depressione primaria bipolare con dipendenza/ossessione da spendere denaro

Inviata da gabriele pfrimmer · 22 nov 2016 Depressione

Buongiorno , sono affetto da depressione primaria bipolare per la quale mi hanno riconosciuto l'85% di invalidità (sommata alla perdita di 1/4 della mobilità del braccio destro. I primi sintomi li ho manifestati a 14 anni lamentando un mal di vivere che non sono stati presi in considerazione da mio padre. Premetto che sono cresciuto con parenti di mia madre in quanto era affetta da depressione e da spossatezza che la costringeva a letto , mio padre era sempre fuori per lavoro. Onestamente posso dire di aver avuto un'infanzia felice . Quando avevo 10 anni mia madre è deceduta , mi è stata data la notizia senza che potessi darle l'ultimo saluto ,è stato un grosso trauma . Quando avevo 12 anni mio padre si è risposato , le cose sono andate bene fino a quando lui si è manifestato per quello che era : dispotico , arrogante , cattivo con la mia matrigna , egoista , egocentrico . In poche parole non c'è più stata un'armonia familiare , tanto è che volevo tornare dagli zii .
Negli anni delle scuole ,fino alle superiori , ho sempre avuto difficoltà a farmi degli amici e soprattutto non avevo la fidanzatina , cosa per la quale soffrivo tanto .
Non sono stato abituato a dare valore al denaro , sono stato viziato ad avere tutto quello che chiedevo .
Già alla scuola elementare compivo piccoli furti nei negozi e da grandicello , la notte, prendevo i soldi dal portafoglio di mio padre.
Quando ho iniziato a lavorare mi sono fatto abbindolare da alcuni colleghi che scommettevano sulle corse dei cavalli , il vizio del gioco me lo sono portato dietro fino a quando ho avuto la possibilità di spendere , in più l'aspirazione ad essere come le persone con cui lavoravo mi ha portato a fare debiti sempre per comprare le cose più svariate (abiti firmati , collezionare le cose più svariate e costose per ammassarle da una parte senza avere la soddisfazione , anzi mi arrabbiavo per quello che non riuscivo a comprare).
Nel 1996 ho iniziato a non dormire per cui sono andato dallo psichiatra che aveva seguito mia madre perchè era un amico di famiglia , mi ha prescritto il Minias se ricordo bene . Da colloqui seguenti ho manifestato il mio malessere per cui ho iniziato una terapia farmacologica , la diagnosi era sindrome distimica.
Nel frattempo continuavo a fare la bella vita aumentando i debiti , fin quando mi sono trovato con l'acqua alla gola e non ho visto altra via di uscita se non quella di farla finita facendo un mix di tutti i medicinali che prendevo , sicuramente non erano così forti perchè ricordo che barcollavo a caddi per terra ,era il 2001 , sono stato ricoverato in psichiatria a Firenze per 3 settimane . Dopo di che ho iniziato un percorso di analisi che non è servito a niente , l'ossessione dei soldi c'era sempre , spesso inventavo delle scuse per non andare alla seduta e giocare alle corse .
Ho ricominciato a fare debiti e dopo 4 anni nuovo tentativo di suicidio senza ricovero in psichiatria promettendo che avrei fatto il bravo ma ho resistito poco .
Ma veniamo ad oggi , a natale del 2013 sono sceso a Firenze per trovare i parenti ma quando sono tornato si è rotto qualcosa , ho iniziato ad andare sempre più giù in quanto non avevo lavoro e quindi soldi , il pensiero di farla finita era sempre più ricorrente , la goccia che fece traboccare il vaso fu la telefonata di mia madre che mi disse che mio padre si era sparato . Tempo 5 secondi ho fatto un super mix di sonniferi , ho tentato di impiccarmi senza successo , ho bevuto quasi un misurino di ace e quando sentivo che le forze venivano meno mi sono disteso sul letto con un sacchetto di plastica in testa , in una mano una lettera di addio e nell'altra la foto di mia madre. Nel frattempo mia madre aveva informato mia moglie che ha subito pensato a cosa avrei fatto ed è corsa a casa , se avessi lasciato le chiavi nella serratura non sarei qui a scrivere.
Sono stato in psichiatria all'ospedale di Imperia dove mi hanno cambiato totalmente terapia farmacologica dopo di che sono stato affidato alla salute mentale di Ventimiglia , dove tutt'oggi sono seguito da una psicologa e uno psichiatra.
La psicologa dice che se fosse stata fatta una diagnosi più accurata all'inizio , oggi starei meglio , praticamente mi ha detto che mi hanno dato l'equivalente di un'aspirina .
Comunque il sunto è che finchè ho potuto spendere sono stato bene , adesso che siamo in difficoltà e non posso farlo sto malissimo : apatia , rabbia mi accompagnano ogni giorno , non vedo un futuro e non vedo soprattutto le persone che mi sono accanto e che mi amano. Razionalmente ci arrivo ma se capita di vedere qualcosa che non posso comprare mi viene da piangere e la rabbia mi fa stare male tanto da avere dolori allo stomaco .
Il mio quesito è questo : con l'ipnosi potrei riuscire a liberarmi da questa dipendenza/ossessione ? Il supporto che ho dagli specialisti non basta , non so più cosa fare , so solo che se continua così perderò mia moglie ma da solo non ce la faccio

