 MAG 2024

Buongiorno Valeria,
provi a giocare lei con suo figlio, inventate dei giochi o chiamate a casa degli amichetti con cui giocare. Probabilmente i giochi non lo attirano più perché magari potrebbe trovare più interessante un gioco sul cellulare o un video più interattivo su you tube.
Sono disposta ad ascoltarvi, Carmelina Proietto!

Dott.ssa Proietto Carmelina Psicologo a Scandiano

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9 MAG 2024

Cara Valeria, non mi preoccuperei del fatto che il piccolo non abbia voglia di giocare da solo. A questa età è più che normale richiedere l'attenzione dei genitori o delle figure presenti con lui in quel momento per condividere il gioco. Presumo che il piccolo sia figlio unico o che il fratellino/sorellina sia troppo piccolo/a per giocare con lui.
Ad ogni modo, una strategia potrebbe essere quella di coinvolgersi nel gioco con suo figlio utilizzando un timer, ad es. impostandolo su 15 minuti e successivamente impostando altri 15 minuti in cui il piccolo giocherà da solo e gradualmente aumentare il tempo del timer. Tutto questo va spiegato precedentemente a suo figlio in maniera tale che anche lui possa essere messo al corrente delle regole. La genitorialità non è semplice da gestire e se dovesse ritenere utile un supporto, sono disponibile anche online.
Le faccio un grande in bocca al lupo,
A presto,
Dott.ssa Giada Abbas.

Dott.ssa Giada Abbas Psicologo a Bari

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9 MAG 2024

Gentile mamma,
Grazie di aver condiviso con noi la sua difficoltà. Dal messaggio emerge preoccupazione per suo figlio e allo stesso tempo sembra provare un senso di inefficacia.
Quando nasce un bambino, nasce anche un genitore e anche se motivati dalle migliori intenzioni a volte si è presi dallo sconforto. La inviterei a riflettere su cosa secondo lei le vuole comunicare suo figlio, quali emozioni prova, su cosa desidera insegnargli e sul come. Se le difficoltà dovessero persistere e questo generasse sofferenza la invito a prendere in considerazione la richiesta di un supporto psicologico.
Cordialmente Dott.ssa Elena Uguccioni

Elena Uguccioni Psicologo a Pesaro

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9 MAG 2024

Buongiorno Valeria, alcuni bambini mostrano un bisogno di vicinanza maggiore rispetto ad altri, faticando quindi proprio nel gioco autonomo. Si tratta anche qui, come in altre cose, di aiutarlo a raggiungere più autonomia all'interno però di una relazione di fiducia. La sua frustrazione è normale perché sentirsi costantemente indispensabili è faticoso, però ogni volta che lei lo allontana lui si sente in pericolo e quindi aumenta le richieste o mostra il suo disappunto a suo modo. Se ha piacere di un confronto più specifico su come gestire al meglio la situazione, rimango a sua disposizione per una consulenza.
Cordiali saluti
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia dei bambini

Dott.ssa Serena Costa Psicologo a Giovo

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9 MAG 2024

Salve a lei V.,
sicuramente con un bimbo di quattro anni le "cattive" non aiutano, ma capisco la sua frustrazione.
Il gioco è uno strumento di condivisione e probabilmente la richiesta di suo figlio è proprio questa.
Prima di iniziare a giocare da solo ha bisogno di qualcuno che gioca con lui. Considerando gli impegni, si può spiegare lui che in quel momneto lei non è disponibile ma sempre restituirgli un tempo in cui lei sarà disponibile. a giocare con lui.
Attraverso questa modalità può anche imparare le attese e i turni relazionali.
E' importante dare importanza alle richieste dei bimbi soprattutto quanto si tratta del gioco che è un mezzo per sviluppare nuove competenze in diversi ambiti dello sviluppo.
Vedrà che nel momento in cui ripeterà l'azione di essere disponibile a giocare, lui inizierà a giocare anche da solo.
I bimbi esprimono con autenticità i loro bisogni e qunado non soddisfatti possono mettere in atto comportamenti oppositivi.
Spero di esserle stata utile.
Saluti
Drsa Camilla Guccione

Dottoressa Camilla Guccione Psicologo a Roma

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9 MAG 2024

Buongiorno Valeria, premesso che, senza maggiori informazioni e soprattutto senza l'osservazione del bambino, è molto difficile darle una risposta più precisa, cercherò di aiutarla come posso.
Inizierò rassicurandola sul fatto che, i comportamenti da lei descritti, potrebbero anche essere considerati perfettamente sani. Per quanto riguarda non voler giocare da solo soprattutto, quello che dovrebbe preoccupare, in un bambino di questa età, sarebbe il contrario. Il gioco è per il bambino un'attività volta all'apprendimento e l'apprendimento più importante per un bambino che si trova all'inizio del gioco simbolico (stadio pre-operatorio) che inizia appunto a 3-4 anni è l'apprendimento sociale. Naturalmente senza compagnia questo tipo di apprendimento risulta più difficile e quindi il gioco meno soddisfacente. L'atteggiamento di sfida che lei descrive, di fronte a un comportamento estremo, come la minaccia di levargli i giocattoli è anch'esso un atteggiamento reattivo che può essere considerato sano e all'interno del normale sviluppo per l'età. Naturalmente avendo maggiori informazioni si potrebbe dire qualcosa in più, per esempio si tratta di un primo figlio? Ha fratelli e sorelle? È inserito normalmente nella scuola materna? Ha rapporti normali con altri bambini, ha cugini o amici con i quali giocare il pomeriggio dopo la scuola? Il rapporto con i compagni di scuola viene riportato normale dalle maestre? Tutte queste informazioni e altre che per esigenza di spazio non sto a riportare sarebbero utili a delineare un quadro più preciso e circostanziato. Il consiglio che posso darle, se il bambino deve per esigenze sue, legate alla vita lavorativa e familiare per forza passare del tempo da solo, è di effettuare una rotazione dei giocattoli. Ovvero mettere via periodicamente alcuni giocattoli e tirarne fuori periodicamente sempre di nuovi. Sarebbe anche importante che il bambino avesse a disposizione giocattoli che gli permettano di svolgere il gioco simbolico, quindi, ad esempio , Lego con personaggi o pupazzetti tipo Playmobil, in modo da poter ricreare degli aspetti sociali nel gioco che sono così importanti a quest'età. Se si trova a casa con lui può anche cercare di farlo giocare vicino a lei, in modo che possa farle delle domande e sentirsi meno solo. Se nonostante questo è ancora preoccupata, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo specializzato nel comportamento infantile, in modo da sciogliere ogni suo dubbio. Un caro saluto.

Giuseppe Mazzini Psicologo a Latina

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9 MAG 2024

Buongiorno Valeria,
Oltre a non essere chiaro cosa intenda per "giocare da solo", le chiedo come mai dovrebbe obbligare suo figlio a giocare da solo? Quali sono le sue esigenze?
Un caro saluto,
Dott.ssa Annette Aversano

Annette Aversano Psicologo a Ischia

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9 MAG 2024

Buongiorno signora suo figlio sembra richiedere attenzioni e bisogno di attaccamento. Sicuramente tutto ciò appare faticoso nella gestione familiare. Ha mai provato a far venire a casa un amichetto? Trovandosi in un ambiente familiare ed un suo pari forse potrebbe fare il passaggio da lei ad altro.

Annalisa Volpini Psicologo a Roma

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