Assenza di piacere nella penetrazione

Inviata da Alessia · 12 nov 2015 Anorgasmia

Salve a tutti,
sono una ragazza e ho 37 anni e scrivo per chiarirmi un dubbio che ogni donna immagino porti con se fin dall'inizio della propria attività sessuale.
2 anni fa ho conosciuto il mio attuale compagno con cui ho avuto un inizio molto passionale che ci portava ad andare a letto ogni volta che ci vedevamo. Nonostante però l'eccitazione, la passione, assenza di tabù, il desiderio e la voglia di lui, fin dalle prime volte non ho mai avvertito piacere nella penetrazione e quindi non sono mai arrivata all'orgasmo con il coito ma solo attraverso la stimolazione del clitoride a differenza di tutte le mie storie precedenti in cui l'orgasmo riuscivo tranquillamente, e in tutte le posizioni, a provarlo con la sola penetrazione. Abbiamo provato tutte le posizioni, preliminari, tecniche e altro ma nulla, nell'atto non sento assolutamente nulla! In tutto questo però c’è una variabile, ovvero: solo dopo essere arrivata, e subito dopo aver ottenuto l’orgasmo attraverso il sesso orale o con la stimolazione del clitoride, riesco a percepire qualcosa che mi porta nei primissimi istanti successivi all’orgasmo a provarne un altro con la penetrazione e quindi con contrazioni interne a differenza di quello ottenuto con il clitoride. Ho pensato che la maggiore sensibilità che avverto successivamente è dovuta appunto all’orgasmo ottenuto con il clitoride e quindi di conseguenza ho anche pensato che forse la dimensione del mio partner non riesce a stimolare adeguatamente le pareti vaginali all’inizio del rapporto, contrariamente al dopo che, appunto, risultano essere più sensibili causa l’orgasmo ottenuto. Può essere questa la causa della mia insensibilità iniziale? Dappertutto leggo che solo un pene al di sotto degli 8 cm non riesce a far procurare un orgasmo vaginale alla donna, ma è davvero così? Può essere anche che un pene nella norma non riesce a recare il piacere vaginale fino all'orgasmo? Non ho blocchi psicologici, ne problemi organici o altro, ed ho sempre goduto di un’ottima sessualità, ma a questo punto il dubbio mi viene spontaneo.
Chiedo scusa a tutti se sono stata un pò articolata ma non so come spiegarmi, spero abbiate capito cosa intendo e cosa provo.
Aiutatemi a capire...
Grazie di cuore
Cordiali saluti

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Miglior risposta 15 NOV 2015

