Dipendenza gioco

Inviata da carla · 17 apr 2012 Ludopatia

Salve, vorrei sapere se una persona che gioca d azzardo spendendo al mese circa 200- 300 euro si può definire dipendente dal gioco.. È necessaria la psicoterapia? Se sì, come convincerla ad iniziare visto che gli avevo proposto questa soluzione ma mi ha detto che non ha intenzione di farla? Grazie

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Miglior risposta 18 APR 2012

Cara Roberta,
Non si definisce dipendenza da gioco in relazione al quantitativo di soldi spesi al mese, ma in rapporto a quanto questo può essere invalidante per la persona e per chi ci sta intorno.
La dipendenza da gioco patologico, o ludopatia, e' un fenomeno nuovo ed i Servizi del territorio si stanno attrezzando per trovare strategie e soluzioni concrete.
Innanzitutto, se la persona che le e' affianco non e' motivata a chiedere aiuto, e' un problema, ma può aggirare l'ostacolo rivolgendosi lei ad un professionista, psicologo o psicoterapeuta, che l'aiuterà a fare chiarezza.
Cordiali saluti.
Maria Lucia De Vito

De Vito Dott.ssa Maria Lucia- Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Tricase

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3 LUG 2017

Salve Carla,
il consiglio che le posso dare è quello di rivolgersi ad uno psicologo cognitivo-comportamentale, magari questa persona può essere inviata dal medico di famiglia per un controllo. Attraverso la valutazione psicometrica sarà possibile definire se c'è o meno una dipendenza al gioco. E ritroverà l'equilibrio perduto.
Un saluto
Dott.ssa Ilaria Albano
Psicologa a Roma

Anonimo-167572 Psicologo a Milano

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23 APR 2012

Buongiorno Roberta,

credo che le etichette siano davvero poco importanti...credo invece che è importante comprendere, innanzitutto se ciò che riferisce rappresenta per lei un malessere e poi focalizzarsi sul COME fare per affrontare la situazione.
Buona fortuna

Dr.ssa R. De Bellis

Dott.ssa Roberta De Bellis Psicologo a Gallarate

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23 APR 2012

Buongiorno,
prima di parlare di GAP vanno valutati alcuni criteri come l'isolamento sociale, lavorativo, familiare, il pensiero fisso e costante rivolto al gioco, ETC.... il percorso che deve affrontare un giocatore d'azzardo a livelo terapeutico necessita innanzitutto della consapevolezza del problema....Può chiedere aiuto in centri specializzati oppure presso i SERD del suo territorio. Il percorso d'aiuto richiede la presenza di più figure professionali, psicoterapeuta, psichiatra, educatore ecc. e comprende anche un percorso per i familiari o chi vive con questa persona.... .
Cordialmente Giuliana Guadagnini

Studio Clinico Psicologo a Verona

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20 APR 2012

Gentile Roberta,
la dipendenza da gioco d'azzardo è una problematica che può essere affrontata e risolta attraverso un percorso di psicoterapia. La Terapia breve strategica da me praticata dispone di specifici protocolli di trattamento molto efficaci e risolutivi in tempi brevi, a patto che l'interessato decida di cercare di uscire dal suo problema. La invito a visitare il mio sito ed, eventualmente, a contattarmi.
Cordiali saluti
dott. Giuseppe Pecere

Dott. Giuseppe Pecere Psicologo a Padova

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19 APR 2012

Gentile Roberta,
la situazione è sicuramene molto delicata......
Se la persona non è motivata o lei teme ad un rifiuto all'aiuto, può cercare prima per lei stessa un sostegno al fine di acquisire strumenti emotivi, ma soprattutto la chiarezza sul come gestire la situazione...

cari saluti
buona vita

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19 APR 2012

La dipendenza dal gioco d'azzardo non la si definisce come patologica in base al denaro giocato, ma al fatto che diventa un estremo bisogno dell'individuo di giocare e ciò pian piano provoca conseguenze sia dal punto di vista economico che relazionale; Per cui è fondamentale chiedere aiuto a chi è di competenza, ad esempio il Sistema Sanitario nazionale ha riconosciuto il GAP come una vera e propria dipendenza paragonata alla dipendenza da sostanze per cui diventerà mutuabile; Comunque lei può rivolgersi al S.E.R.T e chiedere consigli a loro sul da farsi.
Cordiali Saluti, dott.ssa Angela Virone.