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Miglior risposta 23 NOV 2016

Gentile Gabriele
per il disturbo bipolare purtroppo non esiste cura definitiva, ma certamente può essere tenuto sotto controllo e monitorato nel tempo.
E' indispensabile seguire una terapia farmacologica, che lo psichiatra monitorerà ed eventualmente modificherà nel tempo qualora ce ne fosse bisogno. Tuttavia, se praticata senza essere affiancata da una psicoterapia di sotegno (preferibilmente di orientamento psicodinamico), ha un'efficacia relativa.
Spendere soldi (per esempio shopping compulsivo o gioco) è una delle possibili dipendenze che questa patologia spesso comporta. Una volta instaurata va trattata come ogni dipendenza, ossia deve ricoverarsi in un centro specializzato; successivamente la psicoterapia la supporterà nel tempo e la aiuterà a sviluppare e rinforzare quelle risorse utili a contrastare il suo disturbo.
Per rispondere alla sua domanda, l'ipnosi non fa miracoli; le dipendenze hanno tutte motivazioni inconsce profonde che solo un percorso psicoterapeutico può svelare. Ecco perchè è indispensabile e perchè riesce a tener maggiormente sotto controllo il disturbo: molto probabilmente gli up e i down ci saranno sempre, ma quantitativamente e qualitativamente inferiori ad oggi.
Rimango a disposizione per chiarimenti
Cordialmente

D.ssa Cristina Giacomelli
Lanciano (CH) - Pescara

Dr.ssa Cristina Giacomelli Psicologo a Lanciano

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30 OTT 2021

Buongiorno. Il cambiamento personale è un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un individuo serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
È quindi illusorio credere che si possano ottenere risultati scrivendo in una chat: serve solo a perdere tempo e di solito significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a ricercare un cambiamento personale profondo e duraturo, l’unico consiglio veramente sensato che posso darle è quello di fissare un appuntamento con un professionista serio e preparato. Per quel che mi riguarda, le do la mia disponibilità (anche online).

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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27 OTT 2021

Buongiorno.
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
Illudersi che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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22 NOV 2016

Caro Gabriele,
non posso pronunciarmi per quanto riguarda l'ipnosi in quanto non è un ambito di mia competenza perciò lascio che colleghi più esperti di me in questo campo le possano rispondere con maggiore precisione. Quello che posso dirle è senz'altro che quella che descrive è una storia piuttosto articolata e complessa. Ritengo comprensibile il fatto che non essendo adesso nella posizione di poter spendere lei stia male in quanto probabilmente la sua dipendenza dal gioco e dagli acquisti consentivano di rimediare ad una situazione di disagio più profonda. È come se questa fosse stata l'unica medicina casalinga che era in grado di autoprescriversi che, se da una parte poteva arginare la sua sofferenza, dall'altra contribuiva ad alimentarla. Quello su cui lavorerei pertanto è appunto questo disagio profondo perché una volta compreso questo può capire i motivi che lo regolano e trovare delle alternative maggiormente percorribili per lei. Mi viene inoltre da chiederle da quanto tempo sta seguendo la terapia dal momento che questo percorso richiede sicuramente un po' di tempo. Inoltre le chiederei se si sta trovando bene con gli specialisti che la seguono attualmente.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

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22 NOV 2016

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non posso pronunciarmi per quanto riguarda l'ipnosi in quanto non è un ambito di mia competenza perciò lascio che colleghi più esperti di me in questo campo le possano rispondere con maggiore precisione. Quello che posso dirle è senz'altro che quella che descrive è una storia piuttosto articolata e complessa. Ritengo comprensibile il fatto che non essendo adesso nella posizione di poter spendere lei stia male in quanto probabilmente la sua dipendenza dal gioco e dagli acquisti consentivano di rimediare ad una situazione di disagio più profonda. È come se questa fosse stata l'unica medicina casalinga che era in grado di autoprescriversi che, se da una parte poteva arginare la sua sofferenza, dall'altra contribuiva ad alimentarla. Quello su cui lavorerei pertanto è appunto questo disagio profondo perché una volta compreso questo può capire i motivi che lo regolano e trovare delle alternative maggiormente percorribili per lei. Mi viene inoltre da chiederle da quanto tempo sta seguendo la terapia dal momento che questo percorso richiede sicuramente un po' di tempo. Inoltre le chiederei se si sta trovando bene con gli specialisti che la seguono attualmente.
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