Alessia rifletti su un particolare: sembra che lui sia qualcosa di forte, di importante dal punto di vista affettivo, rispetto agli altri con cui hai avuto storie ed esperienze sessuali. Nella tua mente si è creata una precisa divisione. Da una parte lui, con una voglia di "sentirlo" dentro praticamente costante, tanto che ogni volta che vi vedevate dovevate finire a letto, e gli altri con cui penetrazione a gogo e piacere genitale ma non travolgente passione.
Con lui c’è tantissimo altro oltre il “mancato orgasmo penetrativo iniziale”, con gli altri c’era il piacere dell’orgasmo penetrativo iniziale ma probabilmente difettava un po’ tutto il resto.
Cosa sta accadendo, allora, ti domandi.
Intanto vorrei ti fosse chiaro un punto: in sessualità non ci sono compartimenti, cioè non esistono canali particolari. Quello che voglio dirti è che l’orgasmo non è che come un trasformista si materializza ora nella sensibilizzazione vaginale ora in quella clitoridea e viceversa. L’orgasmo è orgasmo. Punto. Ed è il risultato di una cascata di sensazioni man mano sempre più forti, che culminano poi in quelle contrazioni rapidissime e nella percezione del piacere che avverti mentre “vieni”…
Il clitoride ha un peso importante, assai più della parete vaginale, in termini di stimolo. Considera che al di là del punto G per le donne e del punto L per gli uomini, esistono una miriade di aree di sensibilizzazione erotica che potrebbero, se stimolate consecutivamente, portare ad orgasmi molto ma molto piacevoli tenendo quasi da parte le aree genitali per eccellenza. Te lo dicevo prima, la sessualità è qualcosa di fortemente complesso, nella sua apparente semplicità, ed è per questo che riesce ad essere tremendamente affascinante.
E nella sessualità un ruolo assai importante lo giocano le convinzioni, cioè le mentalizzazioni. Tu mi dirai: “ma come, è tutta sensualità, sensorialità, e mi parli di mentalizzazioni?”
Già, proprio così. In quella che sembra solo ed unicamente esperienza dei sensi, hanno un peso incredibile le fantasie, le immagini che ci facciamo dentro e soprattutto le convinzioni che “imprintano”, si dice, la nostra mente, cioè che ci facciamo all’inizio di ogni esperienza.
Pensa solo che ti sei presa la briga di andare a cercare su internet quanto le dimensioni del pene possano essere un limite, e addirittura ti sei spinta fino a scoprire che 8 centimetri è una misura “soglia”….. Sai che significa? Significa che può tranquillamente essere accaduto, ti ripeto tranquillamente, cioè senza che tu te ne sia per nulla resa conto, che sin dall’inizio tu abbia notato il suo pene un pochino più piccolo rispetto a quello degli altri con i quali riuscivi tranquillamente ad avere orgasmo, pur senza troppa affettività. L’averlo visto più piccolo può aver creato una convinzione cosìddetta “limitante” nella tua mente, ovvero che per quanti sforzi possa fare non ci riuscirà ad eccitarti come tu vorresti. Ma tu a questa persona vuoi bene, ti piace sotto tantissimi aspetti, per cui hai sempre inconsciamente “compensato” quello che pensavi sarebbe potuto essere un limite, toccandoti e comunque stimolando il clitoride perché ti “ipersensibilizzasse”, così da facilitarti l’orgasmo nella penetrazione successiva. Ma così facendo, sempre inconsciamente, hai messo un limite ancora più forte alla libertà di lui di eccitarti, perché ad ogni rapporto successivo sei andata lì con l’ansia di eccitarti in un modo o nell’altro con la penetrazione, aiutandolo ad assumere le posizioni più strane ma comunque facendogli notare in tal modo che lui “ha un problema” e che tu stai facendo l’amore con uno che ha un problema. La conferma me l’hai data tu stessa sul finale del tuo intervento, quando hai tenuto a precisare che non hai alcun blocco né psicologico né organico, puntualizzando in tal modo che il problema purtroppo è suo, ed è legato al suo pene piccolo e probabilmente un po’ goffo nell’approccio penetrativo.
Ti sei poverina infilata in un circolo vizioso che corre il rischio di farti allontanare da lui, facendogli assumere un ruolo di vittima che credo davvero sia inopportuno.
Ti suggerisco di fare esperienza sessuale con lui per un paio di volte senza proprio chiedergli di penetrarti ma, visto che la vostra intesa sembra da quel che dici essere straordinaria e visto che vi piace “giocare” a letto e questo è molto molto bello, fagli avere l’orgasmo tu in modo creativo e permetti a lui di portarti all’orgasmo in modo creativo dimenticandosi proprio di doverti penetrare. In sostanza quello che ti consiglio è di dimenticarti totalmente del problema, e concentrarti su tutte, ma proprio tutte le tue sensazioni. Ora sei concentrata solo sulla vagina, e senti addirittura "contrazioni interne e contrazioni esterne", qualcosa che sinceramente ti imprigiona invece devi provare ad essere completamente libera, libera Alessia, così libera da sentire tutto il tuo corpo vibrare, fino a farti quasi tremare dal piacere. Comincia così. Poi magari, se vuoi, valuta un piccolo percorso sessuologico prima tuo di non più di cinque sedute, poi eventualmente di coppia al fine di “calibrarvi” nel modo giusto per creare quel melange tra fantasie e sensazioni che probabilmente manca un po’, anche in una intesa che sembra perfetta ma, dato che siamo umani e per questo imperfetti, perfetta non è. Tuttavia naturalmente lo può felicemente diventare. Basta appena ci provi con la predisposizione giusta.
In bocca al lupo cara!

Anonimo-154454 Psicologo a Barletta

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13 NOV 2015

Buongiorno gentile Alessia,
sento di dirle che quello che le sta accadendo con il suo compagno non dipende dalle dimensioni del pene di lui quanto dalla sua attenzione un pò particolare con i paragoni verso le sue precedenti relazioni e verso prestazioni ideali che lei coltiva dentro di se. Ogni incontro sessuale è unico in sè e porta l'impronta anche emotiva dei partecipanti, forse se ora tutto è diverso dipende da come si sente lei in questa relazione con lui. Potrebbe essere importante per lei lavorare su di sè e sulle sue aspettative in un percorso psicologico individuale.
Cordialmente
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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13 NOV 2015

Sul piano fisico sembra che tu non abbia problemi a provare piacere direttamente nella penetrazione, considerate le tue esperienze precedenti. Sul piano simbolico sembra che ci sia invece una diffidenza nei confronti del tuo partner: prima di lasciarlo "entrare" nella tu vita, nella tua intimità è come se tu volessi prima delle conferme (ovvero il piacere più "esterno") se ti convince allora puoi apprezzare e godere della sua compagnia... hai forse dei dubbi nei suoi confronti? Trattandosi di un processo fortemente inconscio e che nasce fin dall'inizio della relazione puoi cercare la causa di questa sintomatologia nel tipo di relazione che hai con lui, cosa rappresenta, di quali conferme hai bisogno nella vita di tutti i giorni da parte sua e di cui invece non necessitavi con altri partner precedenti?
Dr. Saverio Caffarelli
Psicoterapeuta anche on-line