Dott.ssa Angela Virone Psicologo a Agrigento

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19 APR 2012

Cara Roberta,
per parlare di dipendenza da gioco sono necessari alcuni criteri, come l'incapacità a smettere, l'assenza di criticità nella cosa, il pensiero rivolto in quella direzione per molto tempo della giornata, alcuni sintomi specifici d'ansia nel momento d'astinenza, la riduzione di altri interessi, ecc.
Naturalmente non è necessario che ci siano tutti e che abbiano tutti la stessa intensità. In base a quali criteri sono soddisfatti e con quale intensità, si stabilisce l'intensità del problema.
Ora lei non fornisce molte informazioni che ci permetterebbero una valutazione più chiara, ma di fatto spendere questa cifra, mi sembra già un buon criterio, soprattutto se si tratta di una persona con uno stipendio medio.
Non ci dice quale tipo di gioco adotta, anche questo potrebbe essere un criterio, voglio dire che se perde 300 euro giocando a carte, dove le puntate minime sono di 50 euro, allora non è così difficile perdere questa cifra e forse non è proprio neanche di dipendenda da gioco che si tratta, ma d'altro. Se invece la stessa cifra fosse spesa con macchinette, gratta e vinci o comunque con puntate molto più basse, la cosa cambia, perchè ci connota una frequenza e un'intensità del gioco elevata.
Se da una parte l'esame obiettivo della cifra ci dice che manca un adeguato esame di realtà ed una condotta relativa adeguata, dall'altra il modo di fare fuori questa stessa cifra, ci permette di capire meglio il tipo di problema.
Per avere un'esame più preciso del tipo di problema è necessaria una consulenza che prenda in esame tutto l'insieme degli elementi, che accompagnano il comportamento in questione ed il piano di vita in genere.
Per guarire, sì è necessaria una psicoterapia, nei casi estremi c'è anche un periodo di ritiro in comunità o comunque in un luogo protetto, ma non mi sembra siamo a questo livello, nel suo caso.
Lei ci pone anche un'altro importante quesito, come fare per convincere questa persona, visto la reticenza.
Bhe, ha ragione senza la sua collaborazione, non si può fare assolutamente nulla! E' lui a dover cambiare e deve volerlo!
La prima tappa è parlargli francamente, esprimendo i propri dubbi, paure e difficoltà rispetto a questa condotta, appongiandosi poi all'esame di realtà, che le da ragione dell'importanza della cifra, che dichiara che c'è un problema. Magari mettendo a confronto ciò di cui si priva, a causa della cifra spesa nel gioco d'azzardo.
Soprattuto fargli capire la sua preoccupazione e chiedergli di venire a fare almeno un colloquio di consulenza, per comprendere meglio se la situazione è allarmante o meno. Sperando che il colloquio gli fornisca una visione maggiormente critica.
Questo è ciò che può fare, se è pronto per inziare a guardare questa condotta, seppur spinto, coglierà la palla al balzo e ne approfitterà, se invece le sue difese sono ancora elevate e la voglia di cambiare ancora scarsa, probabilmente non ci sarà niente da fare.
Non so che rapporto ha con questa persona, ma se ci fosse il rifiuto di cambiare, spetta a lei decidere cosa fare della relazione, se e quanto subisce da questa condotta e se desidera continuare a subire.
Si tratta di una situazione affatto facile, ma ognuno dovrà fare una valutazione delle proprie responsabilità e prendersi in mano le proprie decisioni. Non è facile, ma rimanere fermi, porta solo al peggioramento e alla cronicità.

In bocca al lupo.
Sabrina Costantini

Sabrina Costantini Psicologo a Pisa

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19 APR 2012

Grazie a tutti per le risposte! Mi spiego un pò meglio: Questa persona mi ha confidato (a me e solo a me) che da anni ha questo problema, lui stesso ammette di essere pentito di sciupare i soldi in questa maniera! Era molto triste quando mi ha fatto questa confessione, mi ha chiesto di aiutarlo e di non giudicarlo male! Quindi l'aiuto lo vuole ma quando gli ho proposto uno psicologo mi ha detto di no! Mi ha chiesto di stargli vicino..Mi ha confidato che ricorre al gioco quando ha problemi e discussioni soprattuto con i suoi familiari (famiglia molto possessiva, giudicante e nervosa) o a lavoro o altri problemi e discussioni in generale. E' molto dispiaciuto per questi soldi che perde perchè a causa di ciò non riesce a mettere da parte completamente niente al mese e non riesce quindi a realizzare i suoi progetti! Comunque continua a svolgere la sua vita normalmente, si è documentarto su questo discorso e riconosce di avere questo problema! Grazie ancora