Dott. Saverio Caffarelli Psicologo a Cagliari

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12 NOV 2015

Non sono un terapeuta ma una persona che e' in terapia. Credo tu sia una donna cognitiva e usando la nemesi di ciò' che scrivi, credo che una donna come te ha bisogno di dimensioni adeguate. Scomodando l'ideale dell'Io, io credo che tu ritenga che il maschio debba essere superdotato o comunque che abbia una certa dotazione. Nella realtà l'orgasmo femminile nasce dal bisogno di abbandono al proprio partner si da lasciarsi andare al piacere reciproco. Se questo fluire spontaneo si interrompe, mi sa che ti stai boicottando e a naso la spiegazione viene dal rimosso. Io voglio un uomo più dotato..se questo messaggio finisce nell'Io ombra, beh mi sa che ritorna e "guasta" in maniera inconsapevole il tuo piacere a ricevere il tuo uomo dentro di te.
Opinione personale da cliente in terapia che ha studiato Pearls, Freud, Jung, Assagioli, Berne.

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12 NOV 2015

Buongiorno Alessia, è un aspetto positivo che lei si sia studiata così attentamente, abbia fatto prove nel vedere se fosse più sensibile prima o dopo la stimolazione clitoridea, etc. Questo, almeno a me, indica un suo esporsi ad un problema che, infatti, è di coppia, anche se, fosse preso superficialmente, il partner maschile potrebbe essere troppo responsabilizzato. Rispetto a quest'ultimo, non conosco le ultimissime ricerche sulle dimensioni del pene maschile e se ci siano misure minime per cui possa dare piacere. In realtà, l'organo sessuale femminile è conformato in modo tale da "adeguarsi" alle misure del pene con cui ha il coito, per cui, in generale, la donna dovrebbe ricevere piacere (se non ci sono problemi organico-psichici, naturalmente) anche da un pene "piccolo". Sembrerebbe che gli asiatici abbiano (e non è la solita diceria, ma uno studio abbastanza recente) come misura massima, dunque in piena erezione, proprio quella degli 8 cm. Naturalmente si parla di media della popolazione, dunque si va, concretamente, dai 6 ai 10 cm (eccezioni escluse). Se fosse come teme lei, le donne asiatiche o fingono tutte il loro piacere, o ne hanno davvero poco, o, in genere, hanno lo stesso piacere che hanno le donne occidentali. L'uomo e la donna, in normali condizioni, sono fatti per la procreazione e la continuazione della nostra specie, a qualunque latitudine e longitudine, dunque la sua attenzione, forse, dovrebbe essere focalizzata a qualcos'altro (o a come gestisce il coito sia lei che il suo partner, proprio in termini di atti sessuali, o rispetto alla parte psicologica). Naturalmente, se, rispetto agli atti sessuali, non rileva nessun tipo di "sbaglio" da parte del partner (ad es., eccessiva fretta, troppi o troppo pochi preliminari, una penetrazione troppo violenta o poco violenta, vuole fare cose che a lei non vanno, etc.), allora, forse, un consultorio potrebbe essere una soluzione per chiarirsi le idee. Finisco con ricordare sempre che il "peso" dell'insuccesso, in una coppia, sia su aspetti sessuali che su altri, non è mai da una parte sola (a meno che non ci siano problemi di funzionalità negli organi maschile o femminile, sterilità di uno dei due, etc., ma anche in questi casi, la gestione del problema dovrebbe essere sempre di coppia).
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta,
Costruttivista Postrazionalista-Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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12 NOV 2015

Gentile Alessia,
a livello vaginale non esistono o quasi terminazioni nervose per cui il piacere della penetrazione è legato essenzialmente sia a fattori psicologici che alla stimolazione e stiramento delle fibre nervose di cui è ricco il clitoride.
Un suggerimento può essere quello di iniziare il rapporto con la stimolazione clitoridea manuale oppure orale e procedere poi con la penetrazione quando l'orgasmo è ormai prossimo.
Altro consiglio è che durante l'amplesso la donna stia al di sopra in maniera da poter stimolare le strutture nervose paraclitoridee a proprio piacimento oppure stimolare il clitoride contemporaneamente al coito. Non credo che le dimensioni del pene abbiano molta importanza nel problema dell'anorgasmia vaginale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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