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18 APR 2012

Gentile Roberta,
diciamo che non è tanto la cifra che si spende a definire la dipendenza da gioco, quanto il suo rapporto con il denaro che si ha a disposizione. Se mi posso permettere di spendere 200-300 euro al mese in questo modo dove sta il problema? Ma la questione della dipendenza in linea di massima si può riassumere nel fatto che si è "spinti" a fare delle cose (giocare in modo compulsivo) anche quando, in realtà, si sa di non poterle fare, ovvero di non potersele permettere economicamente, e quando questo comportamento viene messo in atto come risposta ad una situazione esistenziale (e dunque relazionale) che viene sentita come insoddisfacente.
In questo caso un percorso psicoterapeutico può rivelarsi di grande aiuto e, dunque, certamente consigliabile. Cordiali saluti.

Dott. Lorenzo Sartini Psicologo a Bologna

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18 APR 2012

Gentile Sig.ra Roberta,
comprendo la sua preoccupazione. Oggi i casi di dipendenza dal gioco d'azzardo aumentano giorno per giorno. Tecnicamente si può definire dipendenza patologica dal gioco quando la persona è eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo (per es., è eccessivamente assorbito nel rivivere esperienze passate di gioco d’azzardo, nel soppesare o programmare la successiva avventura, o nel pensare ai modi per procurarsi denaro con cui giocare), inoltre il paziente ha bisogno di giocare d’azzardo con quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata. Se ha notato in questa persona irrequietezza o irritabililità quando gli viene chiesto di ridurre o interrompere il gioco , d’azzardo, se mente a parenti e amici mettendo a repentaglio relazioni significative della sua vita, allora quasi sicuramente può trattarsi di dipendenza patologica dal gioco d'azzardo. Se ha bisogno di ascolto, di una consulenza resto a sua disposizione. Saluti.
Dott.ssa Maura Luciano

Dott.ssa Maura Luciano Psicoterapeuta Psicologo a Benevento

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18 APR 2012

Purtroppo non è possibile diagnosticare un disturbo di dipendenza dal gioco d'azzardo in relazione all'ammontare del capitale speso. In realtà bisognerebbe tener conto di quanto il capitale e il tempo investito nel gioco possano andare a ledere la quotidianità della persona: continua a recarsi al lavoro? quanto tempo della sua giornata viene impiegato per giocare? è in grado di anteporre il gioco ad altri impegni o rimane sempre l'impegno di prioritaria importanza? da quanto tempo viene tenuto tale stile di vita? si accompagna ad altre attività di dipendenza o ne ha sostituite altre? ...
Purtroppo non è possibile convincere una persona dipendente dal gioco a recarsi in psicoterapia perché la maggior parte delle volte la persona non ritiene di avere un problema. Inoltre, la dipendenza dal gioco d'azzardo, come tutte le altre dipendenze, attiva un comportamento che non presuppone la coscienza dei rischi/vantaggi e allo stesso tempo aumenta quello stato di eccitazione che mantiene viva la volontà della persona di investirci sempre una maggior quantità di tempo.
L'unico aggancio che potrebbe spingere una persona a rivolgersi ad uno psicoterapeuta sotto richiesta di un parente o di un amico potrebbe essere quello non di andare a risolvere un problema che non viene riconosciuto, quanto più di comprendere come si possa essere passati da una vita priva di gioco d'azzardo ad una vita in cui il gioco d'azzardo sia presente quotidianamente.

Anonimo-125123 Psicologo a Torino

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18 APR 2012

Buongiorno Roberta, purtroppo ammettere la propria dipendenza da qualcosa (alcool, gioco, sesso o altro) costituisce il primo passo da compiere. La negazione del problema resta tuttavia la difesa che generalmente viene messa in atto. La persona che soffre di dipendenza compulsiva tende a fornire e fornirsi un ventaglio sempre più articolato di giustificazioni in modo da poter continuare ad agire "liberamente" le sue coazioni. Nel caso che ci riporta, ci sono tutti i segni di una dipendenza da gioco, indipendentemente dalla cifra che regolarmente (e sottolineo regolarmente) viene spesa e "devoluta al disturbo". Nonostante Lei si stia facendo delle domande e le stia riportando in questa sede, avverto il fatto che anche per Lei stessa resta difficoltosa una chiara ammissione del problema, cosa paraltro comprensibile. Le consiglio in prima battuta di affrontare la questione con questa persona in modo un pò più incisivo, magari fissandogli un primo incontro (conoscitivo-informativo) con un esperto. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e le auguro buona giornata. Dott.ssa Sabina Orlandini

Dott.ssa Sabina Orlandini Psicologo a Torino

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18 APR 2012

Cara Roberta il percorso che deve affrontare un giocatore d'azzardo è abbastanza complesso nel senso che in questi soggetti prevale la negazione del comportamento gioco. Se il giocatore non ha nessuna intenzione di farsi aiutare ( come spesso succede), per l'interessato può chiedere aiuto a centri specializzati oppure ai sert un familiare che verrà guidato e aiutato a motivare il giocare. Il percorso d'aiuto è abbastanza intenso è richiede la presenza di più figure professionali, psicoterapeuta, psichiatra, educatore ecc.Comunque prima di parlare di gioco d'azzardo vanno valutati alcuni criteri come l'isolamento sociale, lavorativo, familiare, il pensiero fisso e costante rivolto al gioco.

Dott.ssa Loredana Galati Psicologo a Santa Cesarea Terme

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18 APR 2012

Trattasi di un disturbo del controllo degli impulsi, che diviene ossessione. esistono vari progetti d'aiuto in rete. Giocare è una attività sana, che dovrebbe accompagnare la vita di qualunque persona. In terapia Breve Strategica esistono tecniche mirate allo sblocco del suo problema. ma richiedono incontri personali. Contatti uno specialista di suo gradimento.
Saluti
dr Cristian Sardelli

Cristian Sardelli Psicologo a Firenze

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18 APR 2012

gli faccia vedere questo video, andato in onda su Buongiorno Regione Lazio
http://www.youtube.com/watch?v=jRlLXbxqTeI

ma anche leggere questo articolo http://www.studiobumbaca.it/2011/06/07/test-per-gioco-dazzardo
dove è possibile, tra l'altro fare un test

Dr. Domenico Bumbaca, Psicoanalista Psicologo a Roma

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18 APR 2012

Un Dipendente dal gioco, è di solito un Compulsivo, cioè la sua azione si ripete coattivamente senza via di uscita, per farle un esempio è come una girandola, non ha via d'uscita. Con un percorso psicologico si può portare la persona ad una nuova consapevolezza. Le faccio un altro esempio, il pensiero del gioco, o abitudine, è come un autostrada, ci sono tutte le comodità. Attraverso un percorso psicologico si possono trovare alternative, come costruire altre autostrade e questa volta di benessere.
In bocca al lupo!!!
Luca Iovane

Dott. Luca Iovane Psicologo a Roma

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18 APR 2012

Il rischio che si possa trasformare in una dipendenza c'è. Per queste persone è difficile ammettere che ciò possa essere un problema, in quanto si attivano degli autoinganni disfunzionali come" quando voglio, posso sempre smettere!". L'invito a parlarne con qualche esperto deve essere presentato come un suggerimento migliorativo della vita e non come una modalità patologica, perchè altrimenti non verrebbe accettato. Tale suggerimento deve essere proposto in un momento di maggiore ricezione e con l'idea che sarà semplicemente un primo incontro, dove poi potrà decidere di continuare o meno. Sappia che si può guarire e che si potrà riconquistare il senso di libertà da una schiavitù. Cordiali saluti Di Carlo Stefano

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18 APR 2012

Cara Roberta, non credo si possa convincere ne tanto meno costringere una persona ad intraprendere un percorso di terapia. Si può forse solo aiutarla a rendersi conto di avere un problema. La dipendenza da gioco non ritengo si misuri tanto dalla quantità di soldi spesi quanto piu dalla modalità con la quale vengono spesi, alla luce del sole...di nascosto..con che sistematicità...e quanto incidono sulla vita familiare, sociale, lavorativa di una persona...non e' facile stare vicini ad una persona che gioca, forse non può convincere un altro ad iniziare un percorso, ma può farlo lei per capire il modo per stargli vicino. In bocca al lupo

Dott.ssa Cecilia Cimetti Psicologo a Verona